Emergenza criminalità in Campania: tre omicidi nel weekend Per fronteggiare l’emergenza 1.300 poliziotti e carabinieri in più
Mastella apre sull’esercito a Napoli Piano del Viminale per l’emergenza
Prodi: "Non c’è solo una città, è un problema di tutto il Sud" *
NAPOLI - L’esercito a Napoli contro la criminalità? "L’ipotesi non è più un tabù". Dopo l’impressionante serie di omicidi degli ultimi giorni, il ministro della Giustizia Clemente Mastella risponde alle richieste di aiuto arrivate dalla Campania. Il ministro dell’Interno Giuliano Amato sarà a Napoli il 9 novembre per siglare il "patto per la sicurezza". Il Viminale ha pronto un piano che prevede 1.300 uomini in più fra poliziotti e carabinieri, nuove moto, dispositivi di videosorveglianza attivi 24 ore su 24. E Palazzo Chigi fa sapere che "la questione della sicurezza al sud è già stata oggetto di un’intensa attività di analisi e studio" da parte del premier, di amato e del titolare della Difesa Arturo Parisi: entro breve dovrebbero arrivare delle proposte concrete.
"L’esercito non è un tabù". Mastella, oggi a Napoli per incontrare il suo omologo francese Pascal Clément, apre all’ipotesi dell’impiego dei soldati a Napoli: "Prima era un tabù anche per me - dice il ministro alla Giustizia - ma adesso sono aperto alla discussione. Se l’esercito viene a risolvere questo problema annoso non è male". Il Guardasigilli ha le idee chiare anche sulle funzioni che potrebbe assumere l’esercito a Napoli: "Avrebbe compiti normali, su obiettivi non sensibilissimi, per consentire alle Forze dell’ordine di lavorare con più scioltezza anche nelle zone a rischio. Bisogna fronteggiare la percezione di insicurezza e di paura che investe molte strati della popolazione. Fa bene Bertolaso (il capo della Protezione civile ed attuale commissario straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania): utilizza l’esercito per rimuovere i rifiuti. I soldati potrebbero servire per il problema dei rifiuti e rimanere successivamente".
Mastella analizza poi la situazione e, riferendosi all’episodio di Pozzuoli fa dei distinguo: "Un sedicenne che accoltella un altro ragazzo non è un problema di giustizia, ma di valori e disvalori. Occorre l’azione di chiesa, scuola e famiglia".
Patto per la sicurezza. Il 9 novembre Amato siglerà il "patto per la sicurezza" con il sindaco Rosa Russo Iervolino e il governatore Bassolino. La conferma dell’appuntamento, già fissato da tempo, è la riprova che al Viminale si preferisce pensare a "misure strutturali" e a "interventi mirati". E c’è chi legge in questa iniziativa un certo dissenso rispetto all’ipotesi di mandare l’esercito. Il "patto" e la visita di Amato in città rappresenteranno l’avvio della "fase due" del lavoro iniziato in settembre con la costituzione di una task force comprendente i responsabili degli enti locali e i vertici di carabinieri, polizia e guardia di finanza.
Prodi: "Problema del Sud". Il premier non interviene direttamente nella discussione sull’eventuale impiego dell’esercito. Ammette di aver già parlato nei giorni scorsi del problema criminalità con alcuni ministri, in particolar modo con Amato. Ma aggiunge: "Non c’è solo Napoli ma c’è il problema di tutto il Mezzogiorno. Il governo intende lavorare in maniera complessa e senza isolare l’emergenza".
Il cardinale Sepe: "Esercito non serve". La criminalità a Napoli va combattuta con la prevenzione e non con la repressione. Ne è convinto l’arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, che in un’ intervista al Tgr della Campania sostiene che serve "una formazione alla cultura della legalità". Il presule, quindi, boccia l’idea dell’invio dell’esercito sottolinendo che le forze dell’ordine "lavorano tanto per rispondere a tutte le emergenze", ma senza la prevenzione "non troveremo alcuna soluzione né con esercito né con altre forme di repressione". (30 ottobre 2006)
* www.repubblica.it, 30.10.2006