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Wojtyla-Fidel

Anno Domini Janni 2006, VALENCIA: VIVA ZAPATERO !!!

domenica 9 luglio 2006 di Federico La Sala
[...]La laicità di Zapatero è un virus insidioso. Ha già attecchito nella fedele Spagna, modificando il senso di una cittadinanza che dà a Dio quel che è di Dio e a Cesare quel che è di Cesare.
Ma potrebbe diffondersi altrove. E allora perfino Fidel Castro potrebbe mancare alla prossima messa.
VALENCIA 2006 - SCANDALO AL SOLE
di Ida Dominijanni*
Non è un obbligo, per un capo di stato andare a messa. Il serafico commento di Vladimir Luxuria all’ annunciata assenza del premier (...)

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> Anno Domini Janni 2006, VALENCIA: VIVA ZAPATERO !!!

lunedì 10 luglio 2006

Quanta distanza fra il Vangelo ed il Vaticano!

di Giovanni Sarubbi e Patrizia Vita*

"Poi chiamò a sé i dodici e cominciò a mandarli a due a due; e diede loro potere sugli spiriti immondi. Comandò loro di non prendere niente per il viaggio; né pane, né sacca, né denaro nella cintura, ma soltanto un bastone; di calzare i sandali e di non portare tunica di ricambio. Diceva loro: «Dovunque sarete entrati in una casa, trattenetevi lì, finché non ve ne andiate da quel villaggio; e se in qualche luogo non vi ricevono né vi ascoltano, andando via, scotetevi la polvere dai piedi come testimonianza contro di loro»." (Marco 6,7-11)

Siamo oramai abituati da tempo alle megaliturgie dei raduni organizzati dal Vaticano. Megaraduni ( o anche "mascherate", come li ha definiti qualche giornale spagnolo nei giorni scorsi) grandemente voluti da papa Woytila e che Benedetto XVI si trova come eredità. Una eredità, da quello che oramai si vede in modo molto evidente, non molto congeniale al "papa teologo", che non ha nulla del carisma e dell’abilità recitativa del suo predecessore.

Ciò che traspare da tali appuntamenti è la potenza, la forza di una chiesa che è oramai molto lontana dallo spirito evangelico che può ben essere rappresentato dai cinque versetti del Vangelo di Marco che abbiamo riportato in testa a questo articolo. L’immagine che l’evangelista Marco ci ha trasmesso è quella di missionari cristiani senza alcun potere materiale ma con l’unico potere "sugli spiriti immondi", cioè su tutto ciò che opprime l’umanità. Il compito affidato da Gesù ai suoi discepoli è quello della liberazione dell’umanità dalla paura indotta dai gestori del sacro, che hanno sempre usato le immagini demoniache per opprimere i popoli, per imporre al popolo, come dice il Vangelo di Matteo, "fardelli pesanti e li mettono sulle spalle della gente; ma loro non li vogliono muovere neppure con un dito".

E per liberare l’umanità da ciò che l’opprime non ce bisogno di usare il potere, di mega liturgie o di mega raduni che diano il senso di una chiesa potente ed invincibile che impone le proprie scelte al mondo intero, che sostituisce una oppressione spirituale con un’altra oppressione spirituale. L’evangelista Marco parla anzi di apostoli mandati "a due a due", piccoli gruppi che si sostengono con la solidarietà che man mano essi conquistano sul campo. Ed il Vangelo di Gesù non può essere imposto ad alcuno, dice il Vangelo di Marco negli due versetti che non rappresentano affatto l’immagine di una chiesa trionfante o che usa la sua forza per imporre il proprio credo. Tutto il contrario di quanto è successo nei giorni scorsi a Valencia, dove le manifestazioni di potenza e di sfoggio di ricchezza (come l’appartamento dove è stato alloggiato il Papa) sono state molteplici e sono andate anche molto oltre ciò che finora avevamo potuto vedere nei megaraduni vaticani.

Ma a Valencia si è verificato anche un altro fenomeno, su cui occorre riflettere, di cui nessun giornale italiano ha parlato e che viene testimoniato dalle foto che riportiamo. Per la prima volta, a nostra memoria, oltre alle folle osannanti, si è manifestato nella società spagnola, tradizionalmente cattolica, un vasto movimento antipapale che si è raccolto attorno allo slogan "jo no t’espere" ("io non ti aspetto") posto al di sotto di un segnale di pericolo, sul tipo dei segnali stradali, al cui centro è posto una mitria papale. Moltissimi balconi della città di Valencia (oltre 2000 secondo il sito che ha coordinato l’iniziativa), sono stati addobbati con questo manifesto il cui scopo è quello di promuovere "un mondo laico".

