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Per Gaza, agire subito!!!

"Golia - Superman", il "Superuomo" scatenato !!! Denuncia ONU: ormai «GAZA è una prigione per palestinesi. E Israele sembra aver gettato via la chiave». Sul Libano, sganciate milioni di bombe cluster.

lunedì 13 novembre 2006 di Federico La Sala
[...] Critiche alla politica dell’esecutivo guidato da Olmert arrivano però anche dall’interno. Il gruppo umanitario israeliano B’Tselem accusa infatti il proprio governo di essersi macchiato di un crimine di guerra quando il 28 giugno 2006 ha ordinato la distruzione della Centrale elettrica di Gaza. «Un obiettivo esclusivamente civile», si legge nella denuncia. Attaccato «per soddisfare un desiderio di vendetta» [...]
[...] un militare israeliano che, per la prima volta, ha ammesso che (...)

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> ONU: Ormai «Gaza è una prigione per palestinesi. E Israele sembra aver gettato via la chiave». Sul Libano, sganciate milioni di bombe cluster.

giovedì 28 settembre 2006

Assedio e corruzione, così si muore nella «prigione Gaza»

di Umberto De Giovannangeli *

La morte di Gaza. Morte per assedio condotto da chi si illude che esista una soluzione militare alla questione palestinese. Morte per l’incapacità di una classe dirigente di essere altro e di più di una nomenklatura corrotta e avida di potere.

Gaza muore. Nella inerzia di una Comunità internazionale che sembra capace di agire solo di fronte a una guerra dichiarata e praticata (il Libano). «L’economia sta precipitando. Industrie che una volta costituivano l’ossatura dell’economia di Gaza e del sistema alimentare, come quella agricola e ittica, sono soffocate dalla situazione attuale e rischiano di perdere definitivamente il mercato», avverte Arnold Vercken, direttore del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Pam) nei Territori occupati, in un rapporto reso pubblico ieri. Dall’inizio dell’assedio di Gaza (il 25 giugno, a seguito del rapimento del caporale israeliano Gilad Shalit da parte di un commando palestinese) nessun prodotto è stato esportato dalla Striscia di Gaza, teatro di raid e incursioni di Tzahal dure quanto quelle compiute in Libano. «Gli agricoltori - aggiunge Vercken - vivono in condizioni indigenti, senza nessun aiuto per riprendere la coltivazione dei terreni, delle conduttore per l’irrigazione e delle serre». «Gaza è una prigione ed Israele sembra averne buttato via le chiavi», denuncia il relatore delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati John Dugard. A Gaza, dal rapimento del caporale Shalit, «la gente è soggetta a continui bombardamenti ed incursioni militari in cui oltre 100 civili sono stati uccisi ed altra centinaia feriti».

Gaza muore. Gli ospedali dell’Autorità nazionale palestinese sono in grado di far fronte solo al 77% delle cure di emergenza. La crisi finanziaria del’Anp ha colpito in particolare i reparti cardiologici che mancano dei mezzi per effettuare interventi al cuore dei bambini, angioplastiche e altre procedure cardiologiche. I bambini sono le prime vittime innocenti di questo disastro annunciato. Dal 25 giugno, sedici bambini dai tre ai sei anni sono deceduti nell’ospedale di Gaza City per la rarefazione delle cure mediche di cui avevano bisogno. Altri 220 bambini sofferenti ai reni e bisognosi di dialisi sono a rischio. Il 44% dei bambini nella Striscia e in Cisgiordania soffrono di anemia. La crisi sanitaria nei Territori palestinesi è «gravissima», sottolinea un rapporto del Comitato internazionale della Croce rossa. Il sistema sanitario palestinese è allo stremo: «Anche se il Comitato Internazionale è pronto a portare avanti le sue attività di assistenza alla popolazione palestinese - dice il direttore delle operazioni del Comitato internazionale della Croce rossa Piérre Krahenbul - né il Cicr né alcuna altra organizzazione umanitaria è in grado di sostituire le Autorità nel loro ruolo di fornitori di servizi pubblici». Servizi - sempre più introvabili nella Striscia - che includono alimenti, medicine, ricoveri provvisori e altri beni essenziali.

Gaza muore. Per assenza di lavoro e di futuro. La nuova crisi si viene ad innestare in un contesto di povertà cronica: già prima dell’ultima escalation di violenze, il 79% delle famiglie di Gaza viveva sotto la soglia di povertà (2 dollari al giorno) e non era in grado di provvedere al proprio fabbisogno alimentare quotidiano senza un qualche tipo d’aiuto o assistenza; il 40% dei capi famiglia risultava disoccupato; i dipendenti pubblici - 160mila, compresi quelli del settore sanitario - non ricevono alcun salario da più di 5 mesi.

Gaza muore. Per assenza di cibo. Da quando i fondi internazionali per l’Anp sono stati tagliati a gennaio, un numero crescente di palestinesi ad alimentarsi avendo venduto tutto i propri beni. L’insicurezza alimentare, rileva un recente studio del Pam e della Fao, nei Territori è cresciuta del 14% dall’anno scorso. Ciò significa che circa 2milioni di palestinesi, pari al 51% della popolazione, non possono soddisfare i propri bisogni alimentari senza una qualche forma di assistenza. Nei mercati è scomparso il pesce e 35mila persone che vivevano degli introiti di quella industria hanno ora perso ogni forma di reddito. Diversamente dal Libano, dove, anche nei 34 giorni di guerra, i bisogni alimentari e umanitari sono stati essenzialmente soddisfatti, il numero crescente di poveri a Gaza vive con il minimo necessario e lotta ogni giorno per trovare il cibo. Circa il 70% della popolazione di Gaza è priva di sicurezza alimentare e la grande maggioranza dipende dall’assistenza per i bisogni basilari. Degli oltre 1,44 milioni di palestinesi intrappolati nella gravissima crisi umanitaria in atto nella Striscia, più di 838mila hanno meno di 18 anni. Nel 2006, l’80% dei bambini palestinesi morti a causa della guerra sono stati uccisi nella Striscia.

Gaza muore. Per «crimini di guerra». Come è stato il bombardamento (28 giugno) di una centrale elettrica quasi alle porte di Gaza City. A denunciarlo è B’Tselem, la più importante associazione israeliana per la difesa dei diritti umani. «Il bombardamento della centrale elettrica era illegale e definito come un crimine di guerra dal diritto internazionale umanitario, in quanto - sottolinea B’Tselem - ha preso di mira un obiettivo puramente civile», togliendo energia elettrica a un milione e 400mila abitanti a Gaza, in un black-out che ha interessato ospedali, la distribuzione alimentare e con un forte impatto sulla rete di acqua potabile e fognaria.

*

www.unita.it, Pubblicato il: 28.09.06 Modificato il: 28.09.06 alle ore 12.14


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