Inviare un messaggio

In risposta a:
Capitalismo e "Mammasantissima"....

DIARIO DALL’ITALIA: IO SCHIAVO IN PUGLIA. Reportage di Fabrizio Gatti, inviato dell’Espresso

Diario di una settimana nell’inferno. Tra i braccianti stranieri nella provincia di Foggia
venerdì 1 settembre 2006 di Federico La Sala
[...] Adesso è la stagione dell’oro rosso: la raccolta dei pomodori. La provincia di Foggia è il serbatoio di quasi tutte le industrie della trasformazione di Salerno, Napoli e Caserta. I perini cresciuti qui diventano pelati in scatola. Diventano passata. E, i meno maturi, pomodori da insalata. Partono dal triangolo degli schiavi e finiscono nei piatti di tutta Italia e di mezza Europa. Poi ci sono i pomodori a grappolo per la pizza. Gli altri ortaggi, come melanzane e peperoni. Tra poco (...)

In risposta a:

> DIARIO DALL’ITALIA: IO SCHIAVO IN PUGLIA. Reportage di Fabrizio Gatti, inviato dell’Espresso

domenica 3 settembre 2006

E’ possibile liberarsi dalla mala-economia

Ma si può praticare un’economia di qualità, finché le mafie drogheranno il mercato o incasseranno finanziamenti pubblici? La ricerca di giustizia e le risposte al convegno di «Sbilanciamoci» da parte dei protagonisti politici, sociali ed economici della lotta di questi anni contro i condizionamenti delle economie malavitose

di Antonio Massari (il manifesto, 02.09.2006)

Bari. «Un’idea, finché resta un’ idea, è soltanto un’astrazione. Se potessi mangiare un’idea avrei fatto la mia rivoluzione». Cita a memoria Giorgio Gaber, don Tonio Dall’Olio, per spiegare che l’idea di combattere le mafie, e a volte di sconfiggerle, si può mangiare per davvero. Basta assaggiare il pane ricavato da un grano speciale: quello cresciuto nelle terre confiscate ai mafiosi. Ex presidente di Pax Crhristi, ora tra i responsabili di Libera - associazione contro le mafie, don Tonio Dall’Olio, interviene a Bari, durante la seconda giornata di «Sbilanciamoci!», nella sessione dedicata a «Imprese e legalità, per un’economia di qualità». Accanto a lui siedono Pietro Grasso, procuratore generale antimafia, Giuseppe Lumia, parlamentare Ds ed ex presidente della commissione antimafia, l’imprenditore Alessandro Laterza, il sindaco di Mesagne Mario Sconosciuto, e Patrizio Gonnella, dell’associazione Antigone. «C’è un pensiero non detto: le mafie, in fondo, muovono l’economia - continua Dall’Olio - E allora sembra che anche loro, in qualche modo, possano far del bene». Insomma il messaggio è semplice: non bisogna mollare. Anche perché, come spiega Grasso, la «forza delle moderne organizzazioni mafiose sta proprio nell’immensa ricchezza di cui possono disporre». E come gli raccontò un pentito, «per un mafioso qualche anno di galera è messo in preventivo: è quando gli si tocca la tasca, che non ragiona più». Così, bere un bicchiere di vino spillato alle vigne dei mafiosi, comporterebbe ben tre risultati. Una gustosa rivoluzione (come suggerisce Dall’Olio), conquistata toccando tasca e nervi del mammasantissima, (come dice Grasso) che ci spingerebbe verso un «consumo critico» (come spiega invece Lumia). Posato il calice, però, le mafie continuano a occupare una larga fetta del mercato. E sottraggono risorse immense: «7,5 miliardi di euro e 180mila posti di lavoro solo al Sud», continua Grasso. Smantellate le mafie, un’altra economia sarebbe davvero possibile, ma come sconfiggerle: questo è il punto. «Più innalzi il livello dei diritti più abbassi l’incidenza della mafia», continua Dall’Olio. Lumia suggerisce di non limitare l’analisi a un singolo aspetto, per esempio quello militare, ma di considerare sempre le mafie nel loro complesso: «Potenti sotto il profilo economico, grazie alla loro capacità di accumulare capitali, riescono - sotto il profilo sociale - a gestire bisogni e orientare comportamenti. Ma è il rapporto con politica e istituzioni, il vero filo elettrico: un rapporto che fa parte del sistema e che s’è evoluto. Oggi non sentono il bisogno dei mediatori. Ragionano in termini di rappresentanza diretta. A Palermo stavano candidando un consigliere comunale per le prossime elezioni».

Politica, legalità ed economia: Lumia attacca il governo Berlusconi. «L’asticella della legalità s’è abbassata di molto - dice - quando qualcuno ha pensato che sdoganare quote di economie illegali, prodotte all’interno del mercato, avrebbe liberato risorse per lo sviluppo. Ma il rientro dei capitali illegalmente esportati, la depenalizzazione del falso in bilancio e in condoni fiscali - conclude - non hanno prodotto alcuno sviluppo. Dal Mezzogiorno oggi si torna ad emigrare». Alessandro Laterza tiene a precisare che l’imprenditore-mafioso è una contraddizione in sé, «perché se l’imprenditore interviene nel mercato con la forza, allora non è un imprenditore, ma solo un mafioso». E ci riporta così al filo conduttore: il nesso tra imprese e legalità, per un’economia di qualità. Ma è possibile un’economia di qualità, finché le mafie drogheranno il mercato o incasseranno finanziamenti pubblici? E la mafia, in questo, s’è specializzata. «La mafia dello stragismo sembra finita», dice Gonnella, dell’associazione Antigone, lanciando una provocazione: «Forse bisognerebbe aggiornare la legislazione speciale». Lumia replica che le armi non sono state «messe in cantina». E Grasso racconta come Bernardo Provenzano, il super latitante arrestato pochi mesi fa, sia riuscito a «traghettare l’organizzazione, dalla crisi del periodo stragista, al periodo della mafia degli affari e dei prestanome. La mafia ’legale’. Coinvolgendo anche la sinistra e le cooperative rosse. Che Totò Riina, invece, aveva scartato».


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: