Inviare un messaggio

In risposta a:
"Risus Paschalis"(M. C, Jacobelli) e "Amore più forte di Morte"(Cantico dei cantici: 8.6, trad. G. Garbini)!!!

QUESTIONE ANTROPOLOGICA. E’ lecito e ancora possibile affermare una verità universale sul genere umano? "J’accuse" di René Girard. L’incomprensione della lezione di Freud (Marx e Nietzsche) lo spinge ad un’apologia del cattolicesimo costantiniano e dell’ideologia "papa ratzi-stica"!!! Il cristianesimo non è un cattolicismo!!! - a cura di Federico La Sala

martedì 20 marzo 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Secondo Girard, oggi stiamo perdendo di vista anche un’altra funzione antropologica, quella del matrimonio. “Una istituzione precristiana e valorizzata dal cristianesimo. Il matrimonio è l’indispensabile organizzazione della vita, legata alla richiesta umana di immortalità. Creando una famiglia, è come se l’uomo perseguisse l’imitazione della vita eterna. Ci sono stati luoghi e civiltà in cui l’omosessualità era tollerata, ma nessuna società l’ha messa sullo stesso piano (...)

In risposta a:

> QUESTIONE ANTROPOLOGICA. --- IL SUONO DI UN CORNO DI ARIETE (NON DI UN "CAPRO ESPIATORIO", ALLA "RENE’ GIRARD"), E IL RIMETTERE I DEBITI "AI NOSTRI DEBITORI". Alcuni "appunti" sul tema.

martedì 30 settembre 2025

IL GIUBILEO DELLA SPERANZA (2025), IL SUONO DI UN CORNO DI ARIETE (NON DI UN "CAPRO ESPIATORIO", ALLA "RENE’ GIRARD"), E IL RIMETTERE I DEBITI "AI NOSTRI DEBITORI". Alcuni "appunti" sul tema...

***

IL "PADRE NOSTRO" RIMETTE A NOI I NOSTRI DEBITI, MA NOI (A VOLER ESSERE "CRISTIANI" E "CRISTIANE") ABBIAMO RIMESSO I DEBITI AI NOSTRI "DEBITORI" (AI NOSTRI "GENITORI", A "MARIA" E "GIUSEPPE", INNANZITUTTO, E, POI, A TUTTI I "FRATELLI" E A TUTTE LE "SORELLE")!? SE NON ORA, QUANDO?!

Una sollecitazione a riflettere e a chiarirci le idee dal punto di vista filologico, antropologico, e teologico (francescanamente), a partire da una "rilettura" del testo del MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO PER LA "GIORNATA MONDIALE DELLA PACE 1° GENNAIO 2025".

IL TITOLO e’ "RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI, CONCEDICI LA PACE". E così inizia:

      • I. In ascolto del grido dell’umanità minacciata

      • 1. All’alba di questo nuovo anno donatoci dal Padre celeste, tempo Giubilare dedicato alla speranza, rivolgo il mio più sincero augurio di pace ad ogni donna e uomo, in particolare a chi si sente prostrato dalla propria condizione esistenziale, condannato dai propri errori, schiacciato dal giudizio altrui e non riesce a scorgere più alcuna prospettiva per la propria vita. A tutti voi speranza e pace, perché questo è un Anno di Grazia, che proviene dal Cuore del Redentore!

      • 2. Nel 2025 la Chiesa Cattolica celebra il Giubileo, evento che riempie i cuori di speranza. Il “giubileo” risale a un’antica tradizione giudaica, quando il suono di un corno di ariete (in ebraico yobel) ogni quarantanove anni ne annunciava uno di clemenza e liberazione per tutto il popolo (cfr Lv 25,10). Questo solenne appello doveva idealmente riecheggiare per tutto il mondo (cfr Lv 25,9), per ristabilire la giustizia di Dio in diversi ambiti della vita: nell’uso della terra, nel possesso dei beni, nella relazione con il prossimo, soprattutto nei confronti dei più poveri e di chi era caduto in disgrazia. Il suono del corno ricordava a tutto il popolo, a chi era ricco e a chi si era impoverito, che nessuna persona viene al mondo per essere oppressa: siamo fratelli e sorelle, figli dello stesso Padre, nati per essere liberi secondo la volontà del Signore (cfr Lv 25,17.25.43.46.55).

      • 3. Anche oggi, il Giubileo è un evento che ci spinge a ricercare la giustizia liberante di Dio su tutta la terra. Al posto del corno, all’inizio di quest’Anno di Grazia, noi vorremmo metterci in ascolto del «grido disperato di aiuto» [1] che, come la voce del sangue di Abele il giusto, si leva da più parti della terra (cfr Gen 4,10) e che Dio non smette mai di ascoltare. A nostra volta ci sentiamo chiamati a farci voce di tante situazioni di sfruttamento della terra e di oppressione del prossimo [2]. Tali ingiustizie assumono a volte l’aspetto di quelle che S. Giovanni Paolo II definì «strutture di peccato» [3], poiché non sono dovute soltanto all’iniquità di alcuni, ma si sono per così dire consolidate e si reggono su una complicità estesa.

      • 4. Ciascuno di noi deve sentirsi in qualche modo responsabile della devastazione a cui è sottoposta la nostra casa comune, a partire da quelle azioni che, anche solo indirettamente, alimentano i conflitti che stanno flagellando l’umanità. Si fomentano e si intrecciano, così, sfide sistemiche, distinte ma interconnesse, che affliggono il nostro pianeta [4]. Mi riferisco, in particolare, alle disparità di ogni sorta, al trattamento disumano riservato alle persone migranti, al degrado ambientale, alla confusione colpevolmente generata dalla disinformazione, al rigetto di ogni tipo di dialogo, ai cospicui finanziamenti dell’industria militare. Sono tutti fattori di una concreta minaccia per l’esistenza dell’intera umanità. All’inizio di quest’anno, pertanto, vogliamo metterci in ascolto di questo grido dell’umanità per sentirci chiamati, tutti, insieme e personalmente, a rompere le catene dell’ingiustizia per proclamare la giustizia di Dio. Non potrà bastare qualche episodico atto di filantropia. Occorrono, invece, cambiamenti culturali e strutturali, perché avvenga anche un cambiamento duraturo [5].

      • II. Un cambiamento culturale: siamo tutti debitori

      • 5. L’evento giubilare ci invita a intraprendere diversi cambiamenti, per affrontare l’attuale condizione di ingiustizia e diseguaglianza, ricordandoci che i beni della terra sono destinati non solo ad alcuni privilegiati, ma a tutti [6]. Può essere utile ricordare quanto scriveva S. Basilio di Cesarea: «Ma quali cose, dimmi, sono tue? Da dove le hai prese per inserirle nella tua vita? [...] Non sei uscito totalmente nudo dal ventre di tua madre? Non ritornerai, di nuovo, nudo nella terra? Da dove ti proviene quello che hai adesso? Se tu dicessi che ti deriva dal caso, negheresti Dio, non riconoscendo il Creatore e non saresti riconoscente al Donatore» [7]. Quando la gratitudine viene meno, l’uomo non riconosce più i doni di Dio. Nella sua misericordia infinita, però, il Signore non abbandona gli uomini che peccano contro di Lui: conferma piuttosto il dono della vita con il perdono della salvezza, offerto a tutti mediante Gesù Cristo. Perciò, insegnandoci il “Padre nostro”, Gesù ci invita a chiedere: «Rimetti a noi i nostri debiti» ( Mt 6,12). [...]" (cit.).

NEL MESSAGGIO, proseguendo e ricordando CHE, "Quando una persona ignora il proprio legame con il Padre, incomincia a covare il pensiero che le relazioni con gli altri possano essere governate da una logica di sfruttamento, dove il più forte pretende di avere il diritto di prevaricare sul più debole", EGLI PRECISA E "SOTTOLINEA": "Gesù, per questo, nella preghiera del “Padre nostro”, pone l’affermazione molto esigente «come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori» dopo che abbiamo chiesto al Padre la remissione dei nostri debiti (cfr Mt 6,12)".

ALLA FINE, CONCLUDE con la preghiera ("che elevo a Dio, mentre rivolgo gli auguri per il nuovo anno ai Capi di Stato e di Governo, ai Responsabili delle Organizzazioni internazionali, ai Leader delle diverse religioni, ad ogni persona di buona volontà"):

      • Rimetti a noi i nostri debiti, Signore,
        -  come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
        -  e in questo circolo di perdono concedici la tua pace,
        -  quella pace che solo Tu puoi donare
        -  a chi si lascia disarmare il cuore,
        -  a chi con speranza vuole rimettere i debiti ai propri fratelli,
        -  a chi senza timore confessa di essere tuo debitore,
        -  a chi non resta sordo al grido dei più poveri."

*

cfr. Dal Vaticano, 8 dicembre 2024 - MESSAGGIO DI SUA SANTITÀ FRANCESCO PER LA LVIII GIORNATA MONDIALE DELLA PACE 1° GENNAIO 2025 - ripresa parziale, e senza le note).


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: