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Dio, Amore (charitas)? No, "Deus caritas est" (2006)!!! Eu-angélo? No, Van-gélo!!!

Papa e Vescovi, tutta la Gerarchia della Chiesa "cattolico-romana" senza più la Parola eu-angélica !!! "Potranno tagliare tutti i fiori / mai saranno i padroni della primavera"!!! Linee di analisi del gesuita p. Felice Scalia

mercoledì 12 novembre 2008 di Federico La Sala
[...] Abbiamo assistito con sbigottimento, continuiamo anzi ad assistervi, alla divisione che si è verificata nella Chiesa quando qualche "principe" di questo mondo decise di dividere il pianeta in due grandi settori, in due "assi": quello del "bene" e quello del "male". E decise pure, questo "principe", quali popoli appartenessero all’uno o all’altro "asse". Poi stabilì che farne degli "Stati canaglia", e ritenne anche suo dovere - per mandato divino - sterminare il male dalla terra (...)

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> Papa e Vescovi, tutta la Gerarchia della Chiesa "cattolico-romana" senza più la Parola eu-angélica !!! ---- L’abiura della profezia (di Felice Scalia - gesuita, teologo dell’istituto Ignatianum di Messina)

martedì 1 febbraio 2011

L’abiura della profezia

di Felice Scalia (Adista - Segni nuovi, n. 9, 5 febbraio 2011)

Dopo tante “contestualizzazioni” sulle malefatte del Cavaliere in materia di coerenza con una sua proclamata fede cristiana, dalla alte gerarchie cattoliche giungono esecrazioni, richiami, e “forti pressioni”. Nulla da eccepire se non la eccessiva prudenza di ieri che tra i semplici poteva suonare connivenza, e la riduzione di oggi di quanto sta paralizzando la vita politica italiana ad una questione di morale personale poco degna di un “uomo pubblico”. Personalmente resto nella mia preoccupazione, e per una serie di motivi: la vita privata del Cavaliere è stata ed è modello di corruzione del tessuto morale della nazione intera; la sua sfrenatezza nulla è se non la conseguenza di una concezione di vita basata sul potere ed il denaro; l’etica sessuale è intimamente connessa con un’ideologia, il “pensiero unico”, dove tutto è in vendita, anche le persone ridotte a cose, e dove le leggi del mercato sono “la Legge”. Queste interconnessioni sono mine vaganti, questo “insieme” stride con la fede cristiana. E da tempo aspettavamo in tanti una presa di posizione profetica della Chiesa sul “sistema”. Non c’è stata e non c’è. Fino a far sembrare ovvia l’ipotesi di una blasfema nuova “santa alleanza” di alti uomini di Chiesa con questo tipo di potere, ben oltre l’umana simpatia, o la stessa comprensione benevolente per la vita difficile di un “peccatore” atipico.

Confesso che questa ipotesi non mi sembra campata in aria e certi fatti la suggeriscono. Ed una spiegazione plausibile è che quegli uomini di Chiesa, anche se non ne sono coscienti, sono membri della “Chiesa-istituzione” prima che della “Chiesa-mistero”, di quella Chiesa cioè che è presenza storica del Cristo per le nostre strade. Le istituzioni hanno una loro logica, una propria forza di attrazione, si sostengono a vicenda quale che sia il loro contenuto e la finalità per cui esistono. I “potenti” costituiscono una categoria antropologica a parte, sono tutti fratelli, quasi appartenessero ad una tentacolare massoneria planetaria. Il potere è maestà ed arbitrio, non è legge, anche se a sua giustificazione porta avanti il “bene comune”, la tenuta dell’ordine e perfino della legge di Dio.

Questa stupefacente caduta di stile cristiano, questa abiura alla profezia che ci farebbe leggere la storia alla luce della Parola (e mai viceversa) dovrebbe fare riflettere tutti. Ma forse il male denunziato da questo strano neo-collateralismo di certi cattolici col potere rivela un grave scadimento dello stesso cristianesimo. Pare che da «lieto annunzio» di salvezza «per ogni carne», da proclamazione che non esistono pietre tombali sulle nostre sciagure e sui nostri limiti, ma pietre pasquali che sprigionano vita e futuro di gloria, da queste altezze esso sia sceso a quattro “valori non negoziabili” assicurati dal Cavaliere fino a quando rimane in sella.

Qui non si sta dicendo che quei “valori” (difesa della vita umana al suo apparire ed al suo tramonto, tutela della famiglia, diritto all’educazione dei figli...) siano fasulli, ma che essi non esauriscono affatto il Vangelo.

Viene ovvia la conclusione che fino a quando il popolo di Dio tutto continua a non interrogarsi sul “sistema”, sul paradigma che regge il mondo, o addirittura lo “sposa” quasi fosse ovviamente naturale, contentandosi magari di ritenere proprio compito lenire i guai provocati da esso («Il capitalismo globalizzato è legge sacra di natura, ma noi aiuteremo gli affamati della Tunisia...»), fino a quel giorno ogni esecrazione di eccessi, ogni (inimmaginabile) scomunica sarebbe solo un toglierci un bruscolo dagli occhi lasciando che vi prosperi una bella trave.

* Gesuita, teologo dell’istituto Ignatianum (Messina)


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