Inviare un messaggio

In risposta a:
Eu-ropa

EMMAUS HA PERSO IL SUO FONDATORE. HENRI GROUES, L’ ABBE’ PIERRE E’ MORTO. Jaques Chirac: "Tutta la Francia è profondamente commossa. Abbiamo perso un’immensa figura, una coscienza, un uomo che impersonificava la bontà".

Segnalazione del prof. Federico La Sala
martedì 23 gennaio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] La vocazione alla povertà più assoluta si coniuga infatti con l’impegno sociale, che in quegli anni significa impegno per la giustizia, per la libertà in una Francia assogettata e umiliata dal nazismo. Nel 1942 comincia così un’intensa azione di salvataggio delle vittime della tirannia nazista. E’ proprio in quegli anni che l’Abbé Groués diventa l’Abbé Pierre. Salva diverse persone (ebrei, polacchi) ricercate dalla Gestapo. Falsifica passaporti, diventa guida alpina e trasporta (...)

In risposta a:

> EMMAUS -- IL SUO FONDATORE. HENRI GROUES, L’ ABBE’ PIERRE ---- «Amore, nome moderno dei diritti umani» (di Abbé Pierre)

venerdì 20 gennaio 2012

«Amore, nome moderno dei diritti umani»

di Abbé Pierre (www.missionline.org, 20 gennaio 2012)

      • A 5 anni dalla morte, un testo inedito dell’abbé Pierre. In cui risalta in maniera decisiva il carattere teologico e cristiano della sua indignazione e il suo impegno per gli ultimi

      • Il 22 gennaio 2007 moriva, alla veneranda età di 95 anni, Henri Antoine Grouès, meglio conosciuto come l’abbé Pierre, fondatore del movimento internazionale Emmaus per la condivisione e il riscatto sociale degli ultimi, una realtà ormai diffusa anche in diversi contesti di missione come l’Africa centrale e l’America latina.
        -  Per l’occasione Emmaus International ha pubblicato un libro fotografico da cui MissiOnLine.org offre ai suoi lettori ampi stralci di una riflessione inedita dell’abbé Pierre dedicata ai diritti umani e al loro ancoraggio teologico.

Quale «parola» è più spesso evocata, nei nostri temi - che si ama molto nominare (ma per dire cosa? «moderni», sebbene non vi sia niente di più futile e vano che le «mode» - insomma, quale termine viene più spesso richiamato della parola «diritto», e più ancora «diritti dell’uomo»? E senza dubbio chiunque, se è sincero, quando ne parla e lotta per il rispetto di questi «diritti», percepisce che egli sta evocando un valore che ha un carattere molto raro, tanto che definiamo «assoluto».

Ma chiunque lotta (fino a arrivare a rischiare di soffrire la persecuzione per questo motivo) per il rispetto di questo valore assoluto, non percepisce molto in fretta che il vero problema non è definire, numerare, migliorare l’elenco e la dichiarazione di questi «diritti», bensì trovare e riuscire a fare in modo che questi diritti poggino veramente su qualcosa per cui vi sia la reale possibilità che essi vengano rispettati?

Tutti i nostri sforzi non possono ottenere altro se non - vedi la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, redatta da una commissione di cui facevo parte - la vaga allusione alla «comunità» di cui il servizio può rendere «possibile» il «libero e pieno sviluppo della personalità» di ciascuno.

Come stupirsi che, non osando parlare dell’amore, gli uomini non vedano i loro «diritti» restare frasi campate in aria, portate dal vento qui e là?

In realtà non ci sarà mai vero rispetto di nessuna Dichiarazione dei diritti dell’uomo fino a che, in qualche maniera, non sia riconosciuto, insegnato, messo in risalto il «perché l’uomo c’è», ovvero la sua finalità, posta sulle sue spalle (e in questo egli è unico, totalmente, tra tutti gli esseri che possiamo vedere), qualcosa che viene caricato su di lui per il fatto che egli possiede la libertà, ovvero la libera responsabilità d’essere capace e idoneo a usare questa corta durata che gli viene offerta nel tempo per imparare a Amare per sempre al di là del tempo.

L’Amore significa: «Quando tu soffri, tu, l’altro, chiunque tu sia, dove tu sia, io soffro e tutte le mie energie si sollevano per guarirci insieme del tuo male diventato il mio, per mettere la mia gioia nella tua e la tua nella mia».

Non esiste una sorgente di pace, ovvero di salvaguardia dei «diritti», se non qui. E qui, ne sono certo, si trova l’Incontro con l’Infinito della Tenerezza divina, verso la quale il cuore dell’uomo ha una fame e sete fortissima.


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: