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Melchisedech, i tre anelli, e... la buona-notizia.

"IL PROFETA GIUSEPPE", L’ANELLO DI CONGIUNZIONE DEI "TRE" MONOTEISMI. Un importante studio di Massimo Campanini sul patriarca d’Israele e sul profeta del Corano. A quando la ri-considerazione e il riconoscimento da parte della Chiesa cattolica dell’altro Giuseppe, quello ev-angelico?! Freud e Pirandello aspettano ancora - a cura di pfls

lunedì 10 settembre 2007 di Maria Paola Falchinelli
RELIGIONI
Giuseppe unisce Bibbia e Corano
Il personaggio biblico consigliere del Faraone ricorre anche negli scritti coranici. Due vicende diverse ma con una certa consonanza di fondo
Di Franco Cardini (Avvenire, 01.09.2007)
Tra le molte sciocchezze che si sentono dire di solito sul Corano, c’è anche quella secondo la quale esso sarebbe privo di riferimenti sia alla Bibbia, sia alla storia profana. Per convincersi del contrario basta, a non dir altro, un’occhiata al bel libro di Mikhail (...)

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> "IL PROFETA GIUSEPPE", L’ANELLO DI CONGIUNZIONE DEI "TRE" MONOTEISMI. --- ARTE E TRADIZIONE ICONOGRAFICA. PER UNA "PENTECOSTE" IN UN PIANETA TERRA IN FIORE, ALCUNE NOTE "SUL BASTONE FIORITO DI SAN GIUSEPPE".

martedì 21 maggio 2024

PER UNA PENTECOSTE IN UN PIANETA TERRA IN FIORE: COME NASCONO I BAMBINI (20MAGGIO2024).

ARTE IMMAGINAZIONE ANTROPOLOGIA E FILOLOGIA...

      • Una nota in memoria di #GioacchinodaFiore e di #GianniVattimo

"DIVINA COMMEDIA" (#DANTE2021). Flavio Piero Cuniberto, in una nota di commento all’opera di "Andrea Orcagna (e Jacopo di Cione), Pentecoste, 1362-1365; Firenze, Gallerie dell’Accademia" intitolata "La pentecoste fiorentina", scrive e sollecita a pensare:

      • "Non è un pittore simpatico, Andrea di Cione detto l’Orcagna. E’ arcigno, l’Orcagna (un po’ come il suo affine senese Taddeo di Bartolo). Ha un umore aspro, severo, austero, che non gli impedisce però di prodigare una mirabile raffinatezza nella veste rosa-arancio della Vergine e in quel tappeto fiorito, tra le figure scultoree degli Apostoli. Né gli impedisce la trovata geniale di presentarla, la Vergine, come in levitazione, sollevata da terra, perché è Lei la prima destinataria di quel Fuoco spirituale. Ed è così. Dal giorno della Pentecoste la Chiesa o è mariana o non è: come se l’opera dello Spirito si compisse nuovamente in lei , dopo il giorno lontano dell’Annuncio.
      • Il vaso fiorito, o il ramo di giglio offerto dall’Arcangelo, è diventato una fiamma che non si estingue.Il vaso fiorito, o il ramo di giglio offerto dall’Arcangelo, è diventato una fiamma che non si estingue" (cit.).

Ma, una domanda (una "question" hamletica) sorge "spontanea", come mai nella tradizione iconografica dell’altro "Vas d’elezione" (dell’altro «strumento della scelta»), lo sposo di Maria ( la stessa Madre di Gesù e della Chiesa della intera "umanità", la nuova #Eva) quello con l’altro ramo del #giglio, quello "offerto dall’Arcangelo" proprio di colui che è il "Vero_giglio", il "Vir_gilio", l’Uomo ("Vir") con il ramo altrettanto fiorito, il #padre di #Gesù, quel "#Giuseppe", della "casa di Davide" ("de domo David"), e si parla solo del "Vas" paolino (Atti ap., IX, 15)?!

A che edipico gioco giochiamo? Non ha forse ragione #DanteAlighieri ("io non Enea, io non Paulo sono ") con la sua "Monarchia" dei #DueSoli, Shakespeare con il suo "Amleto, #Nietzsche con il suo "Zarathustra"?! E #Freud con la sua "Interpretazione dei sogni?! Jakob #Böhme, cosa pensava del tempo in cui allo #sposo sarà possibile finalmente incoronare la #sposa, non pensava a un nuovo "mondo #possibile", a un #sorgeredellaTerra (#Earthrise), e a #Gioacchino da Fiore - per "caso", per "#charitas"?

