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Per Gaza, agire subito!!!

"Golia - Superman", il "Superuomo" scatenato !!! Denuncia ONU: ormai «GAZA è una prigione per palestinesi. E Israele sembra aver gettato via la chiave». Sul Libano, sganciate milioni di bombe cluster.

lunedì 13 novembre 2006 di Federico La Sala
[...] Critiche alla politica dell’esecutivo guidato da Olmert arrivano però anche dall’interno. Il gruppo umanitario israeliano B’Tselem accusa infatti il proprio governo di essersi macchiato di un crimine di guerra quando il 28 giugno 2006 ha ordinato la distruzione della Centrale elettrica di Gaza. «Un obiettivo esclusivamente civile», si legge nella denuncia. Attaccato «per soddisfare un desiderio di vendetta» [...]
[...] un militare israeliano che, per la prima volta, ha ammesso che (...)

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> ONU: Ormai «Gaza è una prigione per palestinesi. E Israele sembra aver gettato via la chiave». Sul Libano, sganciate milioni di bombe cluster.

lunedì 23 ottobre 2006

Israele ammette: in Libano armi al fosforo

di Umberto De Giovannangeli *

Israele ha ammesso per la prima volta di avere usato bombe al fosforo nei 34 giorni di guerra in Libano. A rivelarlo è il ministro Yaakov Edri (Kadima, rapporti con il parlamento) in risposta alla interpellanza della capogruppo del Meretz (la sinistra pacifista) Zahava Galon.

«Le Forze di Difesa hanno utilizzato munizioni al fosforo in diverse forme in diverse fasi», afferma Edri. «Le Forze di Difesa - aggiunge il ministro - hanno fatto uso delle bombe al fosforo durante la guerra contro Hezbollah in attacchi sferrati contro obiettivi militari in campo aperto». Edri ha sottolineato che la legge internazionale non vieta l’uso delle armi al fosforo e che le «Forze di Difesa hanno usato questo tipo di munizioni in conformità delle disposizioni del diritto internazionale». Il ministro non ha specificato dove e contro quali tipi di obiettivi sono state utilizzate le bombe al fosforo. Il terzo protocollo della Convenzione di Ginevra sulle armi convenzionali che prevede restrizioni nell’uso di speciali tipi di armi non è stato siglato da Israele e Stati Uniti.

Durante la «guerra dei 34 giorni» diversi media internazionali, tra cui l’Unità, avevano resocontato di civili libanesi ricoverati in ospedale - molti poi deceduti - con ferite caratteristiche di attacchi con bombe al fosforo, sostanza che brucia quando viene a contatto con l’aria. Il Libano come il Vietnam. Racconta il dottor Hussein Hamud al-Shal, che lavora al Dar al-Amal Hospital di Baalbek, una delle città più colpite dai raid aerei israeliani nella valle della Bekaa, di aver ricevuto tre corpi «totalmente raggrinziti, con la pelle nero-verde», caratteristiche di ferite proprie delle bombe al fosforo. Le bombe al fosforo provocano ustioni dolorose e distruggono completamente i tessuti organici. Il colpo diretto di una bomba al fosforo determina ustioni serie e una morte lenta.

Il diritto internazionale vieta l’uso di armi che provocano «ferite eccessive e sofferenze non necessarie, e molti esperti ritengono che le bombe al fosforo rientrino direttamente in tale categoria. La Croce Rossa Internazionale ha stabilito che la legge internazionale vieta l’uso di bombe al fosforo e di altre armi infiammabili contro le persone, siano esse civili o militari. «L’uso di queste armi in un conflitto che ha colpito pesantemente la popolazione civile libanese, è un fatto estremamente grave, su cui occorre un supplemento di indagini. Ed è ciò che mi appresto a chiedere al ministro della Difesa Amir Peretz», dice a l’Unità la deputata Galon.

Le ammissioni del governo israeliano sull’uso delle bombe al fosforo nella guerra in Libano hanno provocato la protesta delle più importanti associazioni israeliani per i diritti umani israeliane, come B’Tselem, e di Peace Now: «Sono troppe e documentate le denunce sull’uso di "armi sporche" sia in Libano che a Gaza da poter essere liquidate come propaganda anti-israeliana. Dobbiamo fare piena luce su questa pratica», ci dice Yaariv Oppenheimer, segretario generale di «Peace Now» e parlamentare laburista. Dal Libano a Gaza. Altro teatro di guerra e di sperimentazione di «armi sporche». Indicativa in proposito è la testimonianza rilasciata al sito Peace Reporter dal dottor Joma al Saqqa, chirurgo allo Shifa Hospital di Gaza City. «I corpi di molte vittime dei bombardamenti israeliani - racconta il dottor al Saqqa - sono giunti allo Shifa hospital completamente fusi. Al punto di assumere un coloro scuro come il carbone. Spesso erano letteralmente spezzati. I feriti, invece, presentavano delle zone del corpo gravemente ustionate, con bruciature che avanzavano all’interno fino alle ossa distruggendo muscoli e organi. Alcuni dei feriti avevano le ossa degli arti completamente esposte e bruciate, senza più tessuti sopra...».

