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CARMELITANI SCALZI ED ECUMENISMO: STORIA E MEMORIA. Ritrovato nel salernitano "file" perduto del tardo Rinascimento

giovedì 14 marzo 2024
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> CARMELITANI SCALZI: STORIA E MEMORIA. ---USA La Federazione delle Suore di San Giuseppe a fianco della LCWR. Di fronte al Vaticano, le religiose americane restano determinate (diCéline Hoyeau)

martedì 18 dicembre 2012

Di fronte al Vaticano, le religiose americane restano determinate

di Céline Hoyeau

in “La Croix” del 18 dicembre 2012 (traduzione: www.finesettimana.org)

Ancora una volta, fanno parlare di loro. Le Suore della Misericordia, una delle congregazioni religiose più importanti negli Stati Uniti, molto conosciute per le loro posizioni progressiste, hanno manifestato pubblicamente il loro sostengo a Roy Bourgeois, un prete che la Santa Sede ha da poco scomunicato e ridotto allo stato laicale per aver partecipato all’ordinazione di una donna prete. “Il suo impegno a favore del ruolo delle donne nella Chiesa riflette il nostro”, hanno precisato le religiose, a rischio di gettare olio sul fuoco, nel momento in cui Roma ha chiesto esplicitamente alla loro organizzazione rappresentativa, la Conferenza delle superiore delle religiose (LCWR) di rivedere le sue posizioni dottrinali “erronee”.

Altre religiose, la Federazione delle Suore di San Giuseppe, hanno invitato alcuni giorni fa a pregare e a digiunare per sostenere il processo di dialogo tra Roma e la LCWR. Un dialogo che rischia di essere lungo e complicato, poiché, se i vescovi delegati dal Vaticano non hanno lasciato filtrare nulla per ora sul dialogo in corso, le religiose americane, invece, non hanno intenzione di fare marcia indietro.

La LCWR conta al contrario su questo processo di dialogo per tentate di “far comprendere” le sue posizioni e di “far evolvere lentamente la Chiesa”, spiega la direttrice esecutiva, Suor Janet Mock: “Noi rispettiamo l’organizzazione gerarchica della Chiesa ma ci sembra impossibile tornare indietro rispetto al processo di rinnovamento intrapreso cinquant’anni fa nella nostra vita religiosa.”

Sia alla LCWR che sul campo, le religiose americane sono convinte di essere sulla strada giusta e di essere “profetiche”. “Abbiamo preso il Vaticano II molto sul serio”, assicura Suor Maureen Fiedler, che anima ogni settimana un programma radiofonico interreligioso. Personalmente, lei è entrata nella congregazione di Loreto un mese prima dell’apertura del Concilio. “Abbiamo aggiornato le nostre vite integrandovi il messaggio di giustizia e di pace del Concilio. Abbiamo anche attinto alla sorgente delle intuizioni delle nostre fondatrici per rispondere ai segni dei tempi e ai bisogni delle persone emarginate dalla nostra società”.

Come Maureen Fiedler, che vanta un dottorato in scienze politiche all’università di Georgetown, la maggior parte delle religiose americane sono brillantemente laureate, insegnano oggi all’università, dirigono scuole, amministrano i più grandi ospedali del paese... Ma provano la sensazione di essere “ignorate”, anzi “discriminate” nella Chiesa. Per suor Mary Tiernan, direttrice del noviziato internazionale delle Suore della Santa Croce, che ha passato tutta la vita in missione in America Latina e in Africa, le religiose devono essere trattate “da adulte”, e non come “povere suorine”. “Devono poter porre domande, condividere i loro talenti, essere rispettate nei loro pareri.”

Alcune di loro hanno la sensazione che loro e i loro vescovi abbiano intrapreso percorsi paralleli che col tempo si sono allontanati. “Nelle nostre comunità, spiega Suor Simone Campbell, presidente della rete per promozione della giustizia sociale Network a Washington, siamo passate da un modo di vivere gerarchizzato ad un governo fondato sul dialogo e sulla concertazione. Abbiamo imparato ad ascoltare profondamente i movimenti dello Spirito Santo per giungere ad una decisione. La nostra obbedienza religiosa non è militare! Viviamo in una democrazia, mentre Roma funziona come una monarchia.”

