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Al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano - e a tutti i cittadini e a tutte le cittadine di ITALIA, un appello ...

E BASTA CON QUESTA OPPOSIZIONE!!! BERLUSCONI (CON I SUOI COM-PARI) RUBA LE CHIAVI DI CASA DELL’ITALIA INTERA, REALIZZA UN COLPO DI STATO, E IL PARLAMENTO E IL CAPO DELLO STATO PERMETTONO A 14 ANNI DI DISTANZA ANCORA L’ESISTENZA DEL SUO PARTITO!?! ALLORA, VIA, TUTTI IN CORO: VIVA BERLUSCONI, VIVA "FORZA ITALIA"!!! Un appello di Federico La Sala

venerdì 18 luglio 2008 di Maria Paola Falchinelli
Non basta direi come fanno i francesi che la loro nazione è stata colta alla sprovvista. Non si perdona a una nazione, come non si perdona a una donna, il momento di debolezza in cui il primo avventuriero ha potuto farle violenza. Con queste spiegazioni l’enigma non viene risolto, ma soltanto formulato in modo diverso. Rimane da spiegare come una azione dì 36 milioni di abitanti abbia potuto essere colta alla sprovvista da tre cavalieri di industria e ridotta in schiavitù senza far (...)

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> E BASTA CON QUESTA OPPOSIZIONE!!! ---- I leader di Pd e Udc hanno mandato una lettera al presidente della Camera in cui fanno dure accuse all’esecutivo di Berlusconi: "Governo espropria il Parlamento"!!!

mercoledì 2 luglio 2008


-  I leader di Pd e Udc hanno mandato una lettera al presidente
-  della Camera in cui fanno dure accuse all’esecutivo di Berlusconi

-  Veltroni e Casini scrivono a Fini
-  "Governo espropria il Parlamento"

ROMA - Preoccupazione per la dignità del Parlamento, per la necessità di tempi adeguati all’esame dei provvedimenti: il governo "comprime" i tempi della discussione" fino al punto "di espropriare di fatto il parlamento delle sue prerogative". Pd e Udc non vogliono tornare al passato e a un clima rissoso, intendono tutelare la dignità del Parlamento. Fanno una richiesta, esplicita, di ritornare ai temi cari agli italiani e di ristabilire la gerarchia delle priorità.

E’ questo, in sintesi, il contenuto di una lunga lettera che Walter Veltroni e Pierferdinando Casini hanno inviato al presidente della Camera Gianfranco Fini, in cui fanno dure accuse all’esecutivo.

"Signor Presidente, le scriviamo per esprimerle la nostra preoccupazione e per sottoporle una questione di estrema rilevanza, che ha immediatamente a che fare con la difficile situazione economica e sociale in cui si trova oggi il nostro paese e che ha dirette ricadute sull’organizzazione dei lavori della camera dei deputati".

In questi giorni, si legge nella missiva firmata anche da Antonello Soro e Michele Vietti, "la Camera è impegnata nell’esame di un complesso di provvedimenti di grande rilievo, sia sul piano dell’ordinamento costituzionale, sia sul piano dei conti pubblici. Provvedimenti sui quali, come è stato sottolineato nel modo più alto e autorevole, è fondamentale che i parlamentari possano esprimere compiutamente i loro giudizi ed esercitare responsabilmente la funzione che la costituzione assegna loro".

Pd e Udc denunciano assieme "il rischio, estremamente grave, è che questo possa non accadere". E il motivo, accusano, "è nella evidente volontà del governo di comprimere, con le procedure scelte, i tempi della discussione, fino al punto di cambiare in corsa le regole del gioco e di espropriare di fatto il parlamento delle sue prerogative".

"Se si manca di rispetto al parlamento - scrivono i due leader - si colpisce il primo diritto che in democrazia è dato alla minoranza: quello di veder discusse le sue ragioni. Un diritto inviolabile quanto quello del rispetto della legittimità della maggioranza". Per questo, spiegano, "siamo profondamente preoccupati e per questo ci rivolgiamo a lei: per chiederle di salvaguardare in questo difficile passaggio il ruolo e la dignità del parlamento, garantendo i tempi e le modalità necessarie ad affrontare alla Camera, come è giusto e doveroso, temi e concrete questioni che riguardano da vicino la vita di milioni di famiglie italiane. Perché di questo si tratta", insistono Veltroni e Casini. "Mai come in questo caso la forma diviene sostanza, una sostanza che va al cuore del buon funzionamento delle istituzioni democratiche e insieme della vita stessa degli italiani".

La manovra economica del governo di cui in queste ore si sta discutendo alla Camera, scrivono ancora nella lettera, "si configura, con i suoi ottantacinque articoli, come una vera e propria legge finanziaria, cosa peraltro riconosciuta dallo stesso governo nel dpef. L’opposizione da noi rappresentata ritiene che questa manovra debba essere fortemente corretta. Ritiene che non sia adeguata ad affrontare la crisi in cui versa il paese e a rispondere alle domande e ai bisogni degli italiani. Non lo è perché agli annunci in senso contrario di queste settimane è seguito in realtà un aumento delle tasse dello 0,2% nel 2010. Non lo è perché non garantisce il presente e mortifica il futuro con i tagli alla sicurezza e alla scuola".

Non basta. Veltroni e Casini insistono: "Non lo è, non è adeguata, perchè mentre le spese delle famiglie aumentano, nulla viene fatto di concreto per tutelare i risparmi e il potere d’acquisto di salari e stipendi. Non è certo una risposta al crescente impoverimento introdurre misure come la ’social card’, finanziata per soli 200 milioni ed esclusivamente per il 2009, a fronte di maggiori entrate tributarie, con la cosiddetta "’robin tax’, pari a circa 5 miliardi".

Poi i due leader rivendicano: "Da parte nostra, signor presidente, c’è la volontà di svolgere il ruolo di opposizione che l’esito delle elezioni ci ha assegnato in un modo netto e incalzante, entrando sempre nel merito delle questioni, privilegiando il dibattito, la critica e la definizione di proposte alternative. Non saremo noi a tornare al passato, a ricadere nel clima rissoso e sterile di questi ultimi quindici anni, a guardare troppo indietro o troppo a se stessi per occuparsi delle riforme e delle scelte di innovazione necessarie al nostro paese come l’aria che respiriamo".

E concludono così: "Noi crediamo che esattamente di questo l’Italia abbia bisogno. Si ristabilisca dunque la giusta gerarchia delle priorità, mettendo al primo posto i problemi degli italiani, e si garantisca che su di essi si possa svolgere, nelle istituzioni e in ogni ambito politico, quel confronto aperto e approfondito che è l’unico modo per assicurare al paese crescita ed equità sociale".

* la Repubblica, 2 luglio 2008.


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