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Poesia della settimana

I ragazzi che si amano - di Jacques Prévert

venerdì 11 agosto 2006 di Vincenzo Tiano
I ragazzi che si amano
I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell’abbagliante splendore del loro primo (...)

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> I ragazzi che si amano --- Jean Baubérot: «Matrimonio per tutti: finalmente un vero tema di laicità!» (di Jean-Jeacques Peyronel)

venerdì 23 novembre 2012

Baubérot: «Matrimonio per tutti: finalmente un vero tema di laicità!»

di Jean-Jeacques Peyronel

      • “Riforma” - Settimanale delle chiese Evangeliche Battiste Metodiste e Valdesi del 23 novembre 2012

A proposito del «matrimonio per tutti» di cui si è parlato anche al sinodo della Regione Provenza- Alpi-Corsica-Costa Azzurra, il sociologo francese Jean Baubérot, che è membro attivo della Chiesa riformata di Francia, ha scritto sul suo blog (http: //blogs. mediapart. fr/ blog/ jeanbauberot/ 051112) un articolo intitolato «Matrimonio per tutti: finalmente un vero tema di laicità! », in cui scrive tra l’altro:

«Dietro alle opposizioni - ieri al divorzio, oggi al matrimonio per tutti - sta un problema fondamentale: che cos’è un essere umano? Un essere umano nella sua “dignità”, nella sua umanità? Si può definire a priori, una volta per tutte e in modo immutabile, le caratteristiche fondamentali di un essere umano e del comportamento umano? Oppure l’umanità è un’avventura che si svolge nella storia, che comporta una storicità? In breve, per dire le cose in modo un po’ sapiente, esistono o no delle invarianti antropologiche, dei limiti antropologici che sfuggono alla storicità? Alcuni accettano questa domanda e sostengono che, siccome esistono le due posizioni, la società non deve scegliere tra una e l’altra. Ora, da un lato non scegliere vuol dire semplicemente far prevalere la prima posizione; dall’altro lato, tutte le società democratiche hanno già scelto e si basano sull’idea che, a ogni periodo storico, spetta alla società politica definire la frontiera tra l’umano e l’inumano, porre i limiti antropologici da non superare. Del resto è proprio in questo che le società democratiche, anche se sono generalmente incompletamente laiche (e la Francia non sfugge a questa generalità), sono però fondamentalmente delle società laiche... Mi si dirà che il rifiuto del matrimonio tra persone dello stesso sesso fa l’unanimità fra le religioni. Direi più esattamente «fra le autorità religiose», il che non è esattamente la stessa cosa... Le “religioni” si oppongono: è loro diritto e, in regime di laicità, esse possono esprimere pubblicamente tale diritto finché vogliono. Non solo il “matrimonio per tutti” è un vero tema di laicità ma è un tema per il quale la laicità funziona bene dato che l’espressione della religione nello spazio pubblico non è contestata, che non si pretende che la religione sia unicamente “faccenda intima” che non avrebbe il diritto di manifestarsi pubblicamente. Una laicità morbida, quindi, il che non impedisce di ricordare alcune regole. Prima di tutto, che le autorità politiche (e mediatiche) la smettano di parlare de “la Chiesa”, come se ne esistesse solo una, come se fossimo ancora al Medio Evo con un “potere temporale” e un “potere spirituale”. Chiamare la Chiesa cattolica “la Chiesa” (e il progetto di legge socialista commette questo grave errore!), vuol dire ratificare implicitamente la pretesa di un certo cattolicesimo di costituire la sola e unica Chiesa, vuol dire disprezzare la situazione di grande pluralità religiosa, cristiana compresa. Bisogna ricordare che la legge del 1905 è la legge di separazione “tra le Chiese e lo Stato” e non “tra la Chiesa e lo Stato” come pretende un manuale di storia! Se tutte le convinzioni, religioni incluse, hanno diritto alla libera espressione, nessuna prevale di fronte al suffragio universale... Esiste una differenza tra diritto d’espressione e volontà di dominio... Una laicità di libertà perché dare il diritto del matrimonio agli omosessuali non toglie nulla agli eterosessuali, e non obbliga in nulla un omosessuale. Ciò non toglie nulla alle chiese e alle altre religioni: separate dallo Stato, esse fanno ciò che vogliono e nessuno, in Francia, pensa di costringerle a organizzare una cerimonia religiosa per celebrare un matrimonio tra persone dello stesso sesso. Anche qui, la laicità viene rimessa sui propri piedi: è sul terreno della libertà (e non su quello della repressione) che la laicità si impone alle religioni». (jjp)


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