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Wojtyla-Fidel

Anno Domini Janni 2006, VALENCIA: VIVA ZAPATERO !!!

domenica 9 luglio 2006 di Federico La Sala
[...]La laicità di Zapatero è un virus insidioso. Ha già attecchito nella fedele Spagna, modificando il senso di una cittadinanza che dà a Dio quel che è di Dio e a Cesare quel che è di Cesare.
Ma potrebbe diffondersi altrove. E allora perfino Fidel Castro potrebbe mancare alla prossima messa.
VALENCIA 2006 - SCANDALO AL SOLE
di Ida Dominijanni*
Non è un obbligo, per un capo di stato andare a messa. Il serafico commento di Vladimir Luxuria all’ annunciata assenza del premier (...)

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martedì 11 luglio 2006

Documenti NOI NON L’ASPETTIAMO Campagna contro la visita del Papa a Valencia di ADISTA n. N.54 del 15-07-2006

L’8 e 9 di luglio il papa verrà a Valencia per chiudere il V Incontro Mondiale delle Famiglie. Per la sua doppia carica - quella di capo di Stato del Vaticano e quella di capo della Chiesa cattolica - questa visita non lascerà indifferenti i cittadini, tanto i cattolici quanto coloro che non professano alcuna religione, soprattutto perché le posizioni della Chiesa influiscono sulla valutazione dei diritti e dei doveri della cittadinanza. Il sostegno incondizionato offerto dalle diverse ammini-strazioni locali e statali alla visita vanno ben oltre ciò che è tollerabile in uno Stato aconfessionale. Non è accettabile che le istituzioni pubbliche investano un ingente volume di risorse umane, economiche e infrastrutturali in un evento proposto da un’organizzazione, la Chiesa cattolica, che non rappresenta tutti e non risponde all’interesse comune che deve guidare l’operato dei poteri pubblici. Tanto più un evento che impone un modello escludente di famiglia. I gruppi, i collettivi e le organizzazioni che sottoscrivono questo documento, plurali ed eterogenei nelle loro posizioni politiche e ideologiche, confessionali o meno, dichiarano:

1/ Stato laico e società laica Non viviamo in una società con una sola cultura o una sola religione. Questa realtà è un tratto indiscutibile del-l’attuale momento storico e sociale, ma è anche un’opportu-nità per arricchire la nostra visione e vivere la solidarietà con "l’altro". Abbiamo il diritto ad essere e celebrare quello che siamo: atei, agnostici, religiosi, credenti, armonizzando le nostre credenze con quelle degli altri e della società per mezzo del dialogo e di pratiche concrete - la difesa dei diritti umani, sociali ed ecologici e di una società più giusta. Perché la convivenza sia possibile e positiva per tutti, è necessario, come condizione imprescindibile, che lo Stato sia laico e garantisca l’esercizio dei diritti di ogni gruppo. Chiediamo quindi che certi settori della Chiesa cattolica rinuncino alla loro arroganza confessionale e accettino che il futuro dovrà passare necessariamente per uno Stato laico ed una società laica basati sul rispetto e l’uguaglianza. Il go-verno deve agire secondo il principio di aconfessionalità consa-crato dalla Costituzione, legiferando secondo criteri di laicità e promuovendo il rispetto per la diversità.

2/ Vittime del neoliberismo Il neoliberismo si sviluppa e si espande creando povertà ed esclusione per le persone, i popoli e le regioni. Riven-dichiamo l’opzione morale ed etica per gli svantaggiati e denunciamo la legittimazione del neoliberismo da parte delle confessioni religiose (...). Esortiamo quindi l’intera società, e soprattutto le Chiese e le tradizioni religiose, a lavorare per un pianeta pulito, abitabile e sostenibile; a promuovere relazioni tra popoli e persone basate sulla solidarietà, la cooperazione ed il rispet-to reciproco; a impegnarsi per una cultura di pace, basata sulla nonviolenza attiva e sul dialogo come mezzi per risolvere i conflitti, e a optare per la smilitarizzazione di Stati e nazioni come garanzia di una pace giusta (...).