NOTE:

      • "Al termine di una vita tutta dedicata ad approfondire e sviluppare un’intensa esperienza religiosa e speculativa, #Jakob #Böhme (1575-1624) raccoglie e condensa nel #Mysterium #Magnum (1623) il frutto delle sue meditazioni sul primo libro di #Mosè. L’opera è destinata a spiegare la rivelazione della parola divina, , la creazione, il regno della natura e della grazia, affinché l’uomo possa giungere a comprendere meglio che cosa sia Adamo e che cosa sia Cristo, come debba considerare se stesso nella luce della natura e in che cosa consista la sua vita temporale ed eterna. Contro le forme di interpretazione dottrinale ed erudita che minacciavano di ridurre l’incontro vivificante con la Scrittura a semplice decifrazione storico-filologica di una « lettera» morta e mortificante, Bohme propone una lettura della Genesi fondata sullo sforzo di riportare il testo sacro alla tensione insieme storica ed eterna tra l’uomo caduto e l’uomo redento.
        -  Rivelazione e redenzione vengono viste così in un quadro che è insieme cosmico e storico e nel quale confluiscono e si intrecciano in una sintesi non sempre perspicua, ma per molti aspetti suggestiva, motivi mistici ed alchimistici, teosofici e naturalistici, che avranno notevole risonanza anche nel romanticismo e nell’idealismo tedesco. Alla grandiosità dello scenario e alla complessità dei contrasti nei suoi elementi corrisponde un linguaggio ricco di immagini e di simboli inteso a ricreare con forza poetica e profetica insieme quel legame profondo tra microcosmo e macrocosmo - motivo anche questo assai caro all’« età di Goethe» - dal quale soltanto l’anima può trarre la forza per comprendere il proprio destino di salvezza e riesprimere con parola visibile la parola invisibile da cui deriva ed è sostanziata l’intera creazione. Nei personaggi e negli eventi biblici si possono così ravvisare « figure » che anticipano ed esprimono il senso tanto di ogni singolo uomo quanto dell’intera umanità e cristianità.
        -  Di questo grande affresco biblico è presentata qui l’ultima parte che tratteggia ed interpreta la storia di Giuseppe, una figura che non ha mancato di affascinare anche grandi artisti, da #Goethe a #ThomasMann. Giuseppe rappresenta per Bohme l’intera condizione del cristiano di fronte a Dio e al mondo e la sua storia ci insegna come #Adamo possa diventare #Cristo o, meglio, come Cristo assuma in sé la natura umana caduta per rigenerarla [...]. La storia di Giuseppe si conclude con il Testamento di #Giacobbe dove il processo di redenzione si dispiega come una vera e propria teologia della storia in cui Bohme, nella linea delle grandi interpretazioni delle diverse epoche in chiave biblica e profetica, descrive simbolicamente, attraverso il destino delle tribù di Israele, « tutto il tempo che dura il mondo da Adamo alla fine»." (Valerio Verra).

      • STORIA DELL’ARTE E ICONOGRAFIA. "

      • "Il #Protovangelo (apocrifo) di #Giacomo ci parla [..." class="spip_out">IL MATRIMONIO DI GIUSEPPE E MARIA “del bastone fiorito di San Giuseppe” [...]: «Indossato il manto dai dodici sonagli, il sommo sacerdote entrò nel santo dei santi e pregò a riguardo di Maria. Ed ecco che gli apparve un angelo del Signore, dicendogli: “Zaccaria, Zaccaria! Esci e raduna tutti i vedovi del popolo. Ognuno porti un bastone: sarà la moglie di colui che il Signore designerà per mezzo di un segno”. Uscirono i banditori per tutta la regione della Giudea, echeggiò la tromba del Signore e tutti corsero. Gettata l’ascia, Giuseppe uscì per raggiungerli. Riunitisi, andarono dal sommo sacerdote, portando i bastoni. Presi i bastoni di tutti, entrò nel tempio a pregare. Finita la preghiera, prese i bastoni, uscì e li restituì loro; ma in essi non v’era alcun segno. Giuseppe prese l’ultimo bastone: ed ecco che una colomba uscì dal suo bastone e volò sul capo di Giuseppe. Il sacerdote disse allora a Giuseppe: “Tu sei stato eletto a ricevere in custodia la vergine del Signore”»[...]" (cfr. Antonio Tarallo, "San Francesco", 23-01-2021).

Federico La Sala


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