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Visita pastorale del Papa a Napoli ....

ALLARME: "CAMORRA"!!!, "MAMMASANTISSIMA"!!! CAMBIARE ROTTA!!! PER L’ITALIA, PER NAPOLI, RIPARTIRE DALLE RADICI MODERNE, EU-ANGELICHE E FRANCESCANE - dal "presepe"!!! A tutta NAPOLI e al coraggioso Cardinale SEPE un augurio e una sollecitazione, a camminare insieme sulla strada della civiltà del dialogo e dell’amore. W o ITALY !!!

martedì 23 ottobre 2007 di Federico La Sala
TUTTO A "CARO-PREZZO": QUESTO "IL VANGELO CHE ABBIAMO RICEVUTO". IL VANGELO DI RATZINGER, BERTONE, RUINI, BAGNASCO E DI TUTTI I VESCOVI.
PER L’ITALIA E PER LA CHIESA: LA MEMORIA DA RITROVARE. L’"URLO" DI DON PEPPINO DIANA. «La camorra ha assassinato il nostro paese, noi lo si deve far risorgere, bisogna risalire sui tetti e riannunciare la "Parola di Vita"».


L’Italia ripudia la guerra! Ed è per lo (...)

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> ALLARME: "CAMORRA"!!!, "MAMMASANTISSIMA"!!! CAMBIARE ROTTA!!! --- L’affaire Propaganda Fide, il Tribunale dei ministri insiste. Indagato anche il cardinale Sepe. La prima richiesta di autorizzazione venne respinta (di Carlo Bonini). -

venerdì 28 gennaio 2011

IL CASO

-  Lunardi, atti di nuovo alla Camera
-  "Ecco perché bisogna processarlo"

-  L’affaire Propaganda Fide, il Tribunale dei ministri insiste. Indagato anche il cardinale Sepe. La prima richiesta di autorizzazione venne respinta

-  dal nostro inviato CARLO BONINI *

PERUGIA - La chiusura delle indagini sul Sistema Balducci-Anemone-Bertolaso (60 i faldoni di documenti istruttori depositati) e sull’associazione a delinquere che ha pilotato i grandi appalti pubblici, rianima il capitolo di questa storia che incrocia i destini dell’ex ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi e dell’arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe, con lui indagato di corruzione aggravata per il baratto tra l’acquisto sottocosto di un palazzo di proprietà di "Propaganda Fide" in via dei Prefetti, a Roma, e il contributo pubblico di 2 milioni e mezzo di euro ai lavori di ristrutturazione della sede della Congregazione in piazza di Spagna. Con una nuova "relazione motivata" di 13 pagine, il Tribunale dei Ministri di Perugia torna infatti a chiedere alla Giunta per le autorizzazioni della Camera di poter procedere nei confronti di Lunardi, oggi deputato Pdl. Riproponendo in modo ancora più articolato e assertivo una decisione su cui, il 6 ottobre scorso, la stessa Giunta si era pronunciata una prima volta, disponendo la restituzione degli atti al Tribunale perché ritenuti tanto "lacunosi nel ricostruire l’imputazione anche a carico del coimputato Sepe", quanto frutto di "indagini insufficienti".

"All’esito dell’approfondimento richiesto - scrive ora il Tribunale - questo Collegio ribadisce l’insussistenza dei presupposti per disporre l’archiviazione del ministro Pietro Lunardi, non apparendo palesemente infondata la notizia di reato a suo carico". "L’impianto accusatorio - si legge infatti - anche in relazione alla natura dell’imputazione, si fonda su ampi riscontri di carattere prevalentemente documentale (atti pubblici, provvedimenti amministrativi, corrispondenza, verbali di testimonianza, atti negoziali, documentazione contabile, atti della Procura regionale presso la Corte dei Conti) i quali rendono superfluo, allo stato, il compimento di indagini diverse. Tanto più in mancanza di qualsivoglia segnalazione in tal senso da parte del ministro interessato, che non si è mai avvalso della facoltà di presentare memorie al Collegio o di essere ascoltato".

Insomma, il lavoro della pubblica accusa, a giudizio del Tribunale, è concluso. Tanto che nelle 13 pagine della relazione se ne riportano con certosina precisione gli esiti (per altro stranoti alle cronache). Dalla compravendita del palazzo di via dei Prefetti (3 giugno 2004), alla lettera di Sepe a Lunardi per sollecitare l’intervento della società a capitale pubblico "Arcus" nella ristrutturazione della sede della Congregazione in piazza di Spagna (1 marzo 2005), all’"ordine" impartito in questo senso dal ministro al suo gabinetto (21 ottobre 2005), all’approvazione del finanziamento (29 novembre 2005), alla interessata supervisione dell’intera operazione di Diego Anemone e Angelo Balducci, "che, nella doppia veste di autorità degli appalti pubblici e di consultore per il patrimonio immobiliare di "Propaganda Fide", fungeva da collante per la soddisfazione di interessi privati".

Dunque - a giudizio del Tribunale - la Giunta non deve fare altro che dare una semplice risposta a un’altrettanto semplice domanda. Se Lunardi, "nel commettere il reato, abbia o meno agito a tutela di un interesse dello Stato". Se insomma, quel "baratto" all’ombra di un privatissimo affare immobiliare (3 i milioni di euro pagati dalla società del figlio di Lunardi, Giuseppe, per un immobile che ne valeva 8), che vede "indissolubilmente legati corrotto (Lunardi) e corruttore (Sepe)", avesse o meno un qualche imperscrutabile obiettivo di difesa di "superiori interessi collettivi".

E tuttavia, è tutt’altro che scontato che la Giunta decida. Il Tribunale insiste infatti nel chiedere l’autorizzazione a procedere per il solo Lunardi e non anche per il cardinal Sepe, come pure la Giunta aveva invitato a fare. Argomentando così: "Il fatto che la legge preveda che un eventuale diniego dell’autorizzazione a procedere nei confronti di un ministro possa o meno estendersi a chi ha concorso con lui nel reato (in questo caso il cardinal Sepe, ndr), non significa che, anche nei confronti di quest’ultimo vada chiesta l’autorizzazione".

* la Repubblica, 28 gennaio 2011


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