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Guerra, sempre assurda

L’ITALIA STIA DALLA PARTE DELL’ ONU. Appello della Tavola della pace

Non ci sono più alibi né scuse per nessuno !!!
giovedì 13 luglio 2006 di Federico La Sala
[...] L’appello è stato inviato al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Affari Esteri e a tutti i membri del Parlamento Italiano ai quali si chiede di dichiarare in modo chiaro e forte il proprio impegno per difendere, salvare, rilanciare e democratizzare l’Onu, riaffermare il ruolo centrale delle Nazioni Unite nella promozione della pace, della sicurezza e della cooperazione internazionale [...]
L’Italia stia dalla parte dell’Onu
Appello (...)

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giovedì 13 luglio 2006

Blocco totale al Libano Raid aerei su Sidone: 47 i morti Il Libano chiede il cessate il fuoco*

Israele impone al Libano un blocco totale, aereo, navale e terrestre. E poi avverte: «Via i civili dalla periferia meridionale di Beirut, roccaforte di Hezbollah». «Un atto di guerra da uno Stato sovrano». Così il premier Olmert aveva definito l’attacco dei militanti di Hezbollah e il rapimento di due militari israeliani per poi lanciare l’operazione «Giusta Retribuzione», diretta contro tutte le postazioni di Hezbollah e il Libano che le ospita. Una vera e propria guerra. Nel primo pomeriggio il ministro dell’Informazione libanese Al Aridi chiede il cessate il fuoco da ambo le parti e la «fine dell’aggressione israeliana».

Ma l’offensiva di tel Aviv continua. Il bilancio provvisorio delle vittime parla di 47 morti e 103 i feriti nelle 48 ore di quella che si prefigura come la campagna aerea più violenta lanciata da Israele sul Libano negli ultimi 24 anni. L’aviazione israeliana ha infatti colpito l’aeroporto internazionale di Beirut e le due principali basi aeree libanesi, Rayak e Qoleiat. A riassumere la posizione israeliana ha provveduto il Capo di stato maggiore, generale Dan Haalutz: «Nulla è al sicuro» in Libano. Non è da escludere a priori dunque neanche un bombardamento di Beirut, in particolare degli uffici di Hezbollah.

Fonti militari hanno detto che Israele si deve preparare a un’operazione di lunga durata. Il ministro della difesa Amir Peretz, in una seduta con la commissione affari esteri e difesa della Knesset, ha dichiarato che Israele non permetterà più agli Hezbollah di dislocarsi in prossimità del confine israeliano. Un ufficiale, secondo la radio di stato, ha detto che in futuro ogni persona armata che in Libano si avvicinerà a un chilometro dal confine sarà considerata nemica e uccisa. Il ministro degli Esteri, signora Tzipi Livni, ha avviato una serie di contatti telefonici con i suoi colleghi di altri Stati per spiegare le ragioni e gli obiettivi delle operazioni israeliane in Libano. A tutti ha ricordato che l’attacco degli Hezbollah è stato del tutto ingiustificato poiché gia dal maggio del 2000 Israele si è totalmente ritirato dal territorio libanese occupato, ripiegando sul confine internazionale, lungo una linea approvata dall’Onu. E finalmente si vengono a sapere i nomi dei due soldati israeliani in mano agli Hezbollah da ieri. Si tratta di Ehud Goldwasser, che ha 31 anni, ed Eldad Regev, di 26. E secondo quanto rivelato dal direttore per le Relazioni pubbliche del ministero degli Esteri israeliano, Gideon Meir, Hezbollah vorrebbe trasferire i due soldati in Iran.

La risposta degli Hezbollah Le milizie degli Hezbollah non sono rimaste inerti e hanno reagito con lanci di razzi e attacchi oltre confine. Almeno 60 razzi katiusha sono stati lanciati verso i centri abitati israeliani in Alta Galilea, lungo tutto il confine col Libano, causando vittime tra la popolazione e danni. Al Arabiya ha riferito che la «resistenza islamica» (così chiama Hezbollah) ha lanciato missili contro il «comando delle operazioni dell’aviazione israeliana» di Monte Miron, nel nord di Israele. Si stima che 29 persone siano state ferite nei bombardamenti, in maggioranza in modo lieve. Molti abitanti nei centri minacciati hanno cominciato ad abbandonare le loro case per trasferirsi in località più sicure. In tutti i centri minacciati dell’Alta Galilea la popolazione è scesa nei rifugi e negli ospedali i degenti sono stati trasferiti in aree protette. E Hezbollah ora minaccia anche il porto di Haifa, la più cosmopolita e inclusiva delle città israeliane. «La resistenza islamica annuncia che bombarderà Haifa e dintorni se Beirut o i sobborghi meridionali saranno attaccati», hanno scritto i miliziani libanesi in un comunicato.

Il bilancio delle vittime israeliane, sarebbe - a parte gli 11 feriti di Safed -, secondo il corrispondente della tv satellitare araba al Jazeera, di «una donna e 29 feriti», di cui uno grave. Il sito internet del quotidiano israeliano Haaretz riferisce che la cittadina israeliana colpita è quella di Nahariya, nei pressi del confine con il Libano. La vittima è una donna di 40 anni che era rimasta sul balcone della sua casa, al quinto piano di un edificio, nonostante l’esercito israeliano avesse ordinato ai residenti di mettersi al riparo nei rifugi antimissile. E un missile katiusha ha colpito l’edificio al piano sopra di quello della donna uccidendola. Tra i feriti ci sono diversi bambini.

La Farnesina: non andate nella zona La Farnesina ha attivato una unità di crisi per monitorare la situazione e predisporre le liste di connazionali presenti nella zona. Il nostro ministero degli esteri invita gli italiani a tenersi lontani dal Libano e in particolare dall’area dei combattimenti. Del resto tutti i voli in arrivo sull’aeroporto di Beirut, inagibile dopo i bombardamenti, oggi sono stati dirottati su Cipro. L’unica via di accesso e di uscita dal Paese è la frontiera con la Siria. La Farmesina mantiene un continuo collegamento con i partner comunitari, essendo stato attivato il meccanismo di consultazione fra le Unità di Crisi dei Paesi dell’ Unione Europea, i cui responsabili si sono concertati stamane in teleconferenza.

www.unita.it, Pubblicato il 13.07.06


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