Un altro dato nell’allarme criminalità dai dati del Ministero: sono il triplo di Roma. Solo una parte "ritirati" dalle famiglie, e non sempre per cambiare scuola
Napoli, ogni anno dalle aule "scompaiono" 10mila ragazzini
di SALVO INTRAVAIA *
Ogni anno, in provincia di Napoli, quasi diecimila studenti abbandonano le aule scolastiche. I "desapacecidos" della scuola pubblica napoletana sono ragazzini delle medie, e soprattutto dei primi due anni della scuola secondaria di secondo grado, che nel bel mezzo dell’anno scolastico decidono che la loro carriera scolastica può considerarsi conclusa.
La maggior parte di loro prende la via di lavori, spesso precari e in nero, utili a racimolare qualche decina di euro da tenere in tasca per sentirsi ’grandi’. Altri incappano nelle maglie della microcriminalità e diventano corrieri della droga o il braccio di una piccola manovalanza del crimine che in questi giorni insanguina Napoli e dintorni. Alcuni chiedono ’asilo’ alle scuole private.
Il ministero della Pubblica istruzione li censisce tra coloro che, iscritti regolarmente a scuola, non vengono poi valutati durante gli scrutini finali per due ordini di motivi: interruzioni della frequenza ’formalizzate’ dalla famiglia e interruzioni ’non formalizzate’. Di questi ultimi la scuola perde completamente ogni traccia e nessuno sa quale strada abbiano preso.
I dati. Il numero di interruzioni della frequenza scolastica che riguardano la provincia di Napoli sono impressionanti, soprattutto se confrontati con quelli di altre grosse province italiane. I dati si riferiscono all’anno scolastico 2004/2005, l’ultimo di cui i dati sono noti. In tutto sono 9.042 gli adolescenti delle scuole di Napoli e provincia che i professori non hanno potuto valutare a fine anno. Di questi, ben 2.706 figurano fra coloro che hanno interrotto il rapporto con la scuola senza spiegare il perché a nessuno.
Questi numeri acquistano ancora valore più se vengono messi a confronto con quelli di altre grandi province italiane. In quella di Milano, si contano in totale 3.708 ragazzini che gettano la spugna, in provincia di Roma ne sono stati censiti 4.451 e in quella di Palermo 3.758. Ma il dato che salta all’occhio è quello relativo degli abbandoni alla scuola media. In provincia di Napoli sfiorano le 2 mila unità, contro - ad esempio - i 525 di Roma.
La dispersione scolastica. I cosiddetti abbandoni costituiscono forse la voce più preoccupante della dispersione scolastica che contabilizza anche coloro che vengono bocciati e gli evasori: i ragazzini che avrebbero dovuto frequentare le lezioni e a scuola non si sono mai presentati. Chi abbandona difficilmente ritorna a scuola e allunga la schiera di coloro che, senza un titolo di studio, contribuiranno a fare precipitare in basso nelle classifiche internazionali l’Italia. Ma, soprattutto, resta in balia di un destino non sempre sicuro.
In sole otto province italiane (Napoli, Palermo, Milano, Roma, Firenze, Genova e Bari) si contano oltre 30 mila abbandoni l’anno e nel totale delle 103 province se ne possono stimare qualcosa come 150 mila. Un numero che tradotto in cifre manda in fumo qualcosa come 2 miliardi di euro l’anno: il 5 per cento dell’intero bilancio del ministero della Pubblica istruzione che si aggira attorno ai 40 miliardi. (1 novembre 2006)
* www.repubblica.it, 01.11.2006