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Romania

JOAN PETRU CULIANU (1950-1991): Lo storico delle religioni, autore di "Eros e magia nel Rinascimento", allievo di Mircea Eliade, assassinato a Chicago - un crimine ancora impunito.

giovedì 20 luglio 2006 di Federico La Sala

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sabato 2 settembre 2006

Le simpatie «pericolose» di Mircea Eliade

A vent’anni dalla scomparsa, una nuova pubblicazione fa chiarezza sulla sua adesione al controverso movimento nazionalista romeno «Guardia di ferro», causa di critiche dei suoi detrattori

di Antonio Giuliano (Avvenire, 02.09.2006)

Detrattori o apologeti. Sono passati vent’anni esatti dalla morte di Mircea Eliade, ma i suoi critici sembrano fermi nella contrapposizione più radicale. A mantenerli sulle barricate contribuiscono soprattutto i trascorsi politici del noto storico rumeno delle religioni. Le simpatie nazionaliste del giovane Eliade paiono contare di più della sua opera monumentale: in un inventario di qualche anno fa sono stati censiti oltre 2.500 lavori, senza contare le recensioni e gli scritti inediti che continuano a venir fuori ancora oggi. Un lascito enorme per il quale è facile provare un senso di smarrimento. Non lo nasconde affatto Natale Spineto, professore di Storia delle religioni all’università di Torino, secondo cui il fiume di pubblicazioni dovrebbe di per sé imporre una cautela maggiore prima di lasciarsi andare a giudizi netti sulla figura di Eliade. In questo volume, Spineto ne ricostruisce la biografia con un’attenzione certosina alla formazione intellettuale dello storico, nato a Bucarest nel 1907: la laurea in filosofia presso l’ateneo della capitale rumena, il soggiorno in India e, dopo il dottorato, l’attività di assistente universitario del docente più ammirato, Nae Ionescu. Sotto il suo influsso Eliade aderirà, negli anni Trenta, alle idee nazionaliste della «Guardia di ferro», un movimento che propugnava una Romania forte della sua identità cristiana e temprata dal sangue di chi si fosse sacrificato per il suo trionfo. L’esaltazione etnica dava luogo a conseguenze xenofobe, con polemiche aperte nei confronti di ungheresi, tedeschi, ebrei e slavi. Dopo la seconda guerra mondiale, chiusa la parentesi politica, Eliade negherà di aver mai scritto una riga a favore di questo movimento. Ma, come rileva Spineto, l’abiura è «sorprendente» perché alcuni articoli, scritti da Eliade nel biennio 1936-1938, lo inchiodano senza scusanti. L’adesione alla «Guardia di ferro» gli costerà perfino l’internamento in un campo di concentramento per ordine di Carlo II. Gli accusatori di Eliade puntano l’indice contro questo attivismo politico che sarebbe evidente anche nella sua opera, bollata in quanto espressione di una cultura di destra. Spineto invita però a riconoscere come non esista alcun documento del dopoguerra che provi il legame tra il pensiero «eliadiano» e l’ideologia «guardista» o l’antisemitismo. E la conferma più evidente è la stima per Eliade di tutti gli intellettuali del suo tempo, anche quelli di diverso orientamento politico, in Italia: Ernesto De Martino, Cesare Pavese e il socialista Raffaele Pettazzoni, il «maestro», dal quale trasse l’idea della storia delle religioni come disciplina autonoma. Ma Eliade, che insegnò a Parigi e a Chicago, dove morì nel 1986, ha suscitato l’apprezzamento e l’amicizia di studiosi di tutto il mondo. Uno di essi è un altro protagonista degli studi religiosi di quegli anni, Kàroly Kerényi, che compare nella corrispondenza inedita in appendice al testo. Nelle opere più conosciute di Eliade, il Trattato di storia delle religioni e Il mito dell’eterno ritorno, ci sono i concetti chiave del suo pensiero. L’idea che l’uomo sia «naturaliter religiosus», religioso per natura: la limitatezza e la precarietà della condizione umana lo spingono infatti ad aprirsi all’altro e in primo luogo al trascendente. E la missione della storia delle religioni: aiutare l’umanità a ritrovare l’autenticità dell’esperienza religiosa, nella quale la persona realizza se stessa. La secolarizzazione ha reso opaca la dimensione spirituale, ma è di grande aiuto conoscere gli sforzi religiosi compiuti da tutti i popoli in ogni epoca. Spineto propone così di recuperare senza pregiudizi questa eredità intellettuale, per evitare che l’ostracismo ideologico soffochi una delle voci più originali del Ventesimo secolo.

Natale Spineto Mircea Eliade storico delle religioni Con la corrispondenza inedita Mircea Eliade-Kàroly Kerényi Morcelliana. Pagine 304. Euro 21,50


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