#CULTURA E #SOCIETA’: #FRANCIA (#CORSICA, #AJACCIO 2024) E I MUTAMENTI EPOCALI IN CORSO NELL’#EUROPA DEL XIX E DEL XXI SECOLO*.
A MARGINE DEGLI EVENTI, UNA PAGINA DAL #LIBRO DEL 1831 DI #VICTOR #HUGO, "#NOTRE DAME DE #PARIS 1482" (Libro V):
"CAPITOLO II.
QUESTO UCCIDERA’ QUELLO.
Le nostre lettrici ci scuseranno se ci fermiamo un momento per cercare quale potesse essere il pensiero che si celava sotto le enigmatiche parole dell’arcidiacono: Questo ucciderà quello. Il libro ucciderà l’edificio. A nostro avviso, quel pensiero aveva due facce. Era innanzitutto un pensiero da prete. Era il terrore del sacerdozio di fronte ad un elemento nuovo, la stampa. Era lo spavento e lo sbalordimento dell’uomo del santuario di fronte al torchio luminoso di Gutenberg. Erano la cattedra ed il manoscritto, la parola parlata e la parola scritta, che si allarmavano per la parola stampata; qualcosa di simile allo stupore di un passero che vedesse la Legione angelica aprire i suoi sei milioni di ali. Era il grido del profeta che sente già il rumore e l’agitazione dell’umanità emancipata, che vede un avvenire in cui l’intelligenza scalzerà la fede, l’opinione detronizzerà la credenza, il mondo scuoterà Roma. Pronostico del filosofo che vede il pensiero umano, volatilizzato dalla stampa, dileguarsi dal recipiente teocratico. Terrore del soldato che esamina l’ariete di bronzo e dice: «La torre crollerà». Ciò significava che una potenza stava per avvicendarsi ad un’altra potenza. Ciò voleva dire: «Il torchio ucciderà la chiesa». Ma sotto questo pensiero, senza dubbio il più immediato e il più semplice, ce n’era a nostro avviso un altro, più nuovo, un corollario del primo, meno facile da capire e più facile da contestare, un modo di vedere altrettanto filosofico, e non più soltanto del prete, ma del saggio e dell’artista. Era il presentimento che il pensiero umano, cambiando di forma, stesse per cambiare modo di esprimersi, che l’idea capitale di ogni generazione non si sarebbe scritta più con la medesima materia e nello stesso modo di prima, che il libro di pietra, così solido e così durevole, avrebbe fatto posto al libro di carta, ancora più solido e duraturo. Da questo punto di vista, la vaga formula dell’arcidiacono aveva un secondo senso; significava che un’arte stava per detronizzare un’altra arte. Voleva dire: «La stampa ucciderà l’architettura». In effetti, dall’origine delle cose fino al quindicesimo secolo dell’era cristiana compreso, l’architettura è il grande libro dell’umanità, l’espressione principale dell’uomo ai suoi diversi stadi di sviluppo, sia come forza che come intelligenza. [...]" (https://www.writingshome.com/ebook_files/230.pdf ).