3/ Accordi tra la Chiesa e lo Stato Gli accordi firmati dalla Chiesa e dallo Stato spagnolo, il 3 gennaio 1979, sono all’origine di molte situazioni di privilegio della Chiesa cattolica e del suo conflitto con lo Stato. Questi accordi generano disuguaglianza tra la Chiesa cattolica e le altre confessioni religiose, limitano la libertà delle due parti e presentano aspetti incostituzionali. Propu-gniamo quindi la loro abolizione.

4/ Lo Stato vaticano L’esistenza e il riconoscimento internazionale di questo minuscolo, artificiale, anacronistico, teocratico Stato, di cui è a capo il papa, sono un privilegio ed un attributo di potere che minano la rappresentatività dell’organizzazione interna-zionale delle nazioni. Ricordiamo che il Vaticano non ha firmato la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Propugniamo quindi la soppressione di questo Stato.

5/ Il sistema educativo e la religione Difendiamo un sistema educativo pubblico, democra-tico, di qualità e valenciano. E questo non è compatibile con l’imposizione dell’insegnamento della religione da parte della gerarchia cattolica, con l’influenza della Chiesa sulla configurazione e la gestione del sistema educativo (...). La sfida di coesione sociale che ci viene dai giovani e dalla multiculturalità esige uno sforzo pubblico per creare con-dizioni di pari opportunità, per poter esercitare la libertà nel futuro.

6/ Cultura e lingua valenciana La tendenza a censurare la libertà di pensiero, l’espres-sione artistica e scientifica, la cultura, è un tratto caratte-ristico della storia della Chiesa cattolica lungo i secoli (...). Esigiamo la piena indipendenza della società e delle isti-tuzioni pubbliche di fronte a manovre censorie. (...) De-nunciamo con enfasi, come un attentato all’inculturazione e ai diritti umani, l’imposizione della lingua castigliana come pure il ruolo decisivo che la Chiesa ha giocato nell’imposi-zione di valori castigliani sulla nostra società (...).

7/ Ostentazione e miseria La maturità etica di una società si manifesta nel modo in cui sono trattati quanti occupano l’ultimo posto della scala sociale e nella priorità di obiettivi nella distribuzione del denaro pubblico. In una società democratica, sono le cittadine e i cittadini a valutare gli avvenimenti pubblici ed è a loro che spetta l’ultima parola. In primo luogo, di fronte alla visita del Papa, esigiamo moderazione nell’uso del denaro pubblico, sem-plicità, sobrietà e trasparenza finanziaria (...). Non dobbia-mo dimenticare che poco distante dal luogo in cui si monta un palco che costa più di 130 milioni di pesetas, gli im-migrati conducono un’esistenza miserabile sotto un ponte perché l’amministrazione valenciana non fornisce un ostello.

8/ Diversità di modelli familiari Da decenni assistiamo a una profonda trasformazione delle strutture familiari nella nostra società. Ci sono famiglie tradizionali, ampie o nucleari, monoparentali, ricostruite, omoparentali, con e senza figli, coppie di fatto. La libe-razione delle donne, il riconoscimento della dignità di gay, lesbiche, transessuali e bisessuali, le unioni civili, il divorzio, ecc., tutto fa parte di un’evoluzione che si scontra con l’opposizione intransigente dei settori più reazionari della società, ostili a qualunque cambiamento che implichi una perdita del potere simbolico e reale che esercitano sulla società in questo campo. Gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, e anche ragazze madri e divorziati sono stati stigmatizzati, perseguitati e anche bruciati e condannati a morte lungo il corso della storia. Anche la Chiesa cattolica ha, al riguardo, le mani sporche di sangue e ignominia. (...) Nel momento in cui il governo spagnolo rende più agile il diritto al divorzio o amplia il diritto al matrimonio civile (...), la gerarchia cattolica si oppone con tale veemenza da scendere in strada in rifiuto dell’amore tra persone dello stesso sesso, cosa che non ha fatto per la guerra in Iraq e in tante altre rivendica-zioni sociali. Vogliamo ricordare al papa e alla gerarchia cattolica che il diritto di legiferare sulle famiglie, il matrimonio o il divorzio appartiene al Governo e non alla Chiesa. (...).