Femministe radicali? È uno dei principali rimproveri del rapporto della Congregazione per la dottrina della fede, che si preoccupa nel vedere alcune religiose rimettere in discussione la struttura gerarchica della Chiesa cattolica. Infatti molte religiose non nascondono una certa ostilità nei confronti della gerarchia. Denunciano più o meno apertamente la “dominazione dei maschi”, la “patriarchia”. “Molte di noi si sono impegnate nella società per difendere l’uguaglianza dei sessi, il che ci ha portate a rivendicare gli stessi diritti nella Chiesa, sostiene Suor Maureen Fiedler. Certo, alcune donne hanno alte responsabilità nelle diocesi. Ma non possono dire nulla sulle decisioni dottrinali!”

Da lì all’auspicio dell’ordinazione delle donne... Sono rare quelle che accettano di parlarne a volto scoperto, ma molte vi aspirano. “Siamo eguali nel battesimo. Sul campo, raccogliamo le confidenze e preghiamo con le persone per chiedere il perdono di Dio. La mancanza di preti provocherà dei cambiamenti, bisogna essere pazienti”, assicura una religiosa che ha passato la vita in missione in Brasile. Intanto, alcune, che si dicono a disagio nella messa in cui gli uomini sono “troppo presenti”, preferiscono partecipare discretamente a delle “eucaristie senza prete”... “Questo ci avvicina tra sorelle”, dice una di loro a giustificazione.

Preoccupato di queste derive, il rapporto della Santa Sede rimprovera anche alla LCWR di aver invitato alla sua assemblea annuale dei relatori poco in linea con il Magistero e di aver suscitato un clima in cui alcune danno meno peso alla divinità di Cristo, a favore delle teorie new age. Un rimprovero totalmente ingiustificato, ritiene Clare Nolan, Suora del Buon Pastore. “Certo, non recito più il rosario davanti al Sacro Cuore, ma amo il Sacro Cuore di Gesù, la mia preghiera è integrata nella mia vita”, assicura questa lobbista all’ONU. Suor Cecilia Canales, domenicana nominata vicario per la vita religiosa a Los Angeles, una diocesi con 1800 consacrate, è categorica: “Le conferenze della LCWR sul New Age servono semplicemente a farci scoprire le diverse correnti di pensiero attuali, per comprendere meglio perché attirano le persone presso le quali noi siamo impegnate... Ma non distorciamo l’insegnamento della Chiesa. È talmente evidente per le religiose che vado a visitare. Hanno donato la loro vita e non la riprendono indietro!”

Un lato più problematico per Roma, è il fatto che l’analisi dei documenti della LCWR ha reso evidente che se le religiose sono molto impegnate nella promozione della giustizia sociale, restano però silenziose sulla difesa della vita, in particolare sull’aborto e sull’eutanasia, e talvolta si oppongono al Magistero sulla sua concezione di sessualità. “La vita è ben più complicata delle etichette “pro life” o “pro choice”. Quando si è vicini alla gente, si condividono i conflitti interiori, e non ci si può rinchiudere in posizioni dottrinali”, argomenta Suor Pam, assistente sociale a Southbend nell’Indiana. “Lavoriamo ai margini, e le situazioni che incontriamo non sono scritte nei libri. Cerchiamo di ascoltare lo Spirito Santo, per scegliere la soluzione migliore”, riassume Suor Mary Tiernan.

In senso più ampio, alcuni rimproverano a queste religiose di essere secolarizzate e di aver abbandonato la vita comunitaria per scegliere esse stesse la loro missione, il luogo dove vivere, mentre le giovani novizie aspirano ad una vita comunitaria più radicale e scelgono istituti più tradizionali. “Piuttosto che marciare in fila indiana verso la cappella, abbiamo potuto, vivendo nei quartieri, rafforzare le nostre relazioni con le persone e incarnare la nostra spiritualità”, afferma Suor Nolan. “Ci sono modi diversi di vivere la vita religiosa nella Chiesa, e non ci deve essere conflitto tra gli ordini più tradizionali e noi, aggiunge Suor Janet Mock. Noi siamo in grado di raggiungere delle persone che loro non toccano per niente, e loro invece sono in grado di raggiungere delle persone a cui noi non parliamo. Lavoriamo tutte per costruire la stessa Chiesa."


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