In Rete l’elenco di 162 professori accusati di "fare lobby" a favore dei "sionisti"
Appello di Riccardo Pacifici: "Ci vuole una reazione forte da parte dell’intera società"
Sul blog la ’black list’ dei docenti ebrei
Il Viminale: "Faremo accertamenti"
Walter Veltroni: "Quel sito va immediatamente oscurato"
Anna Foa: "Inquietante leggere il mio nome su quella lista" *
ROMA - Una denuncia formale alla polizia postale e un appello alle istituzioni, al ministro dell’Università, ai rettori, agli atenei a costituirsi parte civile "per bloccare un cancro che può espandersi e colpire chiunque". Sono le misure che la comunità ebraica romana intende mettere in campo contro gli estensori di un blog che hanno messo in rete una "black list" di 162 professori ebrei, accusati di "fare lobby" a favore dei "sionisti". Tra loro, docenti che insegnano alla Sapienza e in altre università italiane. Una lista che ha suscitato la reazione del Viminale che ha annunciato annuncia accertamenti tramite la polizia postale.
"Quel blog va oscurato, ogni tentativo di dare fiato all’antisemitismo deve allarmarci e vederci reagire" sostiene il segretario del Pd, Walter Veltroni. "Ha ragione la comunità ebraica, la reazione a fatti come questo vanno denunciati e immediatamente combattuti. Le liste di professori ebrei ricordano quelle delle leggi razziste del 1938, ma chiunque voglia ripercorrere la strada dell’antisemitismo si scontrerà con l’opposizione e la ripulsa degli italiani. Il fatto è particolarmente grave perché avviene nel mondo dell’università e degli studi, dove invece più forte dovrebbe essere il rifiuto di ogni forma di discriminazione e di odio".
"Siamo in presenza di un evento inquietante: chi si è reso autore di questa iniziativa delirante ha commesso un reato e va punito" afferma la docente di Storia moderna della Sapienza di Roma, Anna Foa, uno dei nomi presenti nella lista di 162 professori universitari, in gran parte ebrei, apparsa sul blog. "Siamo al limite della follia - prosegue Foa - Una lista di nomi, slogan antisemiti: si tratta di un salto di qualità che sinceramente spaventa".
Secondo la docente, "su internet se ne trovano a decine di siti del genere però non si era mai arrivati a vere e proprie liste. Apprezzo che la comunità ebraica di Roma abbia subito presentato una denuncia, questi sono fenomeni che non vanno sottovalutati. Fortunatamente in Italia esistono leggi chiare in materia di antisemitismo: è il caso di cominciare ad applicare anche nei confronti di chi utilizza la rete per farsi portatore di messaggi di questo genere".
"La reazione non può rimanere limitata ai diretti interessati come singoli e come comunità - ha detto questa mattina Riccardo Pacifici, portavoce della comunità - ma deve riguardare tutta la società. Una volta che si saprà chi sono gli estensori del blog, ci deve essere una risposta generale delle istituzioni, va messo un punto fermo".
"La black list - ha proseguito - è espressione di un meccanismo reiterato" che si unisce a tentativi di boicottare la collaborazione tra università italiane ed israeliane. Tutti aspetti che invitano a essere vigili e non abbassare mai la guardia".
* la Repubblica, 8 febbraio 2008.