Guerra, sempre assurda

L’ITALIA STIA DALLA PARTE DELL’ ONU. Appello della Tavola della pace

Non ci sono più alibi né scuse per nessuno !!!
giovedì 13 luglio 2006.
 
[...] L’appello è stato inviato al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Affari Esteri e a tutti i membri del Parlamento Italiano ai quali si chiede di dichiarare in modo chiaro e forte il proprio impegno per difendere, salvare, rilanciare e democratizzare l’Onu, riaffermare il ruolo centrale delle Nazioni Unite nella promozione della pace, della sicurezza e della cooperazione internazionale [...]

L’Italia stia dalla parte dell’Onu

Appello della Tavola della pace *

COMUNICATO STAMPA

Alla vigilia della visita in Italia del Segretario Generale dell’Onu la Tavola della pace lancia l’appello L’Italia stia dalla parte dell’Onu L’appello è stato inviato al Presidente Napolitano, al Presidente Prodi, al Ministro D’Alema e a tutto il Parlamento Italiano

Lunedì, 10 luglio 2006 - Mercoledì giungerà in Italia il Segretario Generale dell’Onu, Kofi Annan. Per l’occasione la Tavola della pace lancia l’appello "L’Italia sia dalla parte delle Nazioni Unite".

"Il Presidente del Consiglio Romano Prodi e le autorità italiane che lo incontreranno - hanno dichiarato Flavio Lotti e Grazia Bellini, i due Coordinatori Nazionali della Tavola della pace - avranno un’ottima occasione per annunciare la decisione dell’Italia di scendere in campo, senza ulteriori equivoci ed esitazioni, per difendere, salvare, rilanciare e democratizzare l’Onu".

L’appello è stato inviato al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Affari Esteri e a tutti i membri del Parlamento Italiano ai quali si chiede di dichiarare in modo chiaro e forte il proprio impegno per difendere, salvare, rilanciare e democratizzare l’Onu, riaffermare il ruolo centrale delle Nazioni Unite nella promozione della pace, della sicurezza e della cooperazione internazionale, rilanciare i suoi valori e ideali, farla funzionare, dargli le risorse e gli strumenti necessari per adempiere al proprio mandato, tutelare la sua autonomia, la sua indipendenza e la coerenza con i suoi fini.

Il documento avanza inoltre alcune proposte concrete che possono contribuire a rendere credibile la scelta dell’Italia di stare dalla parte delle Nazioni Unite.

Segue il testo dell’appello.

Per contatti stampa: Alessandra Tarquini 3479117177 stampa@perlapace.it

APPELLO

L’Italia stia dalla parte dell’Onu

Mercoledì 12 luglio 2006, giungerà in Italia il Segretario Generale dell’Onu, Kofi Annan.

Il Presidente del Consiglio Romano Prodi e le autorità italiane che lo incontreranno hanno un’ottima occasione per annunciare la decisione dell’Italia di scendere in campo, senza ulteriori equivoci ed esitazioni, per difendere, salvare, rilanciare e democratizzare l’Onu.

Il mondo ha disperato bisogno dell’Onu, ma l’Onu è sotto attacco, sempre più indebolita, delegittimata e marginalizzata. I suoi poteri, le sue risorse e le sue funzioni sono stati drammaticamente ridotti.

L’unilateralismo dei più forti e un’incontrollata globalizzazione stanno mettendo da parte la sola "casa comune" dell’umanità. Allo stesso tempo importanti decisioni politiche ed economiche continuano ad essere assunte in sedi e istituzioni internazionali prive dei necessari principi, valori, legittimazione e controllo democratico. Spesso i governi che controllano e gestiscono l’Onu non mantengono nemmeno gli impegni politici ed economici che hanno volontariamente sottoscritto (come sta avvenendo con gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio); violano i diritti umani e gli stessi principi di legalità e di democrazia internazionale che proclamano nei loro discorsi e nelle loro risoluzioni; procedono nella gestione degli affari internazionali senza tener in alcun conto le proposte che la società civile mondiale continua ad avanzare. Alcuni, addirittura, stanno palesemente tentando di imporre all’Onu (e al mondo intero) la dottrina della guerra preventiva. Nel frattempo l’Onu, fondata per "salvare le future generazioni dal flagello della guerra", è stata estromessa dall’Iraq, marginalizzata in Afghanistan, isolata nei territori palestinesi, costretta all’impotenza in molti degli altri conflitti aperti e dimenticati.

