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Poesia della settimana

I ragazzi che si amano - di Jacques Prévert

venerdì 11 agosto 2006 di Vincenzo Tiano
I ragazzi che si amano
I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell’abbagliante splendore del loro primo (...)

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> I ragazzi che si amano ---- No ad una Chiesa che agisce come una lobby contro il matrimonio omosessuale! (di William Marx e Gilles Philippe - "Le Monde")

martedì 6 novembre 2012

No ad una Chiesa che agisce come una lobby contro il matrimonio omosessuale!

di William Marx e Gilles Philippe*

in “Le Monde” del 7 novembre 2012 (traduzione: www.finesettimana.org)

Poiché il cardinale André Vingt-Trois invita i fedeli cattolici a scrivere agli eletti per partecipare al dibattito sull’apertura del matrimonio alle coppie dello stesso sesso, noi abbiamo il dovere di metterli in allerta sulle vere intenzioni della Chiesa. Anche se infatti è legittimo che un’istituzione religiosa intervenga in questa discussione, bisognerebbe però sapere ciò che chiede veramente e chi rappresenta.

A voler credere ai vescovi, si tratterebbe solo di opporsi ad una deriva demagogica riguardante il solo matrimonio, ed ogni accusa di omofobia è rifiutata con indignazione: non si tratterebbe affatto di colpire i diritti esistenti degli omosessuali.

Ma ne siamo proprio certi? Se si vuole veramente sapere ciò che vogliono i vescovi, non bisogna concentrarsi sui loro appelli alle Scritture e ad una argomentazione di ordine antropologico non pertinente. La Bibbia è del tutto priva di autorità in una repubblica laica, e inoltre ignora totalmente l’amore omosessuale, conosce solo degli atti carnali che punisce con la morte. Se bisogna ispirarsi ad essa per condannare l’omosessualità, castighiamo anche chiunque “giaccia con una donna che ha le mestruazioni”, e facciamo della donna un semplice “aiuto” per l’uomo, come proclama la Genesi. Nelle Scritture non c’è alcun modello familiare valido per noi oggi. Quanto agli argomenti antropologici, la famiglia come la conosciamo esiste solo da due secoli al massimo, e la Chiesa l’ha messa al centro del suo messaggio da meno tempo ancora.

Per sapere ciò che i vescovi vogliono veramente, basta leggere ciò che hanno già scritto sull’argomento.

Non dimentichiamo che nel 1999 avevano dichiarato guerra al progetto di unione civile e avevano seguito strettamente una istruzione vaticana del 1992 che condannava l’omosessualità come “comportamento per il quale nessuno può rivendicare un qualsiasi diritto” né qualsiasi “legislazione civile” tale da proteggerla. Non dimentichiamo che nel 2003 questa condanna è stata ripetuta dalla Santa Sede.

“gruppo di oppressione”

Non dimentichiamo che l’istruzione del 1992, ancora in vigore, vuole proibire agli omosessuali di occupare posti di insegnante, di allenatore sportivo o di militare. Non dimentichiamo che nel 1991 il catechismo dei vescovi francesi ha dichiarato “malata” una società “che pretende di riconoscere l’omosessualità come una cosa normale”. Non dimentichiamo che nel 2005, in totale contraddizione con il precetto pastorale che distingue gli atti dalle persone, il Vaticano ha rifiutato il sacerdozio agli omosessuali, anche se vergini e casti.

Non dimentichiamo che nel 2008 lo stesso Vaticano è stato il solo Stato occidentale a non firmare la dichiarazione sottoposta all’ONU dalla Francia, che chiedeva “che i diritti umani fossero applicati allo stesso modo ad ogni essere umano, indipendentemente dall’orientamento sessuale o dell’identità di genere”.

Non dimentichiamo che nel 2011 i vescovi americani si sono levati contro la soppressione della regola che obbligava i militari a nascondere il loro orientamento omosessuale sotto pena di espulsione. Non dimentichiamo che in Camerun, dove l’omosessualità è ancora considerata un reato, l’episcopato continua con l’accordo tacito della Santa Sede ad opporsi alla sua depenalizzazione, nonostante i crimini e gli arresti sordidi di cui in quello Stato sono vittime gli omosessuali.

È forse il Camerun che i vescovi francesi vogliono proporre come modello legislativo al nostro paese? Purtroppo, tutto lo fa pensare: ecco gli annessi e connessi del dibattito richiesto dalla Chiesa. Nella migliore delle ipotesi, nel mondo ideale da lei sognato, gli omosessuali, condannati alla continenza, non si dichiarerebbero mai pubblicamente e vivrebbero nella più totale solitudine e nella menzogna più completa.

Certo, la maggior parte dei fedeli fa una lettura diversa del Vangelo e non seguiranno la gerarchia su questa strada. Poco importa alla Chiesa, tuttavia, poiché chiede un dibattito all’esterno, ma lo rifiuta all’interno: è un mese che chiediamo di incontrare il parroco della nostra gentile parrocchia parigina per discutere di questi temi - invano. Come se gli omosessuali non fossero fedeli degni di questo nome e come se la Chiesa, che nega loro ogni esistenza al suo interno, preferisse parlare di loro piuttosto che parlare loro direttamente.

Invece, invita i cattolici a scrivere ai loro eletti per esprimere la posizione della gerarchia. Ma questa democrazia da cui i vescovi vogliono trarre profitto, non la vogliono per loro stessi: non dimenticate che loro non vengono eletti. Allora, è legittimo accordare la minima importanza ad un simile “gruppo di oppressione”?

*William Marx è saggista, professore l’università Paris-Ouest-Nanterre-la Défense;
-  Gilles Philippe è linguista, professore all’università di Losanna


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