La lettera di commiato di Scola: «Ho imparato l’umiltà». Il totonomine
L’arcivescovo traccia un bilancio a conclusione della pluriennale visita pastorale nella diocesi ambrosiana, «giunta ormai alla sua conclusione». Papa Francesco, dicono in Vaticano, ha già scelto il suo successore
di Giampiero Rossi (Corriere della Sera, 16 giugno 2017)
« Ho appreso a conoscermi meglio, a fare miglior uso dei doni che Dio mi ha dato e, nello stesso tempo, ho imparato un po’ di più quell’umiltà (humilitas) che segna in profondità la nostra storia. Ho potuto così, grazie a voi, accettare quel senso di indegnità e di inadeguatezza che sorge in me tutte le volte che mi pongo di fronte alle grandi figure dei nostri patroni Ambrogio e Carlo». L’arcivescovo Angelo Scola scrive una lettera ai «battezzati, le donne e gli uomini delle religioni e di buona volontà» a conclusione della pluriennale visita pastorale nella diocesi ambrosiana, «giunta ormai alla sua conclusione».
Un messaggio che ha tutto il sapore del congedo e che arriva all’indomani della processione del Corpus Domini, che ha simbolicamente attraversato le vie del centro città fino al Duomo e nei giorni in cui da Roma rimbalzano indiscrezioni sull’imminenza dell’annuncio del successore alla guida della chiesa milanese. Papa Francesco, dicono in Vaticano, ha già compiuto la sua scelta, dopo aver consultato molte persone ma senza aver mai rivelato nulla a nessuno. Sia Scola sia il suo predecessore Dionigi Tettamanzi furono nominati nel mese di giugno, per poi insediarsi a Milano in settembre, in concomitanza con l’inizio dell’anno pastorale.