Ed è a questo popolo che ha risposto il premier Zapatero quando ha rifiutato, unico capo di Stato che finora lo ha fatto, di partecipare alla Messa celebrata dal Papa su un altare con una caratteristica particolare, che la dice lunga sulla distanza esistente fra i megaraduni vaticani ed il Vangelo di Gesù Cristo. Ci riferiamo al fatto che il palco, pensate un po’! , era "microclimatizzato". Mentre la massa dei fedeli era al sole a subire una temperatura di oltre trenta gradi, coloro che erano sul palco hanno potuto godere di una temperatura di 18-20 gradi. Questo palco, secondo alcuni siti spagnoli, è costato la bella cifra di ottocentomila euro e ciò ha provocato non poche proteste dei cittadini di Valencia, anche a seguito dell’incidente alla metropolitana di pochi giorni fa dovuto proprio alla mancanza di fondi per potenziare le misure di sicurezza. Ottocentomila euro che sono una vera e propria offesa alla povertà, di cui però tanto si parla negli spot della CEI per l’otto per mille. "Sono meno importanti le nostre vite della visita del Papa?", «perché la sicurezza dei cittadini ha meno valore della visita del Papa? » si sono chiesti gli organizzatori della protesta contro la visita papale che è sfociata anche in una vera e propria contro manifestazione a cui hanno partecipato alcune centinaia di cittadini di Valencia. Ma un’altra domanda si impone. Anche ammesso che l’organizzazione di tutto l’evento sia stata organizzata dalle autorità cittadine di Valencia, perché il Papa non ha rifiutato una spesa così colossale e non ha chiesto che tali fondi fossero destinati ai poveri? C’è un abisso fra ciò che è scritto nel Vangelo e ciò che viene praticato dal Vaticano. E’ una contraddizione che produce sempre più scollamento e disgusto fra gli stessi fedeli cattolici che vogliono vivere la loro fede senza ostentazioni e senza opprimere nessuno. E’ una contraddizione che, molto probabilmente, aumenterà anche per le scarse doti comunicative di Benedetto XVI.

Un’ultima annotazione, infine, riguarda la questione dei matrimoni gay contro cui la Chiesa Cattolica è notoriamente schierata. Il Capo del Santo uffizio, il Cardinale Levada, ha proposto addirittura "la disobbedienza civile" negli Stati che hanno approvato leggi che riconoscono i diritti delle coppie omosessuali. Ora, senza entrare nel merito della questione dei matrimoni gay, questa della "disubbidienza civile" su un terreno quale quello sessuale è veramente qualcosa di incredibile e apparentemente senza senso. Si può fare disubbidienza civile se a qualcuno viene imposto qualcosa che viola la sua coscienza. E’ disubbidienza civile, per esempio, quella del cristiano che rifiuta di indossare la divisa militare e di usare armi per non violare il comandamento del "non uccidere". L’approvazione in tanti Stati, fra cui l’Italia, di una legislazione che accoglie l’obiezione al servizio militare è stata dovuta, per esempio, proprio a quei cristiani che negli anni 60 e 70 hanno praticato la disubbidienza civile del rifiuto dell’arruolamento. Ma sul tema del matrimonio gay quale disobbedienza civile può compiere il cristiano, ad esempio eterosessuale, visto che la scelta di sposarsi, anche fra persone dello stesso sesso, non può essere imposto ad alcuno e nessuna legislazione, anche quella che prevede i matrimoni gay, lo contempla? Analogo principio vale, per esempio, per le leggi che regolamentano l’aborto: nessuna di esse impone ad alcuna donna di abortire, ci mancherebbe. In questo caso come si configurerebbe l’obiezione di coscienza cristiana? Abbiamo il sospetto che l’invito alla "disubbidienza civile" proposto dal Cardinal Levada richiami in realtà sinistri ricordi di epoche passate, quando le persone scomunicate, ed in particolare gli omosessuali, venivano bruciate sui roghi. E’ già successo anche nel secolo appena trascorso negli USA, dove la forte campagna antiaborista delle chiese fondamentaliste protestanti, fortemente alleate su questo tema con quella cattolica, hanno prodotto decine di omicidi di medici abortisti da parte di fedeli che poi hanno usato le citazioni bibliche per difendersi. Più che un invito alla "disobbedienza civile", quella del Cardinal Levada ci sembra una vera e propria istigazione alla violenza, come è tipico di tutte le religioni che si ritengono portatrici di verità assolute. Ma anche qui, quanta distanza fra il Gesù dei Vangeli ed il "Cristo" venerato, come un idolo pagano, dal Vaticano.

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www.ildialogo.org/editoriali, Lunedì, 10 luglio 2006


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