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CARMELITANI SCALZI ED ECUMENISMO: STORIA E MEMORIA. Ritrovato nel salernitano "file" perduto del tardo Rinascimento

mercoledì 24 aprile 2024
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> CARMELITANI SCALZI ED ECUMENISMO: STORIA E MEMORIA --- MODICA. La statua di Santa Teresa d’Avila di Gian Lorenzo Bernini (di Paolo Nifosi - "Archivio Storico Ibleo"

venerdì 26 febbraio 2021

Archivio Storico Ibleo

La statua di Santa Teresa d’Avila di Gian Lorenzo Bernini

di Paolo Nifosì *

      • [Foto] Gian Lorenzo Bernini

La notizia di una scultura in bronzo di santa Teresa d’Avila di Gian Lorenzo Bernini è di straordinaria importanza non solo per Modica e per l’area iblea ma per la cultura figurativa siciliana ed italiana. Sorprende il fatto che di questa scultura se ne sia persa memoria nella storiografia locale ed anche nella tradizione orale della città di Modica. Si può forse spiegare che il Carrafa, lo storico del Seicento, contemporaneo al Bolle nello scrivere la sua opera su Modica non ritenne opportuno citare un’opera contemporanea per quanto - come vedremo - tesse le lodi del Bolle e che bisognerà aspettare il tardo Ottocento per una riflessione storica sulla città in un momento in cui la cultura barocca era vista in modo negativo.

Una scultura «d’opera di relevo di bronzo, fatta dal Cavalero Bernino Romano, di altizza di palmi tri in circa cm 75 centimetri), con suo piedistallo d’habbano, ottangolare, guarnito di bronzo, con l’intermedio del lapislazzaro, con otto angeletti dorati».

A volerla sono i coniugi Don Francesco Bolle Pintaflor e la moglie Eugenia, «Barona Zaprada et Padigla».

Ma chi è Don Francesco Bolle Pintaflor? Il Carrafa che è un contemporaneo del Bolle scrive che assume l’incarico di Governatore della contea nel 1649, «plenipotenziario di tutto lo Stato assai bene condusse, e con savi consigli una tal carica, che suole affidarsi per la sua grande importanza ad uomini sommi: dimostrano l’altezza di sua stirpe le insegne di cui va decorato, e quelle del di lui figlio, avendo l’uno la divisa religiosa, e militare bianca e rossa dell’ordine di San Giacomo, e l’altro la divisa di San Giovanni....a proprie spese costrusse il convento di Santa Maria delle Grazie, e quello di Santa Teresa, molti edifici ei ristorò del Castello, caduti per vecchiezza, e diede miglior forma alla città, e alle sue strade, non tralasciando di rifare molte altre fabbriche dirute... del medesimo si prestano gli alimenti ai religiosi ed agli altri dell’ordine di Sant’Agostino nel convento di San Marco, nel quale a 23 aprile 1651 venne proclamato gran maestro dell’ordine».

È Maestro razionale della Contea nel 1636 ed in quella veste da l’incarico per la realizzazione di alcuni magazzini affianco alla torre di Pozzallo. Risulta castellano del “castro di Scicli” nel 1638. Personalità ancora da studiare nel suo ruolo politico e sociale della città avrà avuto contatti significativi a Roma per poter commissionare un’opera al Bernini.

La certezza dell’esecuzione da parte del Bernini deriva oltre che dall’esplicito riferimento all’artista anche alle condizioni che il Bolle pone nel momento in ci consegna con un atto notarile la statua e cioè il fatto che non avrebbe potuto essere tolta dall’altare centrale della chiesa di Santa Maria delle Grazie per nessuna ragione e per nessuna richiesta, anche se avesse avuto l’autorizzazione del Papa, del Generale dell’Ordine carmelitano o di qualsiasi autorità civile. Un’opera che il Bolle avrà commissionato, con ogni probabilità tra il 1648 e i primi del 1649. La conferma della consegna ci è data dalla presenza della scultura negli inventari della chiesa del 1782 e del 1802. Di quella statua oggi se ne sono perse le tracce. La commissione fatta dal Bolle al Bernini di per sé stessa rilevante testimonia dell’apertura culturale che si viveva in città e per la consapevolezza del valore dell’arte contemporanea nella capitale della contea rispetto ai fermenti più vitali a Roma.

Per l’importanza della notizia trascrivo il documento di consegna dell’opera e un documento che attesta la presenza dell’opera nel 1782.

Paolo Nifosì

      • [...]

* Fonte: Archivio Storico Ibleo. Sito web della Società ragusana di Storia patria, 26.02.2021 (ripresa parziale).


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