OMICIDI, AGGUATI, GIUSTIZIA FAI DA TE: PERIFERIA DI NAPOLI IN ALLARME *
NAPOLI - In poco piu’ di 24 ore, quattro storie di cronaca nera nel Napoletano. A Pozzuoli una lite tra giovani per gelosia e’ finita con un morto, un ferito grave e l’arresto di un sedicenne. A San Sebastiano al Vesuvio un titolare di un supermarket ha reagito a due rapinatori colpendone uno al volto con una violenta testata e spedendolo all’ospedale. Ad Arzano una donna di 63 anni e’ stata uccisa mentre si recava a fare acquisti. Si parla di esecuzione spietata e mirata. Intanto e’ indagato per omicidio e lesioni il titolare di una tabaccheria di Crispano che ha reagito a un tentativo di rapina uccidendo un malvivente e ferendone un altro. Ecco le quattro vicende.
LITE PER GELOSIA CON UN MORTO E UN FERITO, ARRESTATO MINORE
Un ragazzo di 18 anni, Daniele Del Core, morto ed un suo amico coetano, Loris De Roberto, gravemente ferito e ricoverato in gravissime condizioni in ospedale è il bilancio di una lite, avvenuta per motivi di gelosia nella tarda serata di ieri nei pressi della Solfatara di Pozzuoli, in provincia di Napoli. L’ assassino, un sedicenne incensurato, è stato arrestato in nottata dai carabinieri. Il ragazzo aveva una relazione sentimentale con una sua coetanea che in precedenza era stata fidanzata con De Roberto. Non è da escludere che Del Core sia morto per difendere il suo amico contro il quale si era avventato l’ assassino accecato dalla gelosia. I due ragazzi - entrambi di Pozzuoli - erano rimasti gravemente feriti ed erano stati portati nell’ ospedale Santa Maria delle Grazie. Del Core, raggiunto da tre coltellate al torace ed alla spalla destra, è morto poco dopo il ricovero. De Roberto, contro il quale l’ assalitore si era accanito con sette coltellate, all’ addome, al torace, ad un braccio e ad una spalla, è ricoverato in gravissime condizioni nel reparto di rianimazione. Nel corso della notte i carabinieri, grazie anche alle testimonianze delle altre persone presenti alla lite, hanno identificato il presunto omicida. Durante una perquisizione a casa del sedicenne, che è napoletano ed abita nella zona della Stazione Centrale, è stato trovato un borsone contenente indumenti insanguinati. Inoltre i carabinieri hanno sequestrato un motorino, di proprietà dello stesso ragazzo, riconosciuto dai testimoni presenti sul luogo dell’ aggressione. L’ omicida è stato trasferimento nel centro di accoglienza per i minorenni dei Colli Aminei a Napoli.
REAGISCE A RAPINATORE CON UNA TESTATA E LO METTE KO
Il titolare di un supermercato di San Sebastiano al Vesuvio (Napoli), ha reagito a due rapinatori colpendone uno al volto con una violenta testata e spedendolo all’ospedale. Questi i fatti: Gennaro T., di 20 anni, di Sant’Anastasia, ha fatto irruzione insieme con un complice, mentre altri due attendevano fuori a bordo di due scooter, in un supermercato in piazzale delle Mimose. Il giovane, armato di un fucile a canne mozze, ha minacciato la cassiera intimandole di consegnare loro tutto l’incasso, circa 3.500 euro. In quel momento è sopraggiunto il titolare insieme con il fratello, che hanno affrontato i due rapinatori, uno dei quali è stato colpito al volto e disarmato. Il complice, però, è riuscito a sfuggire ai titolari, portando con sé l’incasso. Assieme ai due complici che attendevano all’esterno del supermercato, ha fatto perdere le proprie tracce. Il titolare ha poi avvertito i carabinieri, che hanno soccorso il rapinatore accompagnandolo all’ospedale Apicella di Pollena Trocchia, dove i medici gli hanno curato la contusione alla testa, dichiarata guaribile in una decina di giorni. Il giovane, dimesso dall’ospedale, è stato poi arrestato con l’accusa di rapina aggravata in concorso, ed è stato trasferito al carcere di Poggioreale. I carabinieri ora sono alla ricerca dei tre complici del rapinatore ferito.
