Il Papa: basta abusi, difendiamo i bambini
di Marco Ansaldo e Paolo Rodari (la Repubblica, 6 maggio 2013)
Papa Francesco alza il muro della Chiesa contro la pedofilia nel clero. Lo aveva già fatto Benedetto XVI, nel vortice delle polemiche per le accuse sugli abusi sessuali di minori da parte di sacerdoti nel 2010. Lo fa oggi, con più convinzione e accolto con ancora più favore perché mai sfiorato da quelle critiche, il suo successore. E il plauso che ottiene sembra dargli ragione.
I bambini devono essere tutelati, dice il nuovo pontefice, vanno difesi da questa sofferenza. Ma su questo fronte ci vuole, afferma Francesco, «coraggio e chiarezza». Jorge Mario Bergoglio ha pronunciato queste parole ieri mattina, nella Giornata dei bambini vittime della violenza, durante il Regina Coeli, offrendo la sua preghiera per tutti coloro che «hanno sofferto e soffrono a causa di abusi».
Parole pronunciate mentre dal Regno Unito arrivano notizie che, se confermate, dicono di un’ulteriore volontà da parte della Chiesa di fare propria la linea della cosiddetta «tolleranza zero». Riportano fonti locali, infatti, che il Vaticano ha chiesto al cardinale Keith O’Brien, il porporato ex primate di Scozia che aveva rinunciato a partecipare al Conclave dopo l’ammissione di aver avuto «comportamenti inappropriati» con dei seminaristi, di lasciare il Paese. O’Brien stava per trasferirsi in un cottage non lontano da Edimburgo, ma ora dovrà emigrare «per salvaguardare la reputazione della Chiesa cattolica nel Paese».
A spendersi contro la sua permanenza è stato anzitutto l’arcivescovo di Glasgow, Philip Tartaglia. Ha scritto a Roma spiegando che i fedeli non capirebbero un’ulteriore presenza del porporato in Scozia dopo l’ammissione di colpe gravi. E sembra che dietro la richiesta vi sia anche preoccupazione per ulteriori casi di pedofilia che potrebbero uscire sui media. Diverse investigazioni, infatti, stanno continuando soprattutto nel Lanarkshire, diocesi dove si dice abbia agito negli anni passati una sorta di lobby gay.
Non è la prima volta che Francesco affronta l’argomento abusi. Solo un paio di settimane dopo la sua elezione, il 13 marzo scorso, aveva voluto incontrare il nuovo Prefetto della Congregazione che si occupa dei “delicta graviora”, quella per la Dottrina della Fede, Gerhard Ludwig Mueller. A lui ha confermato con estrema chiarezza la linea del predecessore Ratzinger: massima decisione nello stroncare il fenomeno della pedofilia, misure di aiuto e protezione ai minori, sostegno e vicinanza a chi ha subito sofferto questo tipo di violenze, assistenza anche giudiziaria se possibile alle vittime, linea dura verso i colpevoli, e infine garanzia dell’impegno da parte delle singole Conferenze episcopali nel perseguire queste linee direttive. Francesco è convinto che anche sul tema della pedofilia la Chiesa si giochi una grossa fetta di credibilità.
Eppure su questo fronte la Chiesa rischia di trovare ancora resistenze. A Porto Rico infatti l’arcivescovo di San Juan, monsignor Roberto Gonzalez Nieves, accusato dalla Santa Sede di voler coprire alcun preti coinvolti in casi di abusi sessuali, rifiuta di dimettersi come richiesto dal Vaticano.