La visita di Benedetto XVI negli USA
Papa Benedetto e il cattolicesimo Americano: sulla prua del Titanic
di Susan Jacoby *
Il fatto più significativo del cattolicesimo americano attuale viene spiegato in un recente rapporto sui cambiamenti del panorama religioso statunitense redatto dal "Pew Forum on Religion and Public Life". Sebbene il 31% degli americani sia cresciuto nel cattolicesimo, solo il 24% si considera cattolico, allo stato attuale. Un adulto americano su dieci - un dato sbalorditivo - ha lasciato la chiesa per altre denominazioni o ha abbandonato del tutto la religione. Il detto "se sei cattolico, resti cattolico", la massima preferita delle suore nelle scuole parrocchiali che frequento, non è più attuale.
Nel 1950 i bambini che frequentavano scuole cattoliche erano 5,4 milioni; oggi il numero si attesta sui 2,4 milioni, e in ulteriore decrescita. Sempre più scuole cattoliche chiudono i battenti. Dal 1965 due terzi dei seminari cattolici sono stati chiusi; nello stesso periodo, il numero di candidati al presbiterato è sceso da 49.000 unità a 4.700. C’erano circa 180.000 suore nel 1965, oggi meno di 67.000.
Senza la componente di immigrati ispanici, la situazione della chiesa cattolica americana sarebbe ancora peggiore. Ma la maggioranza di bambini ispanici non frequenta le scuole cattoliche, e, se la storia dell’immigrazione ci insegna qualcosa, l’attaccamento degli ispanici alla chiesa dei genitori e dei nonni - una percentuale notevole delle famiglie immigrate - esso diminuisce proporzionalmente alla loro assimilazione nella cultura americana.
Ci sono anche molti cattolici liberali - chiamati ironicamente "i cattolici da caffetteria" dai devoti - che vanno in chiesa ma ignorano le dottrine ecclesiastiche sulla contraccezione, sul divorzio o su tematiche sessuali in genere. Questi non somigliano neanche vagamente ai cattolici degli anni ’50 che accettavano gli insegnamenti dell’istituzione. Questi "cattolici da caffetteria", vogliono che la chiesa permetta ai preti di sposarsi e che le donne possano essere ordinate - cose che potrebbero migliorare la carenza dei preti. Ma gli anziani di Roma, che si sentono gli eredi dei dodici apostoli ignorano questa fascia di laicato.
Quindi esiste una minoranza conservatrice di cattolici americani che ancora crede nell’infallibilità papale. Questi sono i cattolici - tra loro anche i giudici della Suprema Corte John Roberts, Clarence Thomas e Samuel Alito - che hanno stretto alleanze politiche con i protestanti fondamentalisti. Sono una minoranza, ma hanno spesso rilevanza pubblica nella chiesa d’America - grazie anche all’ignoranza dei membri che parlano alla stampa in favore di un cattolicesimo monolitico.
Non c’e nulla che Papa Benedetto possa fare per fermare il declino dell’autorità della sua chiesa nei riguardi dei cattolici americani. Non lasciatevi ingannare dalle notizie delle televisioni sulla visita del papa, che sono sicuramente enfatiche e positive: le folle riempiranno lo Yankee Stadium nella messa pubblica, i luoghi comuni sul pluralismo religioso saranno sulla bocca di tutti quegli uomini che si credono infallibili in materia di fede e morale e vogliono sembrare aperti e tolleranti.
Le ragioni della degenerazione della chiesa cattolica Americana sono complesse, e chiunque fosse interessato a questa materia dovrebbe consultare il libro di Gary Wills (cattolico praticante).
Sono stato cresciuto nella fede cattolica negli anni ’50 e primi anni ’60, figlio di madre cattolica irlandese e padre convertito al cattolicesimo dal giudaismo. I miei genitori non erano particolarmente devoti o strettamente legati ai dogmi del cattolicesimo e, come molti altri americani, divennero sempre meno osservanti. Qualcuno può definirmi ateo rispetto alla chiesa in cui sono cresciuto, ma le affermazioni stravaganti del cattolicesimo, in particolare quelle sull’infallibilità papale, certamente hanno favorito il mio scetticismo.
Nei primi anni ’60, le riforme del Concilio Vaticano II, sotto Papa Giovanni XXIII, hanno acceso le speranze di molti cattolici che volevano che la chiesa abbandonasse le sue dottrine sulla contraccezione e sul divorzio; volevano che i preti potessero sposarsi e che le donne fossero ammesse al presbiterato. Quando Giovanni morì, e gli successero papi sempre più conservatori, fu chiaro che le speranze di riforma non sarebbero state realizzate. A questo punto, molti giovani, suore e preti, hanno abbandonato le loro vocazioni religiose (quando non la chiesa stessa). Se la chiesa avesse permesso ai preti di sposarsi, sono certo che molti sarebbero rimasti.
Circa trenta anni dopo, lo scandalo dei preti pedofili completò l’opera di delusione iniziata negli anni ’60. La chiesa inizialmente ha fatto muro. Quando è crollato e i laici arrabbiati hanno tirato in ballo la stampa (sia cattolica che secolare), la chiesa ha tentato di convincere le vittime ad accettare dei risarcimenti. Ciò che la chiesa invece non ha fatto è assumersi la propria responsabilità morale e cercare di sanare le ferite che i suoi preti, a volte con la piena compiacenza dei superiori, avevano causato. Credo che nulla di quello che Benedetto dica, oggi, possa riguadagnare la fiducia degli ex-cattolici che, con nostalgia, affermano "era L’UNICA chiesa".
Come ateo, ovviamente, non condivido questa nostalgia. Pretendere di possedere la verità assoluta è pericoloso - sia per gli individui che per la società, che per il mondo intero. Il papa non è né più né meno che un uomo fallibile "eletto" per il suo ufficio da un gruppo relativamente ristretto di uomini altrettanto fallibili. Egli possiede alcune idee ragionevoli (sulla pace e sulla povertà) e altre irrazionali sul soprannaturale. La mia speranza più grande - che di certo non troverà riscontro - è che nessun politico americano si rivolga al pontefice con l’appellativo di "Sua Santità".
(E non ho gradito neanche quando si è attribuito lo stesso appellativo al Dalai Lama). Papa Giovanni XXIII odiava questo appellativo, e questo forse è il motivo per cui non è stato ancora canonizzato dalle "Sue Santità", suoi successori.
Dovrei dire, comunque, che non conservo più malanimo verso la chiesa cattolica di quanto non faccia con ogni altra religione che pretenda di possedere la verità assoluta. Ci sono dubbi riguardo al papa, quindi le mie risposte verteranno sul cattolicesimo. I fondamentalisti islamici, o gli ebrei ortodossi conservatori che pensano come nel XVII secolo, i protestanti evangelici fondamentalisti, i nazionalisti indù - basta scegliere - sono tutti una minaccia al libero pensiero.
Come direbbe tutta la gente di fede e di mentalità aperta - coloro il cui credo non colpisce la vita e il pensiero degli altri - ragioniamo insieme.
http://newsweek.washingtonpost.com/onfaith/susan_jacoby/2008/04/pope_benedict_and_amercan_cath.html