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Per Gaza, agire subito!!!

"Golia - Superman", il "Superuomo" scatenato !!! Denuncia ONU: ormai «GAZA è una prigione per palestinesi. E Israele sembra aver gettato via la chiave». Sul Libano, sganciate milioni di bombe cluster.

lunedì 13 novembre 2006 di Federico La Sala
[...] Critiche alla politica dell’esecutivo guidato da Olmert arrivano però anche dall’interno. Il gruppo umanitario israeliano B’Tselem accusa infatti il proprio governo di essersi macchiato di un crimine di guerra quando il 28 giugno 2006 ha ordinato la distruzione della Centrale elettrica di Gaza. «Un obiettivo esclusivamente civile», si legge nella denuncia. Attaccato «per soddisfare un desiderio di vendetta» [...]
[...] un militare israeliano che, per la prima volta, ha ammesso che (...)

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> ONU: Ormai «Gaza è una prigione per palestinesi. E Israele sembra aver gettato via la chiave». Sul Libano, sganciate milioni di bombe cluster.

venerdì 20 ottobre 2006

Gaza, il premier Haniyeh sfugge a un attacco armato *

Aveva appena finito di pronunciare un discorso nella moschea di Nousserat, a Gaza, quando il premier palestinese Ismail Haniyeh è sfuggito per poco a un attentato. O meglio, la sua guardia personale si è subito precipitata a smentire che si trattasse di un attentato, preferendo accreditare la tesi di una sparatoria in cui Haniyeh sarebbe incappato quasi casualmente. Ma le prime ricostruzioni lasciano pensare a una situazione diversa. La sparatoria ha avuto luogo poche ore dopo che Hamas ed al Fatah avevano annunciato una intesa per lo sradicamento della violenza tra le due fazioni armate.

Nella tarda mattinata Haniyeh, in un discorso pronunciato in una moschea cittadina, aveva egualmente polemizzato con il presidente Abu Mazen criticando duramente il suo progetto di indire elezioni anticipate. «Non si può riportare indietro la ruota della storia» aveva appena finito di dirte Haniyeh ai fedeli raccolti nella moschea di Gaza nell’ultimo venerdì di preghiera e digiuno. Poi il corteo di auto al seguito del premier è partito. Ed è stato allora che - per stare al racconto degli uomini di Hamas addetti alla difesa del loro leader - è iniziata la sparatoria. Secondo Ghazi Hammad, portavoce di Hamas, gli spari erano indirizzati non verso la macchina del premier quanto piuttosto verso i veicoli della Forza di pronto intervento del ministero degli interni, la polizia speciale di Hamas creata dal governo Haniyeh. Soltanto l’ultimo veicolo del convoglio è stato colpito. E i poliziotti dentro hanno fatto a tempo ad abbandonare in fretta la vettura prima che fosse data alle fiamme dalla folla. Funzionari dell’ufficio di Haniyeh hanno detto che l’attacco non sembra essere un tentativo di assassinio, ma arriva in un momento di crescenti tensioni tra le fazioni palestinesi rivali che hanno diffuso i timori di una guerra civile. «Il primo ministro sta bene ed è fuori dalla zona in cui c’è stata la sparatoria. La sua auto non è stata attaccata», ha detto un funzionario. Secondo alcuni testimoni dell’episodio a sparare contro gli agenti speciali di Hamas sarebbero stati i parenti di un palestinese ucciso durante un conflitto a fuoco con i poliziotti della Forza speciale venti giorni fa.

La tensione tra Fatah e Hamas continua in effetti ad essere molto alta, anche dopo la fine degli scioperi degli agenti della sicurezza "normale" legati al passato governo di Fatah e degli altri dipendenti pubblici da mesi senza stipendio. Haniyeh anche ieri, intervistato dal quotidiano Al-Quds di Gerusalemme Est, si è dichiarato a favore di un governo di unità nazionale ma «che faccia l’interesse dei palestinesi e non degli Stati Uniti alleati di Israele», di nuovo in polemica con il presidente Abu Mazen che ancora ieri avanzava la volontà di dare via a un nuovo esecutivo in grado di soddisfare la «legittimità internazionale e gli accordi passati». La tesi di Hamas, com’è noto, è un’altra: non riconoscere Israele per non avvallare l’occupazione israeliana del 1967 e rimettere in discussione gli accordi di Oslo firmati dall’Olp.

Nel frattempo non accenna a diminuire neppure la pressione israeliana sulla popolazione palestinese, non solo nella Striscia di Gaza, ma anche in Cisgiordania. Nell’ultimo giorno di Ramadam centinaia di migliaia di palestinesi hanno cercato di raggiungere Gerusalemme est per andare a pregare sulla Spianata delle Moschee e partecipare ai riti religiosi nella grande moschea di Al Quds. Oltretutto oggi è "Yom al-Quds", la Giornata di Gerusalemme. Ma le autorità israeliane sono state molto dure. E dopo aver inizialmente consentito l’ingresso al check point di Gerusalemme solo agli uomini soltanto al di sopra dei 50 anni e alle donne senza bambini, poi ha ristretto ancor più le regole di entrata . Dopo ore di fila, la pressione, la calca, la polizia israeliana ha addirittura caricato i fedeli, sparando candelotti lacrimogeni.

Ieri il ministro degli Esteri italiano Massimo D’Alema incontrando a Roma il collega algerino Mohamed Bedjaoui, è tornato a proporre per Gaza una forza di interposizione simile a quella schierata dall’Onu in Libano.«È nostra convinzione - ha detto il capo della Farnesina - che per favorire il processo di pace in Medio Oriente possa essere necessario l’invio di una forza di interposizione internazionale nella striscia di Gaza». Ma D’Alema non nega che ci siano ancora molte difficoltà da superare prima di poter mettere sul tavolo una proposta concreta in questo senso. E ha quindi ricordato che pur mantenendosi disponibile a partecipare a questa forza per il momento l’Italia sostiene «lo sforzo del presidente palestinese Mahmoud Abbas per la formazione di un governo palestinese di unità nazionale».

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www-unita.it, Pubblicato il: 20.10.06 Modificato il: 20.10.06 alle ore 15.50


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