"UN SOGNO ACCAREZZATO IN EUROPA SIN DAI TEMPI DI DANTE" (FRANCES A. YATES, 1974): CULTURA E SOCIETA’ NELL’EUROPA DI SHAKESPEARE E HAENDEL.
TEATRO E #MUSICA NELL’ #INGHILTERRA DELLA #REGINA #ELISABETTA TUDOR, DI RE #GIACOMO I #STUART, E RE GIORGIO I (Giorgio Ludovico di #Hannover, asceso al trono con il nome di Giorgio I di Gran Bretagna), UN FILO CHE NON SI SPEZZA NONOSTANTE LA #GUERRA DEI TRENT’ANNI (1618-1648).
A) "L’ILLUMINISMO DEI ROSA-CROCE" (FRANCES A. YATES). CONTRARIAMENTE A QUANTO generalmente si pensa, anche sul piano storiografico, senza il diffondersi dello spirito della #RiformaProtestante e della #Riforma #Anglicana in Inghilterra, probabilmente, a Londra, non solo #GiordanoBruno ma neanche Georg F. #Haendel vi sarebbe mai andato.
Quando si scrive che, dopo le "felici intuizioni contenute nei primi lavori" di Frances A. #Yates, "poi abbandonate dalla studiosa negli successivi dominati da un eslusivo interesse per l’ermetismo" (Nuccio Ordine, 2006), non solo non si coglie tutta l’importanza del legame teologico-politico e culturale esistente, poi rinsaldato nel 1613 dal matrimonio della figlia di Giacomo I d’Inghilterra, Elisabetta [Stuart] (1596-1662), con #FedericoV (1596 -1632), principe elettore del #Palatinato e re di #Boemia, figlio dell’elettore Federico IV e di Luisa Giuliana d’Orange, ma si trascura (e si oscura) la lezione della stessa Yates su "Giacomo I e il Palatinato: un capitolo dimenticato nella storia delle idee" (tenuta a Oxford nel 1970, e, proseguita nel libro dedicato a "L’Illuminismo dei Rosa-Croce", 1974) e la continuità con l’importante lavoro dedicato a "Giordano Bruno e la tradizione ermetica" (1969).
B) Georg Friedrich Händel (Halle, 23 febbraio 1685 - Londra, 14 aprile 1759):
"[...] in Italia [...] conobbe in Roma lo splendido Agostino Steffani, maestro celeberrimo il quale, in età ormai matura, era diventato arcivescovo e adesso faceva l’ambasciatore del Principe di Hannover [...] questo finissimo artista e diplomatico s’interessò molto al giovane Sassone e, [...] lo convinse a seguirlo nel suo ritorno ad Hannover. [...] Ma la combinazione di Hannover ebbe ben altra portata. Per via di parentele e di ragioni politiche, la Corte dell’Elettore era in stretti rapporti con la Corte inglese; Hannover si trovava sempre affollata di gentiluomini e di emissari britannici. Così, nel 1710, Giorgio Federico fu invitato a Londra allo scopo di comporvi un’opera e vi si recò con entusiasmo dopo aver ricevuto licenza dal Principe. [...] La regina Anna [Stuart] si compiacque molto dell’inviato speditole dal suo cugino di Hannover [...] Spentasi la regina Anna senza lasciare eredi al trono, la corona d’Inghilterra passò proprio al suo vecchio padrone, il Principe Elettore di Hannover." (Giulio Confalonieri, "Storia della musica", 1975).
C) Händel, "Giulio Cesare". Il «Giulio Cesare in Egitto» di Händel all’Opera di Roma (Dino Villatico: Alias - il manifesto, 1 ottobre 2023): "[...] L’opera - su libretto di Nicola Francesco Haym, che riscrive quello del 1677 di Gianfrancesco Bussarli - ebbe un immenso successo, non solo in Inghilterra. Si inserisce in un filone di riflessioni teatrali sulla storia: Shakespeare a Londra era sempre attuale e Händel era un assiduo frequentatore di teatri, ma anche un appassionato lettore, soprattutto del teatro francese. Come non pensare allora al Britannicus di Racine? Winton Dean, nella voce che dedica a Händel per il Grove Dictionary of Music and Musicians, sostiene che il compositore di Halle è la figura di drammaturgo musicale più complessa che incontriamo tra Monteverdi e Mozart, sia per varietà di caratteri e intensità espressiva, sia per forza e costruzione drammatica.[...]"(cit. ).