DONNA UCCISA IN UN AGGUATO AD ARZANO
Gestiva lo spaccio e organizzava personalmente il mercato della droga nelle piazze ereditate dai suoi figli, due giovani vicini al clan Di Lauro, uccisi nel giugno scorso dalla camorra: e forse, proprio in questi ultimi mesi, Patrizia Marino, 45 anni, freddata ieri dai proiettili di un sicario, ad Arzano (Napoli), aveva dato fastidio a qualcuno, con pretese ritenute eccessive da chi avrebbe per questo deciso di farla fuori. L’ennesimo omicidio, avvenuto nella serata di ieri nella periferia nord del capoluogo campano, in un negozio di articoli sportivi, riaccende l’attenzione anche sulla faida scatenata dai cosiddetti scissionisti del clan di Lauro, per la contesa del ’supermercato’ degli stupefacenti attivo fra i quartieri popolari di Scampia e Secondigliano. La donna era fra l’altro imparentata con un collaboratore di giustizia, Domenico Rocco, un nipote: elemento preso naturalmente in considerazione dalla dda della Procura di Napoli, coordinata dal pm Franco Roberti. Su questo caso prende corpo però nelle ultime ore l’ipotesi di un terzo clan, stuzzicato proprio da una donna ormai lanciata in una ’carriera’ pericolosa, titolare di una attività massiccia, che gestiva probabilmente da sola, avvicinandosi troppo all’area di interessi controllati da un altro gruppo criminale. Troppe richieste, la donna insomma si sarebbe avvicinata troppo a chi ne ha voluto poi la morte. La Marino conduceva gli affari ereditati dai due figli, Ciro e Domenico Girardi, di 22 e 26 anni, vicini al clan Di Lauro: fino alla fine, arrivata ieri sera, in via Volpicelli, dove si trovava con la figlia, una bambina di 12 anni, che ha fatto in tempo a fuggire. Secondo la prima ricostruzione dei fatti, a far fuoco ripetutamente - sul posto sono stati trovati quattro bossoli a terra - sarebbe stata una sola persona, a volto coperto, poi scappata. Sul fatto procede la squadra mobile della questura di Napoli. Due piste dunque, secondo gli inquirenti, che non tralasciano naturalmente l’ipotesi di una ’coda’ della faida di Secondigliano, e della classica vendetta trasversale, movente che, a meno di 24 ore dall’omicidio, sembra meno convincente agli investigatori.
TABACCAIO UCCIDE RAPINATORE: INDAGATO PER OMICIDIO E LESIONI
Omicidio volontario e lesioni aggravate: sono queste, per ora, le ipotesi di reato per le quali è iscritto nel registro degli indagati Santo Gulisano, il tabaccaio, ex poliziotto, che ha reagito a un tentativo di rapina uccidendo un malvivente e ferendone un altro. La procura attende che l’autopsia, nella giornata di lunedì, e l’analisi balistica accertino la dinamica dei fatti avvenuti a Crispano (Napoli): in base a questi elementi, l’accusa potrebbe essere modificata in eccesso colposo oppure rientrare nei casi previsti dalla recente normativa sulla legittima difesa. Gulisano, proprietario della tabaccheria, ha sparato un colpo mortale per difendere il figlio, minacciato con una pistola puntata alla nuca da un pregiudicato di 35 anni, Franco Amura, morto all’ istante. Un passato in polizia, nel corpo dei falchi e della squadra mobile, ora in pensione, Gulisano è apparso profondamente scosso in seguito all’accaduto: "In 30 anni di attività come poliziotto - ha spiegato agli investigatori - non mi è mai capitato di sparare ad un uomo".
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