Inviare un messaggio

In risposta a:

VEDO LA FINE DELLA CRISI: LE ULTIME PAROLE FAMOSE. Monti al meeting di Cl a Rimini. il testo scritto del discorso

domenica 26 agosto 2012
PREMESSA SUL TEMA. Materiali:
LA QUESTIONE MORALE, QUELLA VERA - EPOCALE.
L’ITALIA (1994-2012), TRE PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA SENZA "PAROLA", E I FURBASTRI CHE SANNO (COSA SIGNIFICA) GRIDARE "FORZA ITALIA". (Federico La Sala)

IL TESTO (...)

In risposta a:

> VEDO LA FINE DELLA CRISI: LE ULTIME PAROLE FAMOSE. ---- Monti come De Gasperi. La Cosa Bianca celebra il montismo .“La sua cifra per la Terza Repubblica” (di Paolo Berizzi)

lunedì 20 agosto 2012


-  La Cosa Bianca celebra il montismo
-  “La sua cifra per la Terza Repubblica”

di Paolo Berizzi (la Repubblica, 20 agosto 2012)

Monti come De Gasperi. Sostenuto da un nuovo, ormai avviatissimo blocco centrista - Cosa Bianca o chiamatelo come volete. E comunque sì, quel contenitore cattolico che si prepara per le elezioni del 2013, spianando la strada a un sempre meno improbabile (nonostante le smentite dell’interessato) impegno dell’attuale premier nella prossima legislatura. Perché - come sintetizza il ministro per la Cooperazione internazionale, Andrea Riccardi - «la Terza Repubblica ha bisogno della cifra politica che Monti rappresenta, e che riporta alla memoria la figura di De Gasperi». Ecco, al di là e al netto delle suggestioni commemorative, è proprio a questo che serviva il convegno degasperiano organizzato a Trento nell’anniversario della morte del fondatore della Dc (da Pieve Tesino).

Anzitutto, come voleva l’ideatore dell’iniziativa, il governatore Lorenzo Dellai, ha segnato una nuova tappa di avvicinamento alla nascita ufficiale (il congresso costituente è previsto a novembre) del “partitone” al quale stanno lavorando da tempo Casini e Fini (assieme a Beppe Pisanu). E poi, appunto, quale migliore occasione per scaldare l’investitura del «nuovo De Gasperi»: Monti, «anche lui europeista», uno che - per dirla ancora con Riccardi - «sa legare politici e tecnici, laici e cattolici», che «pensa alle nuove generazioni più che al consenso e parla un linguaggio politico concreto».

Lo slogan dei nuovi centristi degasperomontiani («il bipolarismo ha fallito, ha prodotto solo disastri») è sotto la luce del sole: manca solo il nome del partito. Né devono sorprendere i dettagli. Dellai, il cui nome è dato per certo nell’organigramma del nuovo soggetto politico, ha voluto accanto a sè, oltre a Riccardi, il segretario della Cisl Raffaele Bonanni e il presidente delle ACLI Andrea Olivero. «Siamo amici da tanto tempo», dicono i quattro. Chiedono al titolare della Cooperazione chi dei suoi colleghi vedrebbe bene nella nuova avventura politica. Risposta: «Non so, però Dellai mi è simpatico...». Dal canto suo il ministro si dice indisponibile, così come Bonanni, alla candidatura. Particolari trascurabili rispetto ad altre «coincidenze».

Dopo averlo già citato in più di un’occasione recente, pubblica e privata, ieri Monti ha chiuso il suo intervento al Meeting di Rimini leggendo il passaggio di un discorso del padre della Dc: siamo nel 1950, piena ripresa economica e De Gasperi è presidente del consiglio. Sessantadue anni dopo, in mezzo alla crisi europea, a tessere la tela del Professore c’è un partito che sta nascendo. Che abbraccerà ministri dell’attuale governo ma anche forse forze esterne che attendono in panchina o ai blocchi di partenza (Montezemolo, Marcegaglia, lo stesso Olivero). Guai, però, a chiamarlo “partito di Monti».

«L’epoca dei partiti personali è finita - ragiona Dellai, già tra i fondatori della Margherita - ma una cosa è certa: il futuro della politica è la sintesi tra tecnici e politici». Più chiaro di così. «Stenderemo un documento su Trento con i nomi dei promotori». La domanda che tutti si fanno è: ci sarà anche Gianfranco Fini? Il presidente della Camera sabato ha studiato bene la sua apparizione a Pieve Tesino per l’annuale commemorazione della morte di De Gasperi. Dellai non lo ha accolto proprio calorosamente (è arrivato addirittura in ritardo) e ieri si è guardato bene dall’invitarlo.

Perché De Gasperi parlava di un «centro che guarda a sinistra e non ha mai voluto fare accordi con la destra». Sul tema, o nei dintorni, aleggia anche una frase del ministro Riccardi. Che a proposito di anti europeismo dice: «I rigurgiti di fascismo sono il nuovo nemico dell’Europa assieme alla irrilevanza». Una stoccata al presidente della Camera la riserva anche Matteo Renzi: «Come erede di De Gasperi è più credibile il mago Otelma». Sulle prove tecniche del Grande Centro, intanto, piovono le critiche dal Pdl. «Usano De Gasperi per coprire l’alleanza con Bersani e Vendola», chiosa il capogruppo Fabrizio Cicchitto.


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: