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Guerra, sempre assurda

L’ITALIA STIA DALLA PARTE DELL’ ONU. Appello della Tavola della pace

Non ci sono più alibi né scuse per nessuno !!!
giovedì 13 luglio 2006 di Federico La Sala
[...] L’appello è stato inviato al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Affari Esteri e a tutti i membri del Parlamento Italiano ai quali si chiede di dichiarare in modo chiaro e forte il proprio impegno per difendere, salvare, rilanciare e democratizzare l’Onu, riaffermare il ruolo centrale delle Nazioni Unite nella promozione della pace, della sicurezza e della cooperazione internazionale [...]
L’Italia stia dalla parte dell’Onu
Appello (...)

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> L’ITALIA STIA DALLA PARTE DELL’ ONU. Appello della Tavola della pace

venerdì 14 luglio 2006

Beirut, notte di bombe Israele: colpiremo il capo degli Hezbollah di Luca Re (www.ilsole-24 ore. com, 14 luglio 2006)

L’offensiva israeliana in Libano è proseguita con ripetuti bombardamenti notturni sulla capitale Beirut. Il premier dello Stato ebraico, Ehud Olmert, ha autorizzato l’esercito a colpire nuovi obiettivi, dopo una riunione con il ministro della Difesa, Amir Peretz e il capo di Stato maggiore, Dan Halutz. L’aviazione ha preso di mira soprattuto la zona sud di Beirut, considerata la roccaforte di Hezbollah, il gruppo estremista sciita che mercoledì 12 luglio ha rapito due soldati israeliani, provocando la reazione di Gerusalemme sul fronte libanese. Il bilancio delle incursioni conta finora almeno 50 vittime libanesi.

Israele minaccia Nasrallah. Il ministro dell’Interno, Roni Bar-On, ha dichiarato la volontà israeliana di eliminare Hassan Nasrallah, il capo di Hezbollah. «Nasrallah ha deciso il suo destino: noi regoleremo i conti con lui al momento giusto», ha spiegato Bar-On alla radio pubblica dello Stato ebraico. Gerusalemme sembra quindi intenzionata a mantenere aperto lo scontro con i miliziani sciiti, per rimettere in sicurezza i confini con il Libano e sconfiggere la minaccia dei terroristi filo-iraniani e filo-siriani. Il ministro della Difesa, Amir Peretz, aveva affermato giovedì 13 luglio che Israele avrebbe agito per eliminare Hezbollah e impedire ai suoi militanti di ritornare nel sud del Libano (zona privilegiata per lanciare i razzi contro le città israeliane).

La posizione degli Stati Uniti. Il Segretario di stato Usa, Condoleezza Rice, ha parzialmente corretto la posizione iniziale della Casa Bianca sulle reazioni di Gerusalemme, che si era concretizzata nel veto posto ieri (giovedì 12 luglio) alla risoluzione presentata dal Qatar nel Consiglio di sicurezza Onu. Questa risoluzione condannava l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza, iniziata dopo il rapimento del caporale Ghilad Shalit, a opera di miliziani legati al governo di Hamas. La Rice ha chiesto a Israele di esercitare «moderazione» nel suo attacco al Libano, spiegando che l’amministrazione Usa è preouccupata per le conseguenze del conflitto sul governo di Beirut, che potrebbe uscire indebolito dalla crisi con Israele, a vantaggio dell’ingerenza siriana. Secondo il Consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Steve Hadley, l’esecutivo libanese non era al corrente delle mosse di Hezbollah. Le affermazioni della Rice e di Hadley sembrano rivelare il timore di rimanere isolati all’imminente vertice del G8 a San Pietroburgo: le altre potenze mondiali non condividono la posizione esclusivamente filo-israeliana, espressa da Bush allo scoppio della crisi in Medio oriente. Il presidente Usa aveva sostenuto il diritto di Gerusalemme a difendersi, mentre molti Paesi europei avevano condannato un «uso sproporzionato della forza» da parte israeliana.

I bombardamenti. L’aviazione israeliana ha compiuto tre attacchi notturni su Beirut, concentrandosi sui quartieri meridionali: Gisr al Matar, Moawwad, Ghobeiry e Haret Hreik, dove ha sede il quartier generale di Hezbollah. Il Dipartimento di stato Usa ha autorizzato la parziale evacuazione dell’ambasciata americana nella capitale. I caccia F-16 di Gerusalemme hanno continuato a centrare ponti, aeroporti, autostrade e cavalcavia: lo Stato ebraico intende isolare il Libano, grazie anche al blocco aeronavale e terrestre, oltre a ostacolare le comunicazioni tra il sud e il nord del territorio. I velivoli hanno danneggiato anche la strada Beirut-Damasco, che risulta interrotta in cinque punti, tra Sofar e Shtaura. Le bombe israeliane sono poi cadute su una base del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, situata nei pressi del confine siriano. Le navi hanno puntato i cannoni sulla centrale elettrica di Jiyyeh, 30 chilometri a sud di Beirut, colpendo un deposito di carburante. Il quotidiano di Tel Aviv, Haaretz, ha riferito che l’aviazione ha distrutto alcuni bunker, che contenevano missili usati da Hezbollah contro le città situate nel nord dello Stato ebraico. L’artiglieria, invece, ha bersagliato le postazioni dei miliziani nella zona di Ain Ebel, sul confine tra Libano e Israele.


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