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Occidente, sei terrorista anche tu...

LA SCELTA DELL’UMANITA’ E DELLA CONVIVENZA. Una riflessione del poeta arabo ADONIS

domenica 27 agosto 2006 di Federico La Sala
[...] Sappiamo tutti che la memoria occupa il primo posto nella vita, nella storia e nella cultura degli ebrei; la cosa strana e’ che il sistema israeliano cancella da questa memoria tutto cio’ che lo lega agli arabi. Non ricorda la storia degli avi da cui discendono che ad ogni livello sociale hanno convissuto con i fratelli arabi a Sana’, Mecca, Medina, Damasco, Bagdad, Beirut, Cairo, come nel Maghreb arabo e in Andalusia. E quando gli arabi sono stati scacciati via dall’Andalusia anche (...)

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> LA SCELTA DELL’UMANITA’ E DELLA CONVIVENZA. --- La mia Siria ostaggio dell’oscurantismo religioso (di Adonis).

lunedì 23 luglio 2012

La mia Siria ostaggio dell’oscurantismo religioso

di Adonis (la Repubblica, 19 luglio 2012)

La tragedia che si consuma in Siria è quella di un Paese dalla storia e dalla civiltà plurimillenaria, che aveva saputo dotarsi del tessuto sociale e culturale più avanzato del mondo arabo. La domanda è questa: che fine faranno i passi essenziali compiuti verso la modernità, il superamento degli arcaici linguaggi delle “minoranze”, delle “religioni”, dell’assoggettamento della donna alle “leggi” di una pretesa fede? Infatti, se si parla di Siria è imperativo distinguere fra i regimi, passeggeri, e la società.

Il regime è indifendibile come tutti i regimi arabi, che vanno cambiati. Ma non è più questo l’essenziale. La catastrofe delle vittime servirebbe a niente se non si affrontasse la questione centrale: il rinnovamento della società.

La rivoluzione è muta al riguardo. Non dice cosa, né tanto meno come, vuole cambiare; non chiarisce come sarà il “dopo regime”. Il discorso unificante oggi è divenuto piuttosto un discorso regressivo.

Affiora un linguaggio medievale, che insiste sulle cosiddette “minoranze”, propone divisioni di sunniti-sciiti, alawiti-cristiani, anziché promuovere “la cittadinanza”, il concetto del “cittadino”, ad esempio cristiano, dotato degli stessi doveri dei sunniti ma anche degli stessi diritti.

-  A cosa serve una rivoluzione in un Paese arabo se non si realizzano due cose essenziali? Primo, i diritti della donna, a cominciare dalla sua liberazione dalla legge religiosa; secondo, la separazione della religione da tutto ciò che è politica, società, cultura, affinché la religione sia un’esperienza individuale, slegata dalle istituzioni.

Un vero rivoluzionario non può parlare questo linguaggio, tanto più in un Paese, come la Siria, dove da millenni si contano oltre 20 confessioni religiose. Non può accodarsi alla straordinaria regressione cui oggi assistiamo nel mondo arabo. Dopo 200 anni d’impegno e di lotta per la modernità, per il progresso, la liberazione, da quando Muhammad Ali in Egitto, fra Settecento e Ottocento, aprì le porte della modernità, ora quelle porte sembrano chiudersi.

Sarebbe davvero tragico se ci liberassimo di un fascismo militare per insediare al suo posto un altro fascismo di stampo religioso; se la rivoluzione in Siria fosse confiscata dagli interessi strategici internazionali, dove la guerra ora oppone due fronti contrapposti: da un lato l’Occidente, dall’altro Russia e Cina. A cosa servirebbe la nostra rivoluzione? E che tipo di rivoluzione diventerebbe, se guidata da forze esterne? Assoggettarsi alle ingerenze esterne, semmai, è anti-rivoluzionario.

È la prescrizione per una guerra civile, forse dettata da altri, con progetti disegnati altrove. E se è guerra civile, nessuno sa come andrà a finire: cosa succederà ai cristiani, alle minoranze, alle donne. Per tutto questo, l’opposizione deve parlare con estrema chiarezza, esprimersi sul futuro di questo grande Paese.

La Siria ha il diritto di avere un regime degno del proprio popolo. Il crimine oggi è la distruzione di quel popolo. Una parte di colpa è dell’Occidente, che va associandosi alle forze pro-religiose o apertamente religiose nel mondo arabo. Non mostra interesse per l’uomo, per i suoi diritti: sembra farsi guidare piuttosto dai propri interessi. Sembra che voglia operare affinché il mondo arabo resti, e la Siria piombi, nell’oscurantismo medioevale.


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