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REFERENDUM 12 e 13 GIUGNO 2011: QUATTRO QUESITI e QUATTRO SCHEDE. Ecco per cosa si vota. "Io vado a votare. PASSA-PAROLA".

lunedì 13 giugno 2011
Referendum: come, quando e per cosa si vota
Ecco cosa prevedono i quattro quesiti per cui gli italiani saranno chiamati alle urne il 12 e 13 giugno *
ROMA - Con la decisione della Cassazione, che ha stabilito che il referendum sul nucleare si svolgerà anche se il governo con il decreto Omnibus (...)

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> REFERENDUM 12 e 13 GIUGNO 2011: QUATTRO QUESITI e QUATTRO SCHEDE. ---- Il raggiungimento del quorum e la conseguente vittoria.Sì, battiamo i privilegi (di Moni Ovadia).

sabato 11 giugno 2011

Sì, battiamo i privilegi

di Moni Ovadia (l’Unità, 11.06.2011)

Il raggiungimento del quorum e la conseguente vittoria del fronte referendario assumerebbe un significato politico decisivo per il futuro del nostro paese e non solo del nostro paese. In particolare il quesito che riguarda l’acqua contiene in se un orizzonte ben più ampio del suo merito specifico.

Una vittoria dei sì per affermare che l’acqua è bene comune, potrebbe inaugurare una rimessa in discussione dell’ideologia privatistica ed economicista del mondo che considera l’intero creato, essere umano incluso, costituito da una serie di commodities negoziabili sui cosiddetti mercati, ma soprattutto territorio violabile e violentabile con ogni forma di speculazione selvaggia.

Gli idolatri del mercato, da che il thatcherismo e le reganomics hanno fatto il loro impetuoso esordio sulla scena mondiale, hanno fatto gabellato per oro colato, l’idea che la privatizzazione di ogni attività economica sia la panacea di tutti i mali. È falso. L’ultima crisi economica mondiale ha smascherato questa ignobile menzogna dei signori del privilegio.

Per quanto attiene al bene acqua basta informarsi sulle ragioni della ripubblicizzazione dell’acqua a Parigi, dopo anni di fallimentare gestione privata. La lungimirante decisione ha portato solo vantaggi: alla qualità del servizio, alla qualità intrinseca del bene, alle tasche dei cittadini e da ultimo alle casse della municipalità, 35 milioni di Euro, permettendo all’amministrazione di investire nel welfare ancora a vantaggio dei cittadini. L’economia pubblica del bene comune è una scelta al servizio della società. Ed è la società civile che deve dettare questa priorità al ceto politico.


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