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Visita pastorale del Papa a Napoli ....

ALLARME: "CAMORRA"!!!, "MAMMASANTISSIMA"!!! CAMBIARE ROTTA!!! PER L’ITALIA, PER NAPOLI, RIPARTIRE DALLE RADICI MODERNE, EU-ANGELICHE E FRANCESCANE - dal "presepe"!!! A tutta NAPOLI e al coraggioso Cardinale SEPE un augurio e una sollecitazione, a camminare insieme sulla strada della civiltà del dialogo e dell’amore. W o ITALY !!!

martedì 23 ottobre 2007 di Federico La Sala
TUTTO A "CARO-PREZZO": QUESTO "IL VANGELO CHE ABBIAMO RICEVUTO". IL VANGELO DI RATZINGER, BERTONE, RUINI, BAGNASCO E DI TUTTI I VESCOVI.
PER L’ITALIA E PER LA CHIESA: LA MEMORIA DA RITROVARE. L’"URLO" DI DON PEPPINO DIANA. «La camorra ha assassinato il nostro paese, noi lo si deve far risorgere, bisogna risalire sui tetti e riannunciare la "Parola di Vita"».


L’Italia ripudia la guerra! Ed è per lo (...)

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> ALLARME: "GOMORRA"!!! "Dio sembra quasi disgustato dalle azioni dell’umanità" (K. Wojtyla). Stato e Chiesa: RIPARTIRE DALLE RADICI, EU-ANGELICHE E FRANCESCANE - dal "presepe"!!! A tutta NAPOLI e al coraggioso Cardinale SEPE un augurio e una sollecitazione, a camminare insieme sulla strada della civiltà del dialogo e dell’amore - in modo deciso e nuovo!!!

martedì 14 novembre 2006

L’ADDIO ALL’ARTISTA L’intera città si stringerà stamane attorno al cantante e attore padre della sceneggiata, morto domenica sera dopo sei giorni di agonia, per l’ultimo saluto nella chiesa del Carmine Maggiore

Napoli piange l’amico Merola

di Virgilio Celletti (Avvenire, 14.11.2006)

Tutta Napoli darà l’ultimo addio questa mattina alle 11 a Mario Merola. La chiesa del Carmine Maggiore e la grande piazza Mercato saranno troppo piccole per la folla che lo piange da domenica sera, quando la morte ha chiuso nell’ospedale di Castellammare di Stabia un’agonia durata sei giorni. La chiesa è la stessa in cui 39 anni fa si svolsero i funerali di un altro grande napoletano, Totò. Ma la scelta è piuttosto da collegare al fatto che della Madonna a cui è dedicata, Merola era particolarmente devoto. E qui, dove la sua salma è esposta, ieri c’è stato un incessante afflusso di gente, aperto dalla visita del sindaco Rosa Russo Iervolino.

Tutti attorno alla vedova Rosetta e ai figli. Questa partecipazione massiccia (il traffico a Napoli ieri è andato in tilt, persino sulle tangenziali) è la dimostrazione di quanto Merola fosse un personaggio. Lui, che il successo l’aveva ottenuto quasi per caso, quando aveva già superato i trent’anni. Di origini umili, aveva trascorso la giovinezza secondo l’arte di arrangiarsi, ma senza mai infrangere il diaframma che separa l’onestà da tutto il resto, ignorando gli ambienti che saranno solo il contesto delle sue "sceneggiate". Aveva fatto i mestieri più disparati per sopravvivere, coniugando alla lettera il verbo lavorare che nel dialetto partenopeo si traduce con faticà: dall’aiutante cuoco allo scaricatore di porto.

Nessuno si sarebbe azzardato ad usare per lui il termine artista, eppure è diventato un numero uno. Oggi nessuno può negare a Merola la definizione di artista, sia pure di quella particolarissima forma d’arte che è la sceneggiata: un unicum a cui Merola arriva quasi interpretando la propria vita; e un genere che fonde la tradizione popolare con una forte dose di melodramma, e dove la componente sentimentale delle vicende narrate (e delle canzoni) si unisce a un pesante fatalismo e persino alle impennate della malavita.

Sceneggiata che Merola è riuscito a portare anche al cinema con p ellicole come L’ultimo guappo, Da Corleone a Brooklyn, Carcerato, Guapparia e, soprattutto, Zappatore. Con Merola il genere esce dallo stretto ambito degli appassionati e si afferma anche nel continente americano, soprattutto in Usa, patria di tanti italiani, tanto che ieri i maggiori giornali italiani del Nord America (America Oggi e il Corriere Canadese) sono usciti listati a lutto per la sua morte.

L’emergenza criminalità aveva colpito al cuore in questi giorni Merola. «Adesso - aveva detto - voglio rappresentare soltanto la Napoli del dolore, di chi esce ogni mattina per guadagnarsi la giornata, della mamma che si mette tra il figlio e il proiettile del delinquente che spara a un altro come lui; la Napoli dei lavoratori, che soffrono veramente».


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