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La politica del "caro-prezzo" (= "cari-tas")?!

FINANZIARIA !!! Il Dpef e la scuola: allarme TAGLI !!!

sabato 2 settembre 2006 di Federico La Sala
[...] sembra logico che una parte dei 30 miliardi di euro di tagli per rimettere in moto il Paese debbano provenire dalla scuola, che ha un bilancio di 50 miliardi. ’Lo stato - recita il documento - ha investito in istruzione, formazione e ricerca universitaria una quota di Pil pari al 4,8 per cento, nella media del periodo 1994/2003. Nonostante questi investimenti, un ammontare annuo di ore dedicate all’istruzione tra i più elevati in Europa e costi complessivi altrettanto elevati, un (...)

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> Il Dpef e la scuola: allarme "tagli"!!!

lunedì 16 ottobre 2006

I calcoli della Finanziaria che il governo sta portando in Parlamento In tre anni sull’Istruzione risparmi previsti per 4 miliardi. I sindacati: "Così non va"

Cura dimagrante per la scuola nella manovra 50mila posti in meno

di SALVO INTRAVAIA *

La Finanziaria che Tommaso Padoa Schioppa porta in Parlamento nelle prossime ore prevede il taglio di 50 mila posti nella scuola. Poco meno di 42 mila cattedre e poco più di 8 mila posti di personale Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari), il tutto in appena tre anni. E, così, l’entusiasmo iniziale per le 150 mila immissioni in ruolo annunciate dal ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, comincia smorzarsi. Questa volta i dati provengono dalla fonte più attendibile che possa esistere: la relazione tecnica che accompagna il disegno di legge per la manovra finanziaria 2007. Per realizzare cospicui risparmi il ministero dell’Economia ha percorso diverse strade.

Innalzamento rapporto alunni classi. E’ una delle manovre più pesanti per la scuola, sia dal punto di vista didattico sia per l’impatto sul personale. Secondo l’articolo 66 dell’attuale disegno di legge, in un anno, il rapporto dovrà crescere di 0,4 alunni per classe. I segmenti più penalizzati saranno quelli della scuola dell’infanzia, che passerà a quasi 23 bambini per aula, e la scuola superiore che dovrà sopportare un incremento di 0,6 alunni per classe. Nelle prime classi delle scuole secondarie di secondo grado - in parecchi casi già quest’anno con oltre 30 alunni - la situazione potrebbe farsi esplosiva, anche perché occorrerà fare spazio a circa 30 mila new entry per l’elevamento dell’obbligo scolastico a 16 anni. Il governo, incrementando il numero di alunni per classe, conta di tagliare più di 26 mila posti: 19 mila cattedre e 7 mila posti di bidello e personale di segreteria.

Meno bocciature. Per risparmiare qualche ’spicciolo’ il governo vuole intervenire sul numero di ripententi nelle prime e seconde classi della scuola superiore. Basterà ridurre il numero di bocciati del 10 per cento rispetto all’attuale livello, pari a 185 mila studenti bocciati l’anno. Una operazione che porterà un risparmio di 3 mila e 600 posti di insegnante e mille di Ata.

Riduzione delle ore di lezione nei Professionali. Si tratta ancora di un intervento sulla dispersione scolastica. E’ proprio nel biennio degli istituti professionali che si registra il maggiore tasso di bocciati. La riduzione da 40 a 36 ore di lezione potrebbe rendere meno pesante gli studi e ridurre gli insuccessi scolastici. Intanto, l’operazione consentirà di tagliare circa 1.200 classi e di conseguenza 2.656 posti per altrettanti professori.

Insegnanti specialisti di Inglese nella scuola primaria. Attualmente circa 12 mila insegnanti (specialisti) insegnano esclusivamente Inglese ai bambini della ex scuola elementare. Il resto delle lezioni di Inglese è svolto dalle stesse maestre (specializzate) che hanno ottenuto la specializzazione durante gli ultimi concorsi a cattedre, ma restano in cattedra tantissime insegnanti curricolari che non possono insegnare la lingua straniera per mancanza di specializzazione. E’ proprio su queste ultime che il ministero punta per tagliare 12 posti in due anni. Basta fare specializzare, attraverso degli appositi corsi di formazione, e allo stesso tempo avere 12 mila maestre da impiegare al posto dei supplenti.

Docenti soprannumerari. La riconversione di 4.617 docenti tecnicamente ’in sovrannumero’, che non insegnano perché senza cattedra ma che vengono pagati lo stesso, consentirà di risparmiare su un equivalente numero di supplenti annuali. Saranno, dopo un periodo di formazione e aggiornamento, utilizzati per coprire posti di sostegno o insegnare altre materie.

I risparmi. In poco più di tre anni, entro il 2010, con tutte le manovre in cantiere conta di risparmiare qualcosa come 4 miliardi e mezzo di euro. Una consistente fetta deriverà anche dalle 150 mila immissioni in ruolo ’promesse’ ai precari. Svecchiare la classe docente attraverso l’assunzione di insegnanti più giovani in luogo di quelli che vanno in pensione determina un risparmio per il fatto che lo Stato pagherà stipendi più bassi.

Le immissioni in ruolo. A questo punto non è detto che in tre anni il ministero della Pubblica istruzione riuscirà a immettere in ruolo 150 mila insegnanti. Il governo per il 2007, 2008 e 2009 ha previsto il pensionamento rispettivamente di 23 mila, 24 mila e 27 mila insegnanti e considerando anche gli attuali 42 mila posti vacanti si arriverebbero 116 mila cattedre, cui occorre togliere le 42 mila che in governo intende tagliare. Per un totale di 74 mila posti disponibili per le immissioni in ruolo. Del resto la concreta possibilità di assumere in tre anni 150 insegnanti, spiega la Finanziaria, è "da verificare annualmente, di intesa col ministero dell’Economia e delle finanze".

I sindacati. "I tagli sull’intero settore della Conoscenza sono particolarmente pesanti", denuncia Enrico Panini, segretario generale della Flc Cgil che spiega: "La Finanziaria, non solo prevede questi tagli ma ha un meccanismo di recupero per il quale se i risparmi non dovessero arrivare entro i termini previsti verrà ridotta la spesa corrente". Una norma che potrebbe portare a ulteriori tagli su ciò che è stato abbondantemente tagliato dal precedente governo Berlusconi: carta e registri degli insegnanti compresi. "Avevamo chiesto una Finanziaria - continua Panini - di investimenti: ma non si investe e si è in pratica mantenuto lo stesso volume di tagli denunciati dai sindacati qualche settimana fa".

"Il giudizio sui tagli previsti in Finanziaria è decisamente negativo" commenta Massimo Di Menna, leader della Uil scuola. "E francamente alcune misure, come quella relativa alla modifica dell’orario scolastico dei Professionali, mi sembrano anche di difficile attuazione entro il 2007". Secondo il segretario generale della Uil scuola "occorre un confronto più proficuo e sereno: è sempre la stessa storia, i tecnici del ministero dell’Economia pensano di ridurre la spesa pubblica tagliando sul personale della scuola". (16 ottobre 2006)


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www.repubblica.it, 16.10.2006


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