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RATZINGER ’A SCUOLA’ DEL VISIONARIO SWEDENBORG. Una nota di Leonard Boff e una di Immanuel Kant - a. c. di Federico La Sala

mercoledì 7 settembre 2011
L’ "UOMO SUPREMO" DI PAPA RATZINGER. La lezione critica di Leonard Boff *
[...] L’inaudita aggressività di un cardinale timido
In un’unica formula, picaresca ma autentica, ecco il riassunto della sua opera: "Cristo è l’unica via di salvezza e la Chiesa è il pedaggio esclusivo. Nessuno (...)

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> RATZINGER ’A SCUOLA’ DEL VISIONARIO SWEDENBORG. ---- LA PAROLA DELLA MENZOGNA, VIOLENZA, E LA BIBBIA. Sul tema, un’intervista a Rino Fisichella (di Armando Torno).

lunedì 9 agosto 2010

LA TEOLOGIA DEL MENTITORE, LA CHIESA DI COSTANTINO, E LA SOVRANITA’ DEL PAPA. Un’analisi di Vito Mancuso


«Quella violenza contro la Bibbia»

intervista a Rino Fisichella,

a cura di Armando Torno (Corriere della Sera, 9 agosto 2010)

Monsignor Rino Fisichella sulla strage di cristiani in Afghanistan: «La Bibbia non è un libro che provoca violenza, è ciò che essa rappresenta che può suscitare reazioni differenti». Gli otto medici, tra i quali tre donne, oltre due collaboratori afghani, uccisi con raffiche di kalashnikov dai talebani avevano con sé - lo ha sottolineato un portavoce degli esecutori - delle Bibbie. Mentre le ipotesi si moltiplicano intorno all’esecuzione sommaria da codice militare di guerra, le domande si moltiplicano. Ne abbiamo rivolte alcune a monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione.

Perché la Bibbia è oggetto di tanta violenza?

«La Bibbia non è un libro che provoca violenza, è ciò che essa rappresenta che può suscitare reazioni differenti». Intende dire che... «...Che vanno dalla conversione alla violenza. Diciamolo senza infingimenti: si sono uccisi otto volontari perché cristiani. È un’esecuzione mascherata con motivi di ordine politico».

Insomma, il mondo islamico non tollera chi ha una Bibbia...

«Vorrei precisare che siamo dinanzi a un’espressione culturale che pensa di aver raggiunto il culmine e non desidera confrontarsi con altri. L’ideologia che ha armato gli uccisori dei medici e dei loro collaboratori è la medesima che ha messo la dinamite nelle mani, una decina di anni fa, di coloro che fecero saltare le antiche rappresentazioni di Buddha».

Quindi la Bibbia...

«Nell’Islam è considerata una tappa e non un punto di arrivo della rivelazione. Il Corano, invece, non può essere interpretato, né sottoposto a ermeneutica o a una lettura storica. I fedeli lo devono accettare letteralmente perché è l’ultima parola di Allah, pur avendo elementi in comune con ebraismo e cristianesimo. Il musulmano ritiene che sia stato dettato direttamente dall’arcangelo e nessun intervento umano è possibile».

Bibbia e Corano stanno dunque alla base di due culture. Dialogheranno un giorno senza violenza?

«Mentre era in corso questa esecuzione, negli Stati Uniti si stava discutendo abbastanza animatamente sulla opportunità di costruire una moschea a Ground Zero. C’è una situazione asimmetrica tra la nostra concezione del rapporto che la religione dovrebbe avere con cultura e quello che i talebani intendono fare per la vita e la società».

La Bibbia, insomma, non contiene detonatori...

«Mi risulta difficile pensare oggi che il testo sacro che da noi consideriamo ispirato da Dio possa essere una causa di violenza, di reazioni. La Chiesa insegna che la Bibbia deve essere presa nel suo insieme, come Parola che viene tenuta viva nelle comunità e quindi interpretata di volta in volta. Un episodio dell’Antico Testamento che richiama la violenza è mitigato da altri dove si ricorda la misericordia di Dio».

L’idea stessa di una verità rivelata può alimentare la violenza?

«Quanto è successo è deplorevole e inquietante. Non si può mai avere una argomentazione religiosa per versare sangue. Le rivelazioni non devono essere sorgenti di violenza e di conflittualità. Certo, è in corso una guerra e non vediamo la fine di questa strategia fondamentalista; ma la Chiesa continua a ricordare la forza della ragione, di una ragione che entra all’interno della fede e consente di avere rapporti tra religioni diverse, basati su rispetto e conoscenza reciproche. La pace ha bisogno di reciprocità. Anche gli Stati Arabi dovrebbero impegnarsi per fermare le schegge di fondamentalismo e per porre fine alla violenza. Sinergia di forze tra Chiesa e Stati Arabi. Questi ultimi non si limitino a decidere soltanto il prezzo del petrolio».


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