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Polemiche

Eco e Vattimo a colpi di fino sul ruolo degl’intellettuali riguardo a Israele

domenica 6 giugno 2010 di Emiliano Morrone
Uno scambio con Eco (sul blog di Gianni Vattimo)
Eccovi lo scambio avuto con Eco sul sito dell’Espresso - tutto ha origine dalla sua Bustina del 14 maggio -, raccolto nella sua interezza (almeno per ora). Buona lettura...
Boicottiamo i latinisti israeliani?
di Umberto Eco
Non sono d’accordo con il mio amico Gianni Vattimo che ha firmato l’appello secondo cui "gli accademici e intellettuali israeliani hanno svolto e svolgono un ruolo di sostegno dei loro governi"
Nel gennaio 2003 in una (...)

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> Eco e Vattimo a colpi di fino sul ruolo degl’intellettuali riguardo a Israele

mercoledì 2 giugno 2010

Il dibattito sul tema risulta al nostro orecchio poco interessante.

Non tanto per disinteresse nei confronti delle sorti del popolo palestinese o per scarsa attenzione nei confronti della geopolitica mediorientale, quanto piuttosto per l’esistenza di leggi che consentono ad Umberto Eco di esprimere il suo pensiero sul tema e che consentono altresì di incriminare chi la pensa in modo diverso da Umberto Eco stesso. Per quanto sopra la nostra opinione ce la teniamo per noi, convinti come siamo che gli Italiani abbiano adesso problemi più stringenti cui dare risposte.

E certamente nemmeno ci saremmo sentiti in dovere di intervenire se il professore di cui sopra non avesse asserito che "chi cita Popper per dimostrare che Israele è peggio della Germania nazista deve aver dimora presso Casa Pound". Ebbene presso Casapound trovano dimora 28 famiglie italiane in stato di grave emergenza abitativa. 28 famiglie cui questo Stato avrebbe dovuto fornire l’aiuto che spetta ad un figlio in difficoltà, anche e soprattutto in ragione del fatto che quello "stato sociale" ereditato dal fascismo e consacrato a puro strumento di raccolta del consenso elettorale, lo finanziamo tutti noi contribuenti d’Italia. 28 famiglie che qualcuno ha scelto di togliere dalle macchine in cui vivevano, da affitti che strozzavano qualsiasi speranza di un futuro migliore; 28 famiglie che qualcuno ha scelto di aiutare privando se stesso di tempo e soldi, togliendo alla propria famiglia il calore della presenza e, spesso, arricchendo la propria fedina penale di crimini che non sono crimini.

Lei, caro intellettuale e professore, quanti Italiani - o non Italiani - ha aiutato ricorrendo alle cospicue risorse che lo Stato le fornisce - magari non sempre corrispondenti all’impegno che lei profonde nel ruolo per il quale è pagato - o agli introiti di quei bei libri alla cui stesura tanto tempo può dedicare, anche grazie allo stipendio che noi le paghiamo?

Certo non aspettiamo risposte a questa seppur semplice domanda, ma un maggiore approfondimento sui temi da chi dovrebbe aver diffuso la cultura della ricerca e dello studio, quello lo pretendiamo.

Andrea Antonini - Casapound Italia


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