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Visita pastorale del Papa a Napoli ....

ALLARME: "CAMORRA"!!!, "MAMMASANTISSIMA"!!! CAMBIARE ROTTA!!! PER L’ITALIA, PER NAPOLI, RIPARTIRE DALLE RADICI MODERNE, EU-ANGELICHE E FRANCESCANE - dal "presepe"!!! A tutta NAPOLI e al coraggioso Cardinale SEPE un augurio e una sollecitazione, a camminare insieme sulla strada della civiltà del dialogo e dell’amore. W o ITALY !!!

martedì 23 ottobre 2007 di Federico La Sala
TUTTO A "CARO-PREZZO": QUESTO "IL VANGELO CHE ABBIAMO RICEVUTO". IL VANGELO DI RATZINGER, BERTONE, RUINI, BAGNASCO E DI TUTTI I VESCOVI.
PER L’ITALIA E PER LA CHIESA: LA MEMORIA DA RITROVARE. L’"URLO" DI DON PEPPINO DIANA. «La camorra ha assassinato il nostro paese, noi lo si deve far risorgere, bisogna risalire sui tetti e riannunciare la "Parola di Vita"».


L’Italia ripudia la guerra! Ed è per lo (...)

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> ALLARME: "CAMORRA"!!!, "MAMMASANTISSIMA"!!! CAMBIARE ROTTA!!! PER L’ITALIA, PER NAPOLI, RIPARTIRE DALLE RADICI MODERNE, EU-ANGELICHE E FRANCESCANE ---- Nelle violenze contro i campi rom c’è la mano della camorra e di un’ideologia estremista. «A Ponticelli -ha detto il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli - ci sono state strumentalizzazioni ideologiche, c’è anche chi ha pescato nel torbido al di là dei rom sfruttando il disagio sociale; poi c’è la coincidenza con l’azione camorristica nella zona». Dal punto di vista dell’estremismo ideologico, ha sottolineato il cardinale, ha influenzato negativamente la popolazione «un forte richiamo al nazionalismo, al provincialismo, al campanilismo. Si è voluto in questo modo dar sfogo alla preoccupazione della gente».

mercoledì 28 maggio 2008

Card. Sepe: temi anti-rom? Ideologie estremiste

Si respira aria nuova da quando governa la destra in Italia. A Napoli, anche se è un po’ meno buona, l’aria è la stessa: è quella dell’intolleranza, della caccia al diverso. Perché sporca, ruba, disturba chiedendo l’elemosina, inquina anche gli occhi con i suoi cenci in giro. Invece di pensare all’integrazione di tutte le forme di disagio, la parola d’ordine, naturalmente non detta ma ispirata, è "impunità verso chi aiuta partecipa alla caccia". Così un altro campo rom è stato incendiato, stavolta a Napoli, ma nello stesso quartiere della rivolta della settimana scorsa.

«È doloso», conferma la polizia. È stato sufficiente buttare un fiammifero nelle baracche abbandonate, dove i nomadi avevano lasciato vestiti ed effetti personali. Aveva accolto una settantina di rom, il campo nomadi di via Virginia Woolf, ed era uno dei pochi dell’area a non aver ancora subito agguati incendiari. È nel rione popolare di Ponticelli, nella periferia est della città partenopea. Nei giorni scorsi la popolazione aveva attaccato i campi dei nomadi, armandosi di molotov spranghe e sassi, dopo il tentato rapimento di una bimba di pochi mesi da parte di una ragazzina rom, poi arrestata. Proprio in seguito a queste manifestazioni d’intolleranza, i campi dell’area sono stati sgomberati e i nomadi si sono dispersi sul territorio.

Ma la "cultura" di destra è ormai passata e quindi è giusto bruciare i rom, come fece Hitler prima di dedicarsi agli ebrei (e poi ai minorati mentali, ai disabili, ai dissidenti politici, ai cattolici, ai luterani...). Lo dicono anche i bambini napoletani, nei loro temi. Nella scuola San Giovanni Bosco, ragazzini dai 9 agli 11 anni, nei loro temi hanno scritto frasi come: «Hanno fatto bene e visto che non se ne sono andati con le buone, abbiamo dovuto usare le maniere forti». Oppure: «Io penso che noi napoletani abbiamo fatto bene a cacciarli via». «La gente fa bene a bruciare i campi rom, perché abbiamo già troppi problemi e ci bastano». «Non siamo razzisti, è che loro si sono presi troppo la mano». Ricordano molto frasi di alcuni comici che una decina d’anni fa dicevano: «Non siamo razzisti. Sono loro che sono napoletani»...

Gli insegnanti sottolineano come, nonostante il lavoro svolto nelle classi, i bambini abbiano assistito, molto spesso, agli attentati incendiari nei confronti dei campi e hanno visto i propri familiari lanciare pietre e abbattere con calci e pugni le baracche. «Questi bambini sono stati coinvolti in pieno. Alcuni hanno raccontato di aver preso parte ai raid e, anche dopo, hanno ribadito con fermezza la loro posizione», spiega la preside dell’Istituto.

Nelle violenze contro i campi rom c’è la mano della camorra e di un’ideologia estremista. «A Ponticelli -ha detto il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli - ci sono state strumentalizzazioni ideologiche, c’è anche chi ha pescato nel torbido al di là dei rom sfruttando il disagio sociale; poi c’è la coincidenza con l’azione camorristica nella zona». Dal punto di vista dell’estremismo ideologico, ha sottolineato il cardinale, ha influenzato negativamente la popolazione «un forte richiamo al nazionalismo, al provincialismo, al campanilismo. Si è voluto in questo modo dar sfogo alla preoccupazione della gente».

«I temi dei bambini sono spaventosi», ha spiegato Sepe, «perché fanno capire che c’è un certo estremismo ideologico che riesce a colpire anche nelle menti dei bambini». Ai giornalisti, poi, il cardinale ha confidato: «Quelli di Ponticelli non sono bambini, sono adulti cresciuti improvvisamente». «Non sono i bimbi che scrivono. Loro sono tramite inconscio di una situazione. Andrebbero avvicinati e andrebbe fatto loro capire cos’è successo realmente», ha detto Sepe. Il vero problema, infatti, secondo l’arcivescovo di Napoli, sono le famiglie. «Bisogna cominciare - ha affermato - dalle loro mamme e dai loro padri. È inoltre necessario - ha concluso - fare in queste scuole degli incontri con tutti i bambini e spiegare loro il valore della dignità della persona».

* l’Unità, Pubblicato il: 28.05.08, Modificato il: 28.05.08 alle ore 19.25


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