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IL SONNO MORTIFERO DELL’ITALIA. In Parlamento (ancora!) il Partito al di sopra di tutti i partiti - quello più uguale degli altri.

venerdì 5 aprile 2024
PER L’ITALIA E PER LA COSTITUZIONE. CARO PRESIDENTE NAPOLITANO, CREDO CHE SIA ORA DI FARE CHIAREZZA. PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI ...
Materiali sul tema (24.05.2012):
"PUBBLICITA’ PROGRESSO": L’ITALIA E LA FORZA DI UN MARCHIO REGISTRATO!!!
GLI APPRENDISTI STREGONI E L’EFFETTO "ITALIA". LA (...)

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> IL SONNO MORTIFERO DELL’ITALIA. --- TAGLI PER 25 MILIARDI: PAGANO GLI STATALI. Si toglie all’università e si dà alle scuole private. E le auto blu restano quelle di quando c’era B.

mercoledì 4 luglio 2012


-  Scure del governo sugli statali
-  Pagano gli statali. Tagli per 25 miliardi Tagli nel pubblico: blocco degli stipendi, ferie coatte e stop ai concorsi
-  Via il 10% dei dipendenti e il 20% dei dirigenti. Sanità: i posti letto calano del 10%
-  Sindacati sul piede di guerra: così lo sciopero sarà inevitabile
-  Il Pd: il governo ci ascolti, niente forbici sul sociale

di Bianca Di Giovanni (l’Unità, 04.07.2012)

Il governo non scopre le cifre: non lo fa con i presidenti di Regione e i sindaci e tantomeno con i sindacati. Ma i numeri ci sono, e sono pesantissimi: 25 miliardi da reperire da oggi al 2014. Tutto sulle spalle di dipendenti pubblici, delle amministrazioni centrali e periferiche, e della spesa sanitaria.

Sulla revisione della spesa il governo non scopre le cifre con i presidenti di Regioni e Province e con i sindaci, e tantomeno con i rappresentanti sindacali. Ma i numeri ci sono eccome, e sono pesantissimi: 25 miliardi da reperire da oggi al 2014. Tutto sulle spalle di dipendenti pubblici, delle amministrazioni centrali e periferiche, e della spesa sanitaria. All’inizio del lavoro Piero Giarda non aveva superato la soglia di 17 miliardi nel triennio, ma il terremoto, la questione esodati e l’andamento degli spread hanno imposto un intervento più pesante. Anche se Mario Monti insiste: «non è una manovra, ma un’operazione strutturale. Siamo contrari a tagli lineari fatti con l’accetta». Ma sul tavolo a Palazzo Chigi non si visto nessun piano analitico, il «bisturi» che il premier ha promesso di utilizzare non si è visto. Cosa che ha fatto balzare sulle barricate sia i sindacati che gli amministratori locali.

Sta di fatto che dal blocco di stipendi dei dipendenti pubblici (che non sembrano «sprechi»), da prepensionamenti e mobilità per il 20% dei dirigenti e il 10% dei dipendenti, la riduzione dei permessi sindacali del 10% per gli statali a partire da gennaio del 2013, dal taglio dei fondi per la sanità (già decurtati di 8 miliardi in tre anni) si dovranno reperire le risorse per evitare l’aumento dell’Iva, salvaguardare gli esodati e affrontare l’emergenza terremoto. Per il solo 2012 si punta a recuperare circa 8 miliardi. Monti avrebbe riferito alle parti sociali che per ora si troveranno le risorse per evitare l’Iva soltanto del 2012 (4,2 miliardi), per il 2013 si vedrà.

Il decreto è atteso per venerdì: in tempo per presentarsi di nuovo a Bruxelles con i conti a posto, nel momento in cui si scriveranno le regole tecniche del fondo salva-spread. L’intervento fa parte di un piano in tre mosse. La prima è già stata varata con il decreto limitato al ministero dell’Economia, che contiene anche indicazioni sulla razionalizzazione delle società degli enti locali. Il secondo step avverrà in questa settimana, con l’intervento sui pubblici e sulla sanità, mentre l’ultimo gradino arriverà a fine luglio, e riguarderà l’accorpamento dei piccoli Comuni e la riorganizzazione delle Province. L’Anci ha fatto richiesta di anticipare la manovra sui piccoli Comuni, perché a fine luglio sarebbe troppo tardi per modificare l’articolo 16 del Salva-Italia sull’unione dei centri sotto i mille abitanti. In ottobre, poi, arriverà la legge di Stabilità: in quella sede si dovrebbero reperire ulteriori risorse per evitare l’aumento dell’Iva, anche parziale, dal 2013.

