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IL SONNO MORTIFERO DELL’ITALIA. In Parlamento (ancora!) il Partito al di sopra di tutti i partiti - quello pił uguale degli altri.

lunedì 18 marzo 2024
PER L’ITALIA E PER LA COSTITUZIONE. CARO PRESIDENTE NAPOLITANO, CREDO CHE SIA ORA DI FARE CHIAREZZA. PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI ...
Materiali sul tema (24.05.2012):
"PUBBLICITA’ PROGRESSO": L’ITALIA E LA FORZA DI UN MARCHIO REGISTRATO!!!
GLI APPRENDISTI STREGONI E L’EFFETTO "ITALIA". LA (...)

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> IL SONNO MORTIFERO DELL’ITALIA. In Parlamento (ancora!) il Partito al di sopra di tutti i partiti.

lunedì 3 ottobre 2016

“Napolitano mente” *

"LO DICO con dispiacere ma le affermazioni di Giorgio Napolitano sul futuro del parlamento se vincerà il Sì sono incredibili - scrive Alfiero Grandi, vice presidente del comitato per il No - Come si fa a dire che il futuro parlamento avrebbe più ruolo con la vittoria del Sì? Se questa disgraziata modifica della Costituzione dovesse andare in porto e l’Italicum rimanesse la legge elettorale il parlamento perderebbe del tutto la sua autonomia, anziché essere il centro della rappresentanza dei cittadini. Diventerebbe subalterno al governo, che diventerebbe così il vero dominus della vita politica per 5 anni, tanto più che il nome del futuro presidente del consiglio sarebbe indicato sulla scheda elettorale, cioè verrebbe di fatto eletto direttamente, una forma che l’attuale Costituzione non prevede in alcun modo".

"Come si può non vedere che il Senato sarebbe composto da nominati - prosegue il comitato - e con l’incapacità di esercitare effettivamente i poteri attribuitigli che per di più riguardano modifiche costituzionali, diritti delle minoranze linguistiche, ecc.? Materie che mantengono il bicameralismo paritario tra Camera e Senato che però sparisce dal quesito referendario (un quesito che mente) e che non sarebbe più eletto dai cittadini. Parità di poteri ma non di elettività, uno squilibrio evidente. Quanto alla Camera, unica sede per la fiducia, non solo dovrebbe subire lo strapotere del governo sul parlamento con i decreti legge a valanga ma dovrebbe subire anche la nuova norma costituzionale che prevede l’obbligo di approvare le proposte di legge del governo in 70 giorni.

* Il Fatto, 03.10.2016


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