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LA LEGGE ELETTORALE IN VIGORE (IL "PORCELLUM", LA "PORCATA") E " IL POTERE DI CHI VOTA". Una nota di Giovanni Sartori.

mercoledì 1 settembre 2010
Il potere di chi vota
di Giovanni Sartori (Corriere della Sera, 01.09.2010)
Che la legge elettorale in vigore sia una «porcata» è stato detto proprio dal suo estensore, il ministro Calderoli. È lui che mi ha dato l’idea di battezzarlo Porcellum. Ed è una porcata nel senso che è una legge (...)

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> LA LEGGE ELETTORALE --- Domani saranno depositate in Cassazione le firme per il referendum abrogativo della legge elettorale. Dal comitato promotore: «Superata quota 600mila». Parisi: «E adesso vediamo che succede in Parlamento»

giovedì 29 settembre 2011


-  Domani in Cassazione le oltre 600mila firme contro il Porcellum
-  Parisi: «Risultato straordinario». Adesioni raccolte in meno di un mese

-  L’Asinello polemico con il Pd: la direzione non votò a favore dei quesiti
-  Domani saranno depositate in Cassazione le firme per il referendum abrogativo della legge elettorale. Dal comitato promotore: «Superata quota 600mila». Parisi: «E adesso vediamo che succede in Parlamento».

di Maria Zegarelli (l’Unità, 29.09.2011)

«La pistola è sul tavolo e adesso possiamo dire che è carica». Oltre 600mila pallottole. Come a dire che il Porcellum ha il destino segnato. Arturo Parisi, anima e motore del referendum contro l’attuale legge elettorale, è più che soddisfatto per come è andata questa raccolta di firme che, dice, «ha dello straordinario». Per il deputato democratico è una delle poche cose positive in questa giornata parlamentare che è un’altra delle pagine nere di questa legislatura. Mentre parla Parisi aspetta il suo turno per andare a votare la sfiducia al ministro Francesco Saverio Romano, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. «In poco meno di un mese abbiamo raccolto molte più delle 500mila firme necessarie dice -. Il “Generale agosto” ha fermato ben altre armate». Non questa, che è sopravvissuta al periodo delle ferie e ha tenuto il campo malgrado la fretta con cui si è preparata la battaglia. E così domani mattina i sei leader dei partiti promotori (Idv, Sel, I democratici di Parisi, i referendari di Segni, Pli e Unione dei Popolari) depositeranno le firme in Cassazione per la convalida aprendo l’autostrada alla consultazione referendaria.

Quante firme sono state raccolte? «Dalla quantità di pacchi che ho visto nella sede di Santi Apostoli direi tante», risponde Parisi. Andrea Armaro, de I Democratici, dice che sono oltre seicentomila (100mila in più di quelle richieste dalla legge). Sono tutte là, stipate negli scatoloni dentro il salone dove si riunirono i 45 fondatori del Pd, quello stesso dove Romano Prodi riuniva l’Ulivo e l’Unione. Un tempo che sembra lontanissimo.

QUOTE RISPETTATE

Ogni partito ha rispettato, anzi è andato oltre, la quota che doveva raggiungere: 150mila firme Idv e Sel, 100mila l’Asinello di Parisi, 150mila insieme Pli, Referendari e Unione dei popolari. Esulta Antonio Di Pietro: «La raccolta firme contro l’attuale legge elettorale e per sostenere la proposta d`iniziativa popolare per l`abolizione delle Province ha superato ogni aspettativa. Solo l`Italia dei Valori, nonostante lo scetticismo di molti e il bavaglio imposto all`informazione dal governo, ne ha raccolte quasi 500mila». Dal Comitato c’è chi, sorridendo, ridimensiona: «Se fosse davvero così vorrebbe dire che ne avremmo quasi un milione di firme...». Non si smorza invece, la polemica con il Pd. «È difficile dire per il Pd di aver raccolto le firme annota Armaro visto che né il segretario né D’Alema hanno firmato. E appena il 19 luglio scorso la direzione ha votato all’unanimità contro l’iniziativa referendaria di Parisi».

Parisi intanto si gode il doppio risultato: «Il referendum ha rianimato anche l’interesse del parlamento per la riforma elettorale e questo era il nostro obiettivo. Il fatto che abbia firmato lo stesso presidente della Commissione Affari Costituzionali al Senato, Vizzini, dicendo che solo il referendum avrebbe riavviato il dibattito ha un significato preciso. Come la dichiarazione di Angelino Alfano che ora dice di voler restituire ai cittadini un diritto che il suo stesso partito gli ha sottratto con il referendum».

Vero è che Parisi ad Alfano attribuisce una credibilità prossima allo zero: «Chi ha voluto il Porcellum e ha messo a repentaglio la nostra democrazia, può essere assunto a interlocutore solo se accompagnato da avvocato e carabinieri», ma è anche vero che a questo punto il tema torna in primo piano. Il Pd ha una sua proposta, sistema francese con doppio turno, mentre il Pdl pensa al sistema spagnolo rivisto, (partita aperta con la Lega), mentre è già fallita l’intesa che voleva costruire con l’Udc di Casini proprio sulla legge elettorale in vista di future alleanze.


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