EMOZIONE A PALERMO
L’annuncio durante la festa di santa Rosalia. Il via libera è arrivato dalla Congregazione delle Cause dei Santi che ha acconsentito alla traslazione dal cimitero di sant’Orsola
Don Pino Puglisi torna a Brancaccio
Il cardinale De Giorgi dà l’annuncio: la salma tumulata nella sua parrocchia (www.Avvenire, 05.09.2006)
Manca dal suo quartiere da 13 anni, da quando la mano vigliacca di un killer di mafia lo colse alle spalle, strappandolo via ai suoi ragazzi. Ma adesso don Pino Puglisi tornerà a Brancaccio. C’è l’autorizzazione della Santa Sede ad un evento (la data è ancora da stabilire), che farà riaccendere i riflettori su quella borgata della periferia industriale di Palermo, per troppo tempo sinonimo di degrado sociale e mafiosità.
La salma di don Puglisi, il sacerdote ucciso per ordine di Cosa nostra il 15 settembre 1993, troverà posto all’interno della parrocchia di San Gaetano, che per tre anni fu il quartier generale dell’opera pastorale di don Pino, divenuta troppo scomoda per i boss della zona. Lo ha annunciato il cardinale Salvatore De Giorgi, nel corso dell’omelia tenuta al santuario di Santa Rosalia su Monte Pellegrino. Davanti ad una folla di pellegrini, giunti da tutta la città per rendere omaggio alla patrona di Palermo e chiedere aiuto e protezione per sé e per i propri cari, l’arcivescovo ha rivelato che «la Congregazione delle Cause dei Santi ha accolto la mia richiesta della eventuale traslazione della sua salma dal cimitero di Sant’Orsola nella chiesa parrocchiale di Brancaccio».
Una bella notizia, data dopo aver passato in rassegna i tanti esempi di santità vissuti in diocesi, i servi di Dio, i venerabili, i beati e i santi, testimonianza delle mille luci che illuminano Palermo. «In particolare mi è caro additare alla nostra attenzione i due sacerdoti dei quali è in atto il processo super martirio. Del bocconista Francesco Spoto il Papa ha già riconosciuto il martirio, per cui tutta la nostra Chiesa palermitana, insieme con i Padri Bocconisti, si prepara a celebrarne la beatificazione che, secondo le nuove norme, si svolgerà, per la prima volta nella storia, a Palermo - spiega l’arcivescovo -. Di don Pino Puglisi è ancora in corso a Roma il processo, che auguriamo abbia lo stesso esito positivo, da tutti desiderato. Una beatificazione congiunta dei due Ser vi di Dio a Palermo sarebbe un evento storico, ricco di significati, di stimoli e di impegni». «Come si vede - continua il cardinale De Giorgi -, in questa corona di testimoni di Cristo Risorto, speranza del mondo, sono rappresentate tutte le componenti del popolo di Dio. Essi c’interpellano, insieme con Santa Rosalia, ad unirci a loro nella testimonianza della speranza cristiana, e ce ne indicano le vie e le modalità: vedere, incontrare e annunciare Gesù Risorto».
Un invito alla santità e alla sequela di Cristo nella vita di ogni giorno. «Gesù Crocifisso e Risorto è la speranza del mondo» afferma l’arcivescovo di Palermo, ricordando l’imminente appuntamento di Verona, «la speranza vera che non delude, perché ha vinto il peccato e la morte: morendo ha distrutto la morte, risorgendo ha ridato a noi la vita. Ci ha dato la certezza che il male non avrà l’ultima parola nella lotta della storia». E il primo compito del cristiano è la testimonianza nel mondo, per la costruzione di una civiltà dell’amore, anche dove dominano la violenza, il bisogno, l’ingiustizia. «Chi incontra Gesù Risorto non può tenerlo solo per sé, deve annunziarlo agli altri, ovunque opera e vive: in famiglia, a scuola, sul posto di lavoro, nel mondo complesso e vasto della sofferenza, della cultura, dell’economia, della politica e dello sport - sottolinea il cardinale De Giorgi -. L’annuncio deve essere reso credibile dalla testimonianza. È quanto attende da noi Santa Rosalia, perché nella nostra città cresca la speranza con la grazia del Signore Risorto e con l’impegno solidale delle istituzioni e dei cittadini, animati da un unico intento, la sua promozione religiosa, morale, culturale, economica e sociale per un futuro migliore del presente».