Leggete questo articolo: Travaglio condannato di nuovo festeggia in cattedra insegnando giornalismo...
Intendo rivolgere queste domande al giornalista Travaglio: sono veri i fatti affermati nell’articolo indicato? Se sono veri, la legalità e la morale hanno una doppia dimensione? La magistratura è sacra e intoccabile quando colpisce la politica e da non considerare quando colpisce il giornalismo? E’ legale, morale e deontologico violare la legge in materia di ingiurie e diffamazioni? O dobbiamo ritenere che il fine, la verità, possa giustificare qualsiasi mezzo, anche delittuoso, alla stregua di un diritto a delinquere, di dostoevskijana memoria, in nome della giustizia? Perché se così fosse, potremmo avere giudici legittimati a sgozzare, pubblici ministeri legittimari a torturare... Insomma, chi stabilisce la strada del retto vivere se non la legge, da rispettare in ogni dimensione e da contestare solo per vie legali?
Vincenzo Tiano