PUBBLICI

Il pubblico impiego è un territorio minato per il governo. Il ministro Filippo Patroni Griffi ha assicurato che si procederà alla riduzione del personale della Pubblica Amministrazione solo dopo «la verifica delle piante organiche e solo dopo sarà possibile selezionare e modulare l’intervento di riduzione attraverso la mobilità di due anni». Insomma, il governo non agirà unilateralmente. Ma da ora a fine settimana i tempi sembrano davvero stretti per sperare in un’intesa. Vero è che il ministro indica tempi più lunghi. Per lui la deadline è ottobre, quando l’intera organizzazione del personale verrà rivista. l’intervento dovrebbe riguardare circa 2,2 milioni di lavoratori, visto che la scula sembra esclusa. In sostanza si studieranno accorpamenti e possibili trasferimenti di personale. Solo dopo si procederà all’effettiva quantificazione di esuberi reali (quel 10% si riferisce alla pianta organica sulla carta).

Per le eccedenze si profilerebbero due percorsi: il pensionamento con i vecchi requisiti del contributivo per chi è vicino alla pensione (ma il Tfr sarà versato solo quando si saranno raggiunti i requisiti previsti dalla riforma Fornero), e per gli altri la mobilità, che vuol dire due anni con una riduzione dello stipendio all’80%. I sindacati hanno sollevato da subito una questione di diritto. Nella stessa platea di lavoratori, magari con la stessa anzianità contributiva e la stessa età anagrafica, si profilerebbero così due diversi trattamenti: chi è individuato come esubero avrà la pensione (magari non volendo andarci), gli altri saranno costretti a restare al lavoro con le nuove regole.

SANITÀ

Ancora da definire il pacchetto sanità. Il piano elaborato da Renato Balduzzi (senza interventi sui servizi) prevedeva risparmi di 1 miliardo per quest’anno e di due per ciascuno dei prossimi due anni (5 miliardi in totale). Con l’aumento della manovra complessiva, sicuramente il taglio lieviterà almeno a 3 miliardi per ciascun anno (totale 8 miliardi). Secondo una bozza circolata in serata, ma non confermata dal ministero, si sarebbe pensando a un taglio di circa 30mila posti letto, con la chiusura dei piccoli ospedali. Il piano Bondi poi dovrebbe consentire acquisti più vantaggiosi, soprattutto sulla logistica (pasti, lenzuola, ecc). Ci si sarebbe presi una pausa di riflessione sul fronte dei farmaci, dopo la levata di scudi di farmacie e case produttrici. Ma sul fronte delle spese sanitarie è ancora nebbia fitta: è possibile che anche sui vecchi tagli vengano fatte delle revisioni. Una cosa è certa: i presidenti di Regione hanno fatto barricate. «Dicano chiaramente che vogliono ridurre i livelli essenziali di assistenza (lea)», dichiara all’uscita di Palazzo Chigi Roberto Formigoni. «Nessuno toccherà i lea», fanno sapere dal ministero di Balduzzi. Oggi è in programma il primo incontro ministro-Regioni.



-  Si toglie all’università e si dà alle scuole private
-  Sacrifici per i pubblici: stipendi bloccati fino al 2014
-  30mila posti in meno negli ospedali

di La. Ma. ( l’Unità 4.7.12)

Ecco le principali misure previste dalla bozza sulla spending review. Blocco degli stipendi: per due anni, dal 1 gennaio 2013 al 31 dicembre 2014, lo stipendio dei dipendenti delle società pubbliche non potrà superare quello del 2011. Ridotte le assunzioni: le «facoltà assunzionali» sono ridotte al 20% per tutte le amministrazioni nel triennio 2012-2014, del 50% nel 2015 e del 100% a decorrere dal 2016. Sono anche sospesi i concorsi per l’accesso alla prima fascia dirigenziale, non oltre il 31 dicembre 2015. Pianta organica ridotta: estensione a tutte le amministrazioni pubbliche della riduzione delle piante organiche attraverso un taglio del personale del 10% per i dipendenti e del 20% per i dirigenti.

