Gaza, nuovi raid israeliani: uccisi due pastori *
Due palestinesi sono stati uccisi sabato e altri quattro feriti da un razzo sparato da un aereo senza pilota israeliano nell’area di Beit Hanun, nella Striscia di Gaza, poco dopo il lancio di due razzi Qassam sulla città israeliana di Sderot, secondo fonti locali palestinesi. Gli uccisi, secondo queste fonti, sono due pastori colpiti per errore. Mentre i razzi Qassam non hanno fatto vittime.
L’aviazione israeliana aveva compiuto due nuovi raid la scorsa notte nella Striscia di Gaza, senza tuttavia provocare nuove vittime, dopo il lancio di alcuni razzi palestinesi Qassam contro il territorio israeliano. Lo dicono fonti fra loro concordanti. Nel primo attacco gli aerei militari con la stella di David hanno distrutto due fonderie a Gaza. A Beit Lahya, nel nord della Striscia, blindati israeliani, invece, hanno aperto il fuoco contro obiettivi palestinesi civili.
Mentre venerdì scorso i caccia israeliani hanno compiuto tre raid, uccidendo almeno sette palestinesi, più un quarto in serata senza vittime. Raid che non hanno risparmiato edifici, automobili e perfino una scuola. E da mercoledì scorso sono almeno 20 i palestinesi uccisi dal fuoco di Tel Aviv. A mettere benzina sul fuoco contribuiscono anche le lotte intestine tra militanti di Hamas e quelli di Fatah. Proprio questi ultimi sono rimasti feriti in seguito agli scontri che si sono verificati sabato mattina nella zona dell’università islamica di Gaza City. Nel corso di questa settimana le violenze fra le opposte fazioni palestinesi hanno provocato la morte di 50 palestinesi e il ferimento di numerosi altri.
Sul fronte politico, intanto, secondo il quotidiano «Haaretz», durante un incontro venerdì con alcuni diplomatici occidentali, il ministro degli Esteri israeliano Tzipi Livni avrebbe espresso disponibilità al dispiegamento di una forza multinazionale, che però sarebbe accettabile solo se giocasse un ruolo «esecutivo» e se dessa la caccia ai «terroristi» e confiscasse le armi. Non un ruolo super partes, dunque. «Se il mandato della forza fosse simile a quello di Unifil (la forza dell’Onu in Libano, ndr) - ha chiarito il capo della diplomazia dello Stato ebraico, citato da un diplomatico europeo presente all’incontro - allora Israele non sarebbe interessato. Ma se la forza avesse un mandato più esecutivo, allora avremmo una posizione diversa».
* l’Unità, Pubblicato il: 18.05.07, Modificato il: 19.05.07 alle ore 13.03