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Poesia della settimana

I ragazzi che si amano - di Jacques Prévert

venerdì 11 agosto 2006 di Vincenzo Tiano
I ragazzi che si amano
I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell’abbagliante splendore del loro primo (...)

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> I ragazzi che si amano ---- I diktat vaticani e la finestra di Ratzinger (di Marco Politi)

mercoledì 6 febbraio 2013

I diktat vaticani e la finestra di Ratzinger

di Marco Politi (il Fatto Quotidiano, 6 febbraio 2013)

Basterebbe poco. Che Benedetto XVI si affacciasse domenica su piazza San Pietro ed esclamasse: “Va deplorato con fermezza che le persone omosessuali siano oggetto di espressioni malevole e di azioni violente. Simili comportamenti meritano la condanna dei pastori della Chiesa, ovunque si verifichino. La dignità propria di ogni persona dev’essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni”.

Lo ha scritto da cardinale, come prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede. Ripeterlo da Papa, ricordando - come nel 1986 - che ogni mancanza di rispetto verso i gay è “lesiva dei principi elementari su cui si basa una sana convivenza civile”, significherebbe rompere con l’antica ideologia omofoba della gerarchia ecclesiastica.

Perché se è vero che l’omofobia ha radici lontane, culturali oltre che religiose, e non appartiene ad una sola confessione, è altrettanto vero che in Italia il Vaticano alza da anni ossessivamente le barricate contro i diritti dei gay. Contro l’accettazione del libero orientamento sessuale, contro una legge sulle coppie di fatto, contro una legge che contrasti l’omofobia.

Al punto che prima di Natale papa Ratzinger ha definito aspramente la legalizzazione dei matrimoni omosessuali “una ferita grave contro la giustizia e la pace”. Frase sentita come offesa da milioni di uomini e donne, gay ed eterosessuali. Né ha aiutato l’accoglienza cordiale del Papa - in udienza generale - alla presidente del Parlamento ugandese, Rebecca Kadiga, esaltata fautrice di una legge che prevede la pena di morte per i gay (respinta peraltro dai vescovi cattolici dell’Uganda).

Il nuovo ministro per la Famiglia vaticano, mons. Vincenzo Paglia, ha aperto nei giorni scorsi con coraggio una finestra sull’esigenza di riconoscere i diritti delle coppie di fatto, gay ed eterosessuali. Ma ora tocca al Papa sancire questo nuovo corso.

La piena acquisizione dei diritti da parte degli omosessuali è la frontiera di civiltà del XXI secolo. O si sta di qua o di là. Vale anche per le forze politiche. Sarebbe ora che i parlamentari di centro-destra si ribellassero all’acquiescenza ai vecchi diktat vaticani. E i neo-centristi Monti, Riccardi e Casini battessero un colpo


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