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CHIESA E MEZZOGIORNO. Allarme Cei. Il legame mafia e politica paralizza il Sud ...

LA CHIESA, L’ITALIA, E IL SUD: "PER UN PAESE SOLIDALE". Una nota, con il documento integrale della CEI (allegato, in pdf) - a cura di Federico La Sala

Per risolvere la questione meridionale, è necessario "superare le inadeguatezze presenti nelle classi dirigenti" e sconfiggere una volta per tutte le mafie (...)
giovedì 25 febbraio 2010 di Federico La Sala
[...] La Conferenza Episcopale Italiana condanna duramente il perdurare del fenomeno della criminalità organizzata nel Mezzogiorno, definito l’autentico "cancro" del Sud. "La criminalità organizzata non può e non deve dettare i tempi e i ritmi dell’economia e della politica meridionali, diventando il luogo privilegiato di ogni tipo di intermediazione e mettendo in crisi il sistema democratico del Paese, perché il controllo malavitoso del territorio porta di fatto a una forte limitazione, (...)

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> LA CHIESA, L’ITALIA, E IL SUD ---- L’atto di denuncia dei vescovi. "Il crimine minaccia la democrazia" (di Orazio La Rocca)

giovedì 25 febbraio 2010


-  L’atto di denuncia dei vescovi
-  "Il crimine minaccia la democrazia"

-  di Orazio La Rocca (la Repubblica, 25 febbraio 2010)

«Corruzione, concussione, manipolazioni di appalti, collusioni con organizzazioni criminali, interferenze, politici inadeguati». Ecco i mali che - secondo i vescovi italiani - gravano sul nostro Meridione, un’area sempre più oppressa «da un potere mafioso che ancora una volta ha rialzato la testa», condizionando persino «scelte elettorali, voti, crescita sociale». Un potere dell’«abuso e dell’illegalità» che una classe politica finora «incapace» non è stata in grado di sradicare dal nostro orizzonte nazionale e meridionale.

E’ un vero e proprio grido di allarme quello che i vescovi della Conferenza episcopale italiana lanciano nel loro nuovo documento su «Chiesa italiana e Mezzogiorno». Un documento che riprende con forza anche lo storico grido di allarme lanciato il 9 maggio 1993 da Giovanni Paolo II dalla Piana dei Templi di Agrigento quando il papa polacco prossimo beato disse ai mafiosi di «convertirsi perché anche per voi un giorno verrà il giudizio di Dio!».

Punto centrale del testo, una nuova inappellabile condanna di «tutte le attività mafiose e malavitose», mali per i quali i vescovi invitano alla «conversione credenti, non credenti e uomini di buona volontà». Analoghe esortazioni arrivano anche per le stesse istituzioni (governo ed enti locali), invitate a «rinnovarsi» e «non pensare al rilancio del Meridione solo in termini di grandi opere pubbliche» o con politiche federaliste che alla fine «puntano in realtà a dividere il Paese non a unirlo». «La criminalità organizzata - avvertono ancora i vescovi - non può e non deve dettare i tempi e i ritmi dell’economia e della politica meridionali, diventando il luogo privilegiato di ogni tipo di intermediazione e mettendo in crisi il sistema democratico del Paese, perché il controllo malavitoso del territorio porta di fatto a una forte limitazione, se non addirittura all’esautoramento, dell’autorità dello Stato e degli enti pubblici, favorendo l’incremento della corruzione, della collusione e della concussione, alterando il mercato del lavoro, manipolando gli appalti, interferendo nelle scelte urbanistiche e nel sistema delle autorizzazioni e concessioni, contaminando cosi’ l’intero territorio nazionale».

«E’ una presa di posizione giusta ed opportuna che deve farci riflettere», commenta Rosy Bindi, presidente dell’assemblea nazionale del Pd. Dello stesso avviso Rocco Buttiglione (Udc), che assicura che il suo «partito è pronto ad accogliere l’esortazione dei vescovi sul Meridione». Per Niki Vendola, governatore pugliese, «la mafia non è solo un problema del Sud». Per il Pdci «è un chiaro atto di accusa dei vescovi contro il governo».


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