Si aggrava il bilancio dell’agguato a Castelvolturno: muore uno dei ricoverati
Per gli inquirenti un’azione punitiva contro gli immigrati che non pagavano le tangenti ai Casalesi
Strage nel Casertano, un altro morto
Il prefetto: "Potrebbe arrivare l’esercito"
Gli amici delle vittime innalzano barricate e sfilano in corteo: "Siete razzisti"
CASERTA - Volevano spacciare nella terra dei Casalesi senza pagare la tangente al clan. Per gli investigatori non ci sono altre spiegazioni alla strage di extracomunitari ieri sera nel Casertano. Una feroce "punizione" contro chi non voleva rispettare le regole imposte dalle cosche.
Il bilancio di morte si è aggravato. Sette le vittime in due agguati. Sei i morti nella mattanza di Castelvolturno, sulla Domiziana: tre ghanesi, un liberiano e un immigrato del Togo morti sul posto; un altro liberiano morto stamane in ospedale. Resta in gravi condizioni un altro straniero. E poi c’è il titolare della sala giochi di Baia Verde, massacrato con venti colpi di mitraglietta 20 minuti prima dell’esecuzione degli immigrati. "Due episodi collegati", ripetono le forze dell’ordine.
Rafforzata la sicurezza. Per affrontare l’emergenza si è riunito il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza a Caserta. "Il quadro è allarmante. E’ stata esaminata la possibilità di irrobustire presidio del territorio in parallelo all’attività investigativa già in corso - ha spiegato il direttore centrale del servizio anticrimine della Polizia di Stato Francesco Gratteri -. Sono previsti carabinieri, finanzieri e poliziotti. In seguito, ci saranno riunioni tecniche per definire nel dettaglio il dispositivo di intervento".
Non esclude l’intervento dell’esercito il prefetto di Caserta Ezio Monaco, dopo aver contattato telefonicamente il capo della Polizia Manganelli. "Stiamo riflettendo anche sulla possibilità di usare l’esercito. Quello che è successo è il massimo, ma ci sono stati episodi simili che si sono verificati prima di questo commessi in tranquillità. Siamo di fronte a una emergenza criminale".
Perquisizioni e interrogatori. All’alba, agenti del commissariato di Castelvolturno e della Squadra Mobile di Caserta hanno perquisito le case di parecchi spacciatori d’origine africana e interrogato alcuni pregiudicati affiliati al clan dei Casalesi, "padroni" nella zona dove spacciavano gli extracomunitari uccisi la scorsa notte. Nessun fermo finora, ma le indagini puntano dritto verso il clan egemone nel Casertano.
Indagini su tre latitanti. Le autorità concentrano gli sforzi investigativi su tre latitanti dei Casalesi, Alessandro Cirillo, detto ’o sergente’ , Giuseppe Setola e Giuseppe Letizia detto ’o zuoppo’. I tre, insieme con i boss Antonio Iovine e Michele Zagaria, sono considerati tra i latitanti più pericolosi d’Italia. Da mesi stanno portando avanti, tra Villa Literno, Casal di Principe ed il litorale domiziano, una vera strategia del terrore.
Sette i killer. La notte scorsa i killer erano almeno 6 o 7. Hanno sparato più di cento colpi: una pioggia di piombo contro il nuovo clan degli immigrati. I sicari indossavano i giubbetti dei carabinieri. Sono piombati dentro la sartoria retta dagli extracomunitari intorno alle nove e mezza di sera e hanno sparato con kalashnikov e pistole calibro 9. Non hanno lasciato scampo neppure a un giovane di colore che era a bordo di un’auto ferma lì vicino: i carabinieri lo hanno trovato ancora seduto al volante, la cintura di sicurezza ancora allacciata.
Barricate in piazza: "Siete razzisti". "Noi con la camorra non c’entriamo niente, lavoriamo dalla mattina alla sera", si disperano gli amici delle vittime. Davanti al negozio Ob Ob exotic Fashions, teatro dell’agguato, c’è anche lo zio di una delle vittime. Steven, ghanese, fa il giardiniere: "Mio nipote Giulios non ha mai fatto nulla di male", dice mostrando le mani indurite dalla fatica per dimostrare che "noi non siamo camorristi". "Siete razzisti", gridavano stamane gli amici nordafricani delle vittime. Davanti al negozio della strage, hanno bloccato la Domiziana costruendo una barricata con cassonetti della spazzatura, materassi e vecchi mobili ed hanno dato vita ad un corteo spontaneo. Nella protesta sono state ribaltate due auto e distrutte le vetrine di un negozio "Ci vogliono cacciare, ce l’hanno con noi. E’ razzismo; noi non siamo camorristi".
Le parole del Cardinale. Durante le celebrazioni di San Gennaro, il Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli, ha lanciato un duro monito alla camorra e ai sicari, definendoli "serpenti velenosi". "Deponete le armi, queste armi con cui uccidete domani uccideranno anche voi, le vostre famiglie e i vostri figli. Questa terra, questa città, non può morire e non morirà. Lo ripeto con forza e con convinzione perchè il popolo napoletano ha con sè il coraggio delle sue radici e della sua identità".
Agguato nella sala giochi. Poco prima della mattanza a Castelvolturno, i sicari erano passati dalla sala giochi in via Giorgio Vasari a Baia Verde. Avevano il volto coperto, erano armati di pistole dello stesso calibro di quelle usate contro i sette immigrati. Hanno esploso 20 colpi contro il titolare del locale, Antonio Celiento, 53 anni, ritenuto affiliato al clan degli Schiavone. Era solo; l’hanno centrato all’addome e alla testa. E’ morto poco dopo in ospedale senza più riprendere coscienza.