9/ Donne Le Chiese, alcune più di altre, sono istituzioni segnate profondamente dal sistema patriarcale e dal maschilismo e lungo la storia hanno prodotto una teologia misogina che ha considerato le donne come istigatrici di tutti i mali, soprattutto riguardo al sesso (...). Malgrado questo, grazie alla loro lotta tenace e costante, le donne sono state in grado di ottenere condizioni d’uguaglianza nella società civile. Contro questa tendenza emancipatoria, la gerarchia cattolica tesse retoricamente le lodi della donna ma, nella pratica, preclude loro la libertà di scelta e giustifica persino l’abuso sulle donne (...).

10/ Diritti riproduttivi e salute sessuale L’uso di contraccettivi è ciò che più ha umanizzato i rapporti sessuali e ha investito le persone di responsabilità nelle decisioni riproduttive. La maternità e la paternità responsabili sono possibili grazie ai contraccettivi, alla ri-produzione assistita e alla fecondazione artificiale. Siamo quindi contrari alla dottrina della Chiesa che condanna tutto questo (...) e chiediamo una revisione della posizione tradi-zionale della Chiesa riguardo a tutto ciò che riguarda il sesso. I diritti riproduttivi sono internazionalmente ricono-sciuti come parte integrante dei diritti umani. Uomini e donne dovrebbero avere il controllo della loro sessualità ed essere in grado di decidere se avere figli, quando e come. (...) Chiediamo quindi che questi diritti siano garantiti in nome dell’autonomia delle donne.

11/ Contraccettivi, Aids e stigma sociale I contraccettivi sono il mezzo più adatto per garantire relazioni sessuali più sicure e sono stati raccomandati dal-l’Organizzazione Mondiale della Sanità per frenare la pan-demia di Aids. Riteniamo la gerarchia della Chiesa complice di questa pandemia con la sua incredibile condanna di questa misura di prevenzione sessuale (...). È indispensabile eliminare i messaggi punitivi diffusi dal pulpito, che hanno contribuito all’immagine dell’Aids come "castigo di Dio" (...).

12/ Bioetica Attualmente gli esseri umani hanno l’immensa fortuna di disporre di conoscenze scientifiche riguardo a molte que-stioni che fanno parte del processo orioginario della vita. Il progresso costante nella ricerca genetica e biotecnologica ci ha dato l’opportunità di curare e prevenire malattie prima incurabili. Migliorare le condizioni di vita, rendere la vita più sana e più umana è la missione più nobile dello scienziato. Se è vero che non tutto ciò che è possibile fare deve essere fatto - perché l’etica è inseparabile dalla ricerca scientifica - non capiamo la posizione della Chiesa che si oppone e condanna, per principio, la ricerca scientifica e la possibilità di mettere la scienza al servizio dell’essere umano. (...) Insomma, la differenza fondamentale tra il modello sociale difeso dal Vaticano e quelli proposti dalle realtà che sostengono questa Dichiarazione è che noi rispettiamo la diversità ideologica e la sua espressione nelle leggi e nelle norme di convivenza orientate a promuovere la libertà e la responsabilità. Il discorso ufficiale della Chiesa cattolica e di molte religioni intende imporre la propria ideologia a tutti i cittadini, attraverso le leggi e le norme di convivenza, indipendentemente dal fatto che si condivida o meno il loro punto di vista morale. Vogliamo denunciare la natura escludente ed esclusiva che caratterizza il discorso religioso. Per tutte queste ragioni invitiamo la società e i cittadini a esprimere una posizione critica liberamente ed attivamente. Con senso di responsabilità e di dignità.


WWW.ILDIALOGO.ORG, Martedì, 11 luglio 2006


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