DEMOSTENE (111 Olintica, 26 e 29) *
Gli uomini di Stato un tempo si mostravano così semplici nella vita privata e i loro costumi erano così conformi al carattere della nostra città che se qualcuno di voi potesse vedere la casa di Aristide o di Milziade o di altri cittadini illustri di quei tempi non la troverebbe più adorna di quella del suo vicino. Essi infatti non miravano ad arricchire trattando gli affari pubblici... Leali verso i greci, pii verso gli dei, rispettosi dell’eguaglianza nella città, ci procurarono, come ci si doveva aspettare, una grande prosperità...
Oggi, mi si dirà, i nostri affari non sono brillanti ma in città si è fatto di meglio. Ma che cosa mi si può effettivamente citare? I parapetti degli spalti lastricati a nuovo, le strade e le fontane ristrutturate, tante cose da niente... Ma rivolgete la vostra attenzione agli uomini che hanno fatto questa politica; gli uni sono passati dalla indigenza alla ricchezza, gli altri dall’oscurità agli onori, alcuni si sono costruiti case più imponenti degli edifici pubblici e, nella misura che la fortuna della città declinava, la loro si ingrandiva.