E, tra le ipotesi formulate dal governo, anche l’eventualità di derogare dalla riforma Fornero sulle pensioni mandando in pensionamento anticipato obbligatorio i dipendenti e i dirigenti che abbiano realizzato i requisiti previsti dalle vecchie regole, entro il 31 dicembre 2013. Riduzione dei permessi sindacali del 10% a partire da gennaio 2013. Ferie obbligatorie per una settimana a Ferragosto, Natale e Capodanno. Sarà vietato monetizzare su ferie, riposi e permessi non goduti. Buoni pasto: non potranno superare i 7 euro, a partire dal 1 ottobre.

Fondi Università: 200 milioni in meno dal 2013. Fondi alle scuole non statali: arrivano fondi per 200 milioni.

Riduzione delle Province entro 20 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto. La redistribuzione degli obiettivi del patto di stabilità interno tra gli enti «è operata a invarianza del contributo complessivo». Meno risorse alle Regioni: ridotte di 700 milioni per il 2012 e di 1 miliardo a decorrere dal 2013. Esodati: salvati altri 55mila rispetto ai 65mila già interessati. Riduzione compensi Caf: il compenso scende a 13 euro per ciascuna dichiarazione elaborata e trasmessa e a 24 euro per l’elaborazione e la trasmissione delle dichiarazioni in forma congiunta. Il decreto riduce anche del 10% i trasferimenti a favore dei patronati. Uso gratuito beni pubblici per lo Stato di beni di proprietà degli enti territoriali e viceversa. Blocco delle tariffe fino al 31 dicembre 2013. Dimezzata spesa auto blu nel 2013 rispetto al 2011. Presidenza del Consiglio: si annuncia un taglio per 15 milioni al 2013, 5 dei quali già quest’anno, 10 il prossimo.

Sanità: 30mila posti letto in meno in ospedale, con un rapporto di 3,7 posti letto per mille abitanti contro gli attuali 4,2. In sostanza, i posti letto passeranno da 252mila a 222mila. Taglio del 5% per l’acquisto di beni e servizi. Fondo sanitario: tre miliardi in meno in due anni, un miliardo per il 2012 e due per il 2013.

Farmacie: l’ulteriore sconto dovuto dalle farmacie convenzionate è rideterminato al valore del 3,65% (fino al 31 dicembreal 6,5%). Per il 2012 l’onere a carico del Servizio sanitario nazionale per l’assistenza farmaceutica territoriale è rideterminato nella misura del 13,1%. Mentre dal 2013 questo stesso tetto è ulteriormente abbassato all’11,5%. A decorrere dal 2013, «gli eventuali importi derivanti dalla procedura di ripiano sono assegnati alle Regioni, per il 25%, in proporzione allo sforamento del tetto registrato nelle singole Regioni e, per il residuo 75%, in base alla quota di accesso delle singole Regioni al riparto della quota indistinta delle disponibilità finanziarie per il Servizio sanitario nazionale». Radio e Tv locali: contributi ridotti di 30 milioni a decorrere dal 2013.

Missioni di pace: meno 8,9 milioni già per quest’anno. Polizia: i dipendenti delle forze di polizia di età inferiore a 32 anni, salvo casi eccezionali, devono essere utilizzati a servizi operativi. Nell’ambito della riduzione delle spese per il personale (articolo 14), «le strutture interessate dalla limitazione delle assunzioni previste adottano misure per destinare a servizi operativi un numero di unità di personale non inferiore a quello corrispondente alle minori assunzioni da esso derivanti».

Liquidatori: i commissari liquidatori di enti pubblici potranno avere un incarico non superiore ai 3 anni, che potrà essere prorogato una sola volta per un periodo massimo di 2 anni, quindi per complessivi 5 anni. Uranio impoverito: viene dimezzato il fondo per le vittime dell’uranio impoverito, meno 10 milioni per il 2012. In origine il fondo era superiore ai 21 milioni di euro, di cui 9 già erogati, su oltre 600 domande di risarcimento da parte dei familiari di militari e civili impegnati nelle missioni italiane ammalati o morti per gli effetti letali dell’uranio impoverito. Strade sicure: per l’operazione «strade sicure» autorizzata la spesa di 72,8 milioni nel 2013. Autotrasporto: per il settore vengono destinati 200 milioni per il 2013.