La Tavola della pace

· consapevole della gravità della situazione internazionale, delle numerose guerre e violazioni dei diritti umani in corso, delle continue violazioni della legalità e del diritto internazionale;

· consapevole dei doveri che spettano al nostro paese sanciti dall’Articolo 11 della nostra Costituzione, nonché dal diritto internazionale dei diritti umani,

· considerato il programma di governo dell’Unione che contiene ben tre pagine e mezza (dalla 98 alla 101) dedicate al "l’Italia nel sistema delle Nazioni Unite";

chiede al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, al Governo e a tutti i suoi componenti, a tutti i Deputati e Senatori di:

· dichiarare in modo chiaro e forte il proprio impegno per difendere, salvare, rilanciare e democratizzare l’Onu, riaffermare il ruolo centrale delle Nazioni Unite nella promozione della pace, della sicurezza e della cooperazione internazionale, rilanciare i suoi valori e ideali, farla funzionare, dargli le risorse e gli strumenti necessari per adempiere al proprio mandato, tutelare la sua autonomia, la sua indipendenza e la coerenza con i suoi fini;

· operare da subito, nell’Unione Europea e in tutte le altri sedi internazionali, per rimettere l’Onu al centro degli sforzi tesi a porre fine alle guerre e alle gravi violazioni dei diritti umani in corso nei territori palestinesi (mediante l’invio immediato di una forza di interposizione sotto il comando Onu), in Iraq, in Afghanistan, in Cecenia, in Sudan, nella regione africana dei grandi laghi, in Somalia e nel resto del mondo.

La Tavola della pace chiede inoltre di:

1. riaprire subito l’Ufficio dell’Onu in Italia chiuso dal Governo Berlusconi e riattivare la collaborazione con la società civile impegnata a sostegno dell’Onu con programmi di comunicazione ed educazione;

2. definire in Parlamento le iniziative dell’Italia per favorire l’elezione di un nuovo Segretario Generale dell’Onu indipendente e autorevole (dopo 60 anni è venuto anche il tempo che sia una donna);

3. avviare in Parlamento una rigorosa azione di controllo sull’operato dell’Italia nell’ambito del sistema delle Nazioni Unite e promuovere un dibattito politico, aperto ai contributi della società civile, per definire le proposte dell’Italia per la democratizzazione e il rafforzamento dell’Onu e concorrere così alla definizione della posizione dell’Unione Europea;

4. rendere tripartita la composizione delle delegazione italiana negli organismi Onu (Governo, Parlamento, organizzazioni della società civile) a cominciare dalla prossima convocazione dell’Assemblea Generale;

5. dare nuovo impulso alla proposta di costituzione dell’Assemblea Parlamentare delle Nazioni Unite;

6. agire per rendere finalmente operativo il sistema di sicurezza collettiva previsto dal Cap. VII della Carta delle Nazioni Unite e stipulare gli accordi con il Consiglio di sicurezza delle NU previsti dall’art. 43 al fine di mettere a disposizione dello stesso Consiglio le forze armate, l’assistenza e le facilitazioni necessarie per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali;

7. sostenere e rilanciare la proposta di convocazione di una Convenzione Universale sul futuro delle Nazioni Unite;

8. sostenere l’Assemblea dell’Onu dei Popoli e l’impegno della società civile e degli Enti Locali per salvare, democratizzare e rafforzare le Nazioni Unite.

Non ci sono più alibi né scuse per nessuno. Neanche per l’Italia. Se le cose non cambieranno non sarà solo per colpa di altri. Ci attendiamo decisioni semplici, immediate e coerenti.

Perugia, 10 luglio 2006


* www.ildialogo.org/appelli, Giovedì, 13 luglio 2006


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