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Terra e libertà...

OAXACA !!! Qualcuno salvi il Messico, qualcuno salvi gli abitanti di San Salvador Atenco. Appello da una delegazione di "Ya Basta"

martedì 31 ottobre 2006 di Federico La Sala
[...] Il subcomandante Marcos, pipa in bocca e sagoma massiccia, arriva in sala come uno spettatore qualsiasi. E’ l’ospite d’onore, eppure il "delegato zero" si presenta per primo ed aspetta paziente, seduto al tavolo delle conferenze. [...] Marcos usa, con sapienza antica, l’arma preferita dagli zapatisti: la parola. Scioglie i concetti di "Autonomia, terra e liberta’" in aneddoti, metafore, racconti. Non si puo’ innovare il neoliberismo. Bisogna creare un altro mondo. [...]
Poi, ringrazia (...)

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> OAXACA !!! Qualcuno salvi il Messico, qualcuno salvi gli abitanti di San Salvador Atenco. Appello da una delegazione di "Ya Basta"

martedì 31 ottobre 2006

Messico, reporter Indymedia filma il suo killer *

Brad Will ferito a morte«A Oaxaca è stata recuperata la pace sociale», ha assicurato lunedì il presidente messicano Vicente Fox. Ma divampano ancora le braci della giornata di disordini e morte di domenica messi a tacere da un imponente schieramento di truppe federali. Tutto è iniziato in realtà cinque mesi fa quando sono iniziate le proteste popolari cominciate dai maestri. I manifestanti chiedevano le dimissioni del governatore Ulises Ruiz. «Tutto ciò è avvenuto alla luce del sole, nella più completa trasparenza e senza l’uso delle armi», ha assicurato il capo dello stato nel suo primo intervento su ciò che successo a Oaxaca. Ma fino domenica si sono contati dodici morti. Venerdì scorso, poliziotti in abiti civili - o, secondo testimoni, dei bande paramilitari di provocatori del Pri, il partito di destra di cui fa parte il governatore Ruiz - hanno agito per costringere Fox ad inviare le truppe federali sparando sulle barricate erette dai manifestanti uccidendo due persone, tra le quali il cameraman indipendente Usa Bradley Roland Will, attivista newyorkese di Indymedia. Brad Will ha filmato l’uomo che gli ha sparato mortalmente e il video è stato diffuso da You Tube. Con lui nella stessa giornata di venerdì sono morti altri due civili: il docente Emilio Alonso Fabián, della delegazione dei Loxicha, ed il cittadino Esteba Ruiz, e - secondo Indymedia - altre 23 persone sarebbero rimaste ferite da colpi di arma da fuoco.

Domenica nella violentissima e prolungata battaglia campale tra le truppe federali e i manifestanti, secondo militanti dei diritti umani e Radio Universidad, l’emittente controllata dalla Asemblea Popular de los Pueblos de Oaxaca (Appo), vi sono stati quattro morti: due ragazzi di 15 e 12 anni, un docente ed un infermiere. La notizia è stata però smentita dal portavoce presidenziale Ruben Aguilar. Intanto, nonostante le affermazioni di Fox, che ha assicurato che «allo ristabilimento della legge e dell’ordine si può sommare ora il dialogo democratico e la ricerca di accordi», secondo gli analisti è molto probabile che i settori più radicali dell’Appo non vogliano cedere e siano pronti ad inscenare nuove proteste per costringere Ruiz, che accusano di governare con la repressione e la corruzione, a dimettersi.

Non è ancora chiaro però se il ritorno alla calma di cui ha parlato Fox sarà reale e destinato a durare. L’accordo raggiunto con i maestri sembra essere saltato. «Non abbiamo intenzione di tornare al lavoro fino a quando non avremo garanzie scritte» per la sicurezza degli insegnanti, ha detto Danier Reyes, uno degli ultimi insegnati ad aver abbandonato la piazza occupata, dopo l’intervento della polizia. I manifestanti si sono spostati ora nella Università cittadina, e hanno promesso che continueranno la loro battaglia fino a quando non sarà rimosso il governatore. Gruppi di manifestanti hanno eretto in alcuni punti della città nuove barricate, mentre l’emittente Fm Radio Universidad, dopo una sospensione del funzionamento, ha ripreso la sua funzione di coordinamento dell’azione dei manifestanti che occupano ancora la televisione statale. Tre manifestazioni di protesta si sono svolte ieri sera, in Italia la notte scorsa, tutte con un itinerario diretto alla piazza dello Zocalo - cuore di ogni protesta in Messico - nel pieno centro cittadino presidiato da ingenti forze dell’ordine. E la lotta di Oaxaca ha ricevuto l’appoggio anche degli zapatisti del Chiapas.

Il subcomandante Marcos ha letto a Chihuahua, nel nord del Messico, un documento di solidarietà con il popolo di Oaxaca e «con il suo più degno rappresentante, la Appo», appoggiando le richieste di dimissioni di Ruiz e del ritiro dell’esercito. Il subcomandante ha anche proposto uno sciopero nazionale in tutto il Messico per Oaxaca il 20 novembre 2006». «Fino ad oggi - ha proseguito - la polizia federale ha assassinato per lo meno tre persone, fra cui un minorenne, ferendo decine di persone, ed arrestando decine di manifestanti che sono stati trasferiti illegalmente in prigioni militari». L’Ezln ha inoltre rivolto un appello alla mobilitazione «durante tutto il primo novembre, con blocchi di strade e sentieri che attraversano territori dove gli zapatisti sono presenti in Chiapas». Intanto i deputati e i senatori del Parlamento da Città del Messico hanno invitato il governatore dello Stato di Oaxaca di dimettersi. Il Senato federale in realtà avrebbe il potere di dimettere forzatamente Ruiz ma la procedura viene contestata aspramente. Allo stesso tempo una maggioranza di deputati ha chiesto le dimissioni immediate di Ruiz come base di un accordo tra il partito d’azione nazionale (il Pan, di destra) del presidente Vincente Fox e il partito di rivoluzione democratica (Prd, di centrosinistra).

* www.unita.it, Pubblicato il: 30.10.06 Modificato il: 31.10.06 alle ore 8.39


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