Enti: riorganizzati Cnr, Infn e Ingv, cancellati altri istituti. Sono soppressi l’Istituto nazionale di ricerca metrologica, la Stazione zoologica Anton Dohrn, l’Istituto italiano di studi germanici e l’Istituto nazionale di alta matematica. Sopresso anche l’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale, quello di astrofisica e il Museo storico della fisica e centro di studi e ricerche «Enrico Fermi».


-  Palazzo Chigi non si tocca
-  Un “taglietto” da 15 milioni in due anni
-  E le auto blu restano quelle di quando c’era B.

-  di Eduardo Di Blasi (il Fatto, 04.07.2012)

C’è un’unica voce, nella bozza circolata ieri sulla spending review, che riguarda direttamente Palazzo Chigi. È la diminuzione, di 5 milioni nel 2012 e di 10 per il 2013 del “fondo di funzionamento” della Presidenza del Consiglio. Una miseria se pensiamo che, quando al governo c’erano i berlusconi, i brunetta e le brambille, quel fondo lievitò in un solo anno da una previsione di 363 milioni di euro a un consolidato quasi doppio di 616. Per “pesare” la misura basti pensare che solo sul capitolo “auto blu” il palazzo di governo segna in un anno la cifra di 9 milioni di euro, e nulla è cambiato nemmeno con le “severe” norme varate da Brunetta. Come prima, infatti, i capi dipartimento della Presidenza dispongono di due autisti dedicati e di una macchina. L’unica differenza formale è che l’auto è in capo al dipartimento e non più al dirigente. È per l’appunto una formalità. Oggi come allora infatti, quell’automobile serve che è a capo del dipartimento.

NON È L’UNICA anomalia di una macchina che non riesce a riformare sè stessa. Bruno Stramaccioni, sindacalista Usb a Palazzo Chigi, ne cita diverse altre: “Hanno esternalizzato i servizi informatici. Sa quanto costano? Undici milioni di euro nel triennio. Hanno azzerato un comparto che funzionava, con professionalità che si erano formate con anni di lavoro, per fare cosa? Per darlo alla Selex? ”.

Il problema delle auto blu, poi, è strettamente connesso alla presenza di forze di polizia all’interno del Palazzo. All’ultimo censimento ce n’erano oltre 500 sui circa 4100 impiegati della Presidenza. “Tra questi 259 - spiega Stramaccioni - scadevano al 30 giugno. A quella data sarebbero dovuti tornare nelle loro amministrazioni di provenienza: polizia, gdf, penitenziaria. Il dipartimento invece ha chiesto la proroga per tutti. Resteranno qui: a guidare le auto, a vigilare sull’ufficio passi, ma anche a stare negli uffici, cosa che non dovrebbero poter fare”. Pazienza. Tutto resta immobile nei corridoi del Palazzo.

Ricordate la struttura di missione per i 150 anni dell’Unità d’Italia? A un anno dalla sua scadenza naturale, è ancora lì. A guidarla è sempre Giancarlo Bravi, pensionato da diversi anni, rimasto in Presidenza con una consulenza. Anche questa struttura di missione dovrebbe andare a scadenza, ma pare già pronta la soluzione: verrà trasformata in una struttura di missione per gli Eventi. Niente taglio. A fronte di spese che continuano ad essere fuori controllo, di dirigenti arrivati per diretta collaborazione di politici, e poi rimasti, senza nè arte nè parte, nei posti direttivi dell’amministrazione di governo (o anche a non far niente), tra i dipendenti serpeggia il malumore. “Vogliono mandare a casa il 10% dei dipendenti della pubblica amministrazione? Inizino da questi raccomandati che ricoprono posti di responsabilità senza aver sostenuto concorsi e senza titoli adeguati”.

NEI MEANDRI di questa amministrazione pietrificata ci sono anche due curiosità. La prima: Mario Monti non ha compiuto nessun atto formale per rinunciare al proprio compenso (ovviamente non l’ha ritirato e non lo farà, ma non c’è nessuna regola perchè non lo faccia in futuro). La seconda: il ministro Moavero non ha dato i propri ferimenti bancari all’ufficio del Personale. È lì da mesi ma non sanno come pagarlo.


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