Ansa» 2008-06-02 20:07
PAKISTAN: ATTENTATO ALL’AMBASCIATA DANESE, 8 MORTI E FERITI
ROMA - Alla vigilia di un processo d’appello in Danimarca contro un giornale che pubblicò nel 2005 caricature che i musulmani considerano "blasfeme" contro Maometto, un attentato suicida con un’autobomba davanti all’ambasciata di Danimarca in Pakistan, non ancora rivendicato, ha provocato oggi la morte di otto persone - tra le quali un cittadino danese di origine pachistana e due dipendenti locali della sede diplomatica - ed il ferimento di altre 20. L’esplosione a Islamabad è avvenuta alle 12:10 di oggi (ora locale, le 7:10 Gmt) e fonti militari dicono che è stata usata una carica di circa 15 chili collocata nell’auto. La deflagrazione ha aperto un profondo cratere sulla strada, ha danneggiato due edifici circostanti, uno del Programma per lo Sviluppo dell’Onu (Undp).
In un comunicato diffuso stasera dall’ufficio del primo ministro danese, Anders Fogh Rasmussen, si dice che l’esplosione ha provocato non meno di sei morti (otto secondo una tv pachistana) tra i quali due dipendenti locali dell’ambasciata danese e "potrebbe esserci anche un cittadino danese". Nella missione erano in servizio quattro diplomatici danesi e 12 dipendenti locali. Da settimane la Danimarca aveva evacuato la maggior parte dei suoi diplomatici da Islamabad, per le minacce lanciate contro il paese dal numero uno di Al Qaida, Osama bin Laden, dopo la ripubblicazione sui giornali danesi, il 13 febbraio, di vecchie vignette satiriche su Maometto. Su un sito web vicino all’estremismo islamico (’Al Ekhlaas. net) vari commenti anonimi hanno ricordato oggi le minacce di bin Laden, e ringraziato Allah per "la buona notizia dell’attacco alla maledetta ambasciata danese". Ma l’attentato suicida di oggi nella capitale pachistana, secondo analisti locali, ha "un timing molto strano. Nessuno, neanche nelle zone tribali, parlava da mesi delle vignette".
La pubblicazione in febbraio delle famose caricature - in una di esse Maometto era raffigurato con un turbante a forma di bomba, con la miccia accesa - in realtà era un doppione di quella già fatta alla fine del 2005, che aveva provocato clamorose proteste in tutto il mondo islamico, fino al febbraio 2006. Molti gruppi tribali hanno avvisato, rileva dal canto suo l’analista militare pachistano Zahid Hussein, "che non tollereranno i nuovi negoziati del governo in corso con combattenti tribali sul confine con l’Afghanistan. Due o tre mesi fa c’era un importante allarme in Pakistan, non solo vicino all’ambasciata danese, ma anche a quella olandese". In aggiunta il 19 maggio 11 persone sono morte in un attacco suicida in una panetteria a Mardan, città alla frontiera con l’Afghanistan, sede del Centro del Reggimento del Punjab.
Ferme condanne dell’attentato sono venute, oltre che da tutte le forze politiche danesi, dal segretario generale dell’Onu, Ban ki-Moon, dal presidente della Commissione europea, José Manuel Durao Barroso, e dall’alto rappresentante per la politica estera, Javier Solana, che ha definito l’attacco "scandaloso". Il premier Rasmussen ha parlato di azioni esecrabili ed ha ribadito che la Danimarca non muterà la propria politica estera a causa del terrorismo. Già in mattinata il ministro degli esteri danese Per Stig Moeller aveva riferito che l’ambasciata danese a Islamabad aveva rafforzato le misure di sicurezza dopo le minacce di bin Laden. Moeller ha avanzato però anche alre ipotesi: "Potrebbero esserci ad esempio dei gruppi taleban che vogliono colpirci perché abbiamo truppe in Afganistan. In ogni caso - ha rilevato - ci sono dietro forze che vogliono distruggere il rapporto fra il Pachistan, la sua popolazione, e la Danimarca. O più in generale quello fra l’Occidente e il mondo islamico".