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CARMELITANI SCALZI ED ECUMENISMO: STORIA E MEMORIA. Ritrovato nel salernitano "file" perduto del tardo Rinascimento

giovedì 14 marzo 2024
UOMINI E DONNE, PROFETI E SIBILLE, OGGI: STORIA DELLE IDEE E DELLE IMMAGINI.
A CONTURSI TERME (SALERNO), IN EREDITA’, L’ULTIMO MESSAGGIO DELL’ECUMENISMO RINASCIMENTALE .....
RINASCIMENTO ITALIANO, OGGI: LA SCOPERTA DI UNA CAPPELLA SISTINA CON 12 SIBILLE.
Le Sibille di Contursi hanno parentele (...)

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> CARMELITANI SCALZI ED ECUMENISMO: STORIA E MEMORIA. --- PAPA FRANCESCO A MANILA. L’immagine del Santo Niño venerata nelle Filippine (molto simile al Bambinello di Praga) risale al XVI secolo.

lunedì 19 gennaio 2015


Il Papa a Manila: La famiglia e la Chiesa vanno protette.

di Michelangelo Nasca (Korazym.org, 18 gennaio 2015)

Con la celebrazione della Messa nel Rizal Park a Manila (stracolma di fedeli), il viaggio apostolico di Papa Francesco in Sri Lanka e Filippine volge al termine. Oggi, poi, per il popolo filippino ricorre una delle più importanti e antiche feste liturgiche: la festa del Santo Niño (Gesù Bambino). La statua del Santo Niño venerata nelle Filippine (molto simile al Bambinello di Praga) risale al XVI secolo ed è conservata presso la Basilica Minore del Santo Niño nella città di Cebu, nella Filippine. Si tratta dell’immagine religiosa più antica esistente nelle Filippine, la statua fu donata come regalo di battesimo, nel 1521, dall’esploratore Ferdinando Magellano alla Regina di Cebu all’epoca della esplorazione del navigatore portoghese in quelle terre. I fedeli ne celebrano la ricorrenza liturgica ogni terza domenica di gennaio.

E’ per me una particolare gioia celebrare la domenica del Santo Niño con voi. - dice Papa Francesco durante la sua omelia - «L’immagine del Santo Bambino Gesù ha accompagnato la diffusione del Vangelo in questo Paese fin dall’inizio. Vestito con gli abiti regali, coronato e dotato di scettro, globo e croce, Egli ci ricorda continuamente il legame tra il Regno di Dio e il mistero dell’infanzia spirituale... Il Santo Niño continua a proclamare che la luce della grazia di Dio è brillata su un mondo che abitava nelle tenebre, portando la Buona Novella della nostra liberazione dalla schiavitù, e guidandoci sul sentiero della pace, del diritto e della giustizia. Egli inoltre ci ricorda che siamo stati chiamati a diffondere il Regno di Cristo nel mondo».

“Siamo tutti figli di Dio” - afferma Papa Francesco - Questo è ciò che il Santo Niño viene a dirci. «Ci ricorda la nostra più profonda identità. Tutti noi siamo figli di Dio, membri della famiglia di Dio. Ne abbiamo visto una bellissima espressione quando i Filippini si sono stretti intorno ai fratelli e alle sorelle colpiti dal tifone». Le Filippine, ricorda il Pontefice, sono il primo Paese cattolico in Asia; si tratta di uno speciale dono di Dio, una benedizione. Ma è anche una vocazione - ricorda il Papa - «I Filippini sono chiamati ad essere eccellenti missionari della fede in Asia». Dio ha scelto tutti per essere testimoni in questo mondo della sua verità e della sua giustizia. Ha creato il mondo come uno splendido giardino e ci ha chiesto di averne cura. L’uomo però lo ha sfigurato della sua naturale bellezza e con il peccato ha distrutto l’unità e la bellezza della nostra realtà umana, creando - ricorda il Papa - «strutture sociali che hanno reso permanente la povertà, l’ignoranza e la corruzione».

Papa Francesco esorta i presenti a non scoraggiarsi di fronte alle difficoltà e alle ingiustizie del mondo, anche quando, talvolta, si è tentati di rinunciare e le promesse del Vangelo appaiono irrealizzabili. La grande minaccia al piano di Dio - sottolinea il Pontefice - per noi è ed è sempre stata la menzogna. «Il diavolo è il padre della menzogna. Spesso egli nasconde le sue insidie dietro l’apparenza della sofisticazione, il fascino di essere “moderni”, di essere “come tutti gli altri”. Egli ci distrae con il miraggio di piaceri effimeri e di passatempi superficiali. In tal modo noi sprechiamo i doni ricevuti da Dio, giocherellando con congegni futili; sprechiamo il nostro denaro nel gioco d’azzardo e nel bere; ci ripieghiamo su noi stessi. Trascuriamo di rimanere centrati sulle cose che realmente contano. Trascuriamo di rimanere interiormente come bambini. I bambini infatti, come ci insegna il Signore, hanno la loro propria saggezza, che non è la saggezza del mondo».

L’identità della famiglia va protetta, ricorda Papa Francesco, rilanciando e ricordando il prezioso compito di san Giuseppe, chiamato a proteggere e a custodire la vita di Gesù e di tutta la sacra Famiglia. «Egli (Gesù) ha avuto un protettore sulla terra: san Giuseppe. Ha avuto una famiglia qui sulla terra: la Santa Famiglia di Nazaret. In tal modo Egli ci ricorda l’importanza di proteggere le nostre famiglie e quella più grande famiglia che è la Chiesa, la famiglia di Dio, e il mondo, la nostra famiglia umana. Oggi purtroppo la famiglia ha bisogno di essere protetta da attacchi insidiosi e da programmi contrari a tutto quanto noi riteniamo vero e sacro, a tutto ciò che nella nostra cultura è più nobile e bello».

Nel Vangelo - ricorda infine il Papa - «Gesù accoglie i bambini, li abbraccia e li benedice. Anche noi abbiamo il compito di proteggere, guidare e incoraggiare i nostri giovani, aiutandoli a costruire una società degna del suo grande patrimonio spirituale e culturale. In modo specifico, abbiamo bisogno di vedere ogni bambino come un dono da accogliere, da amare e da proteggere. E dobbiamo prenderci cura dei giovani, non permettendo che siano derubati della speranza e condannati a vivere sulla strada».

Al termine della Celebrazione Eucaristica, dopo gli indirizzi di saluto e di ringraziamento da parte del Presidente della Conferenza Episcopale delle Filippine, S.E. Mons. Socrates B. Villegas, Arcivescovo di Lingayen-Dagupan, e dell’Arcivescovo di Manila, Card. Luis Antonio G. Tagle, vengono accese le candele e il Santo Padre invita i fedeli alla missione.


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