«Il solo contatto con le schegge di queste munizioni - prosegue il dottor al Saqqa - con il viso o altre parti del corpo produce bruciature che, quando colpiscono il volto, rendono le persone completamente irriconoscibili anche alle proprie famiglie. Le persone ferite da queste armi hanno raccontato di aver cercato di fermare il fuoco con acqua o sabbia, tutti riferiscono che "le fiamme tornavano ancora e ancora più alte"». «Le ferite che ci troviamo davanti, così come i corpi deformati dei morti - conclude il responsabile del reparto chirurgico dell’ospedale centrale di Gaza City - ci fanno pensare all’uso di armi al fosforo bianco e con sostanze batteriologiche che di fatto "avvelenano" il corpo».


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www.unita.it, Pubblicato il: 23.10.06 Modificato il: 23.10.06 alle ore 18.12


Domenico Gallo: «Armi al fosforo vietate dalle Convenzioni di Ginevra»

di Maura Gualco *

Israele ha ammesso di aver usato il fosforo bianco durante la guerra in Libano, nonostante già da tempo media internazionali,organizzazioni umanitarie e il governo libanese, ne avessero documentato il suo utilizzo. L’esecutivo israeliano si giustifica affermando di non aver nessun divieto in merito in quanto non avrebbe mai sottoscritto il Terzo Protocollo della Convenzione di Ginevra che ne vieta l’uso. Non è, tuttavia, soltanto il Terzo Protocollo che proibisce l’uso di fosforo bianco. Ne parliamo con Domenico Gallo, magistrato esperto in diritto internazionale ed ex senatore.

Come sono considerate dal diritto internazionale le armi al fosforo?

«Non sono contemplate espressamente dalle norme internazionali. Salvo il fatto che il fosforo è un precursore delle armi chimiche e quindi bandito come tutte le armi chimiche. Ciò, non vuol dire, tuttavia, che l’uso delle armi al fosforo sia libero e il diritto internazionale sia indifferente al suo uso. In realtà c’è un principio consuetudinario che è stato ribadito nel Primo Protocollo allegato alle Convenzioni di Ginevra. E che stabilisce l’impiego di armi o sostanze o metodi di guerra capaci di causare mali superflui o sofferenze inutili. Così come sono vietati gli attacchi indiscriminati e l’uso di quelle armi nei confronti di civili e di forze militari nemiche. Il fosforo bianco per le sue conseguenze è una sostanza chimica che viene usata come sostanza incendiaria ma essendo chimica produce sofferenze particolari. Questo metodo di guerra, contemplato nell’articolo 35 del primo Protocollo, è inaccettabile perché produce mali superflui. E riflette un principio consuetudinario a cui sono vincolati anche gli Stati che non hanno firmato il Primo Protocollo».

Distinzione normativa nell’uso del fosforo bianco tra obiettivi civili e militari?

«C’è una Convenzione del 1980 che vieta uso di armi che causano sofferenze superflue o indiscriminate. A questa Convenzione è stato aggiunto un Protocollo, il Terzo, che vieta l’uso di armi incendiarie nei confronti della popolazione civile. Quindi ne autorizza l’uso nei confronti dei militari. Ma il fosforo bianco non è una semplice arma incendiaria. La bottiglia molotov è una semplice arma incendiaria. Ma è anche un’arma chimica che produce effetti ulteriori. Dunque la disciplina ricade nel Primo Protocollo e non nel Terzo».

Israele ha ammesso di aver usato il fosforo bianco. Ha ha violato il diritto internazionale?

«Sì, ha usato un’arma inammissibile dal punto di vista del diritto bellico e che pone dei limiti all’uso della violenza».

Gerusalemme si giustifica sostenendo di non aver sottoscritto il Terzo Protocollo.

«Questi protocolli sia il Primo che la Convenzione dell’80 ribadiscono principi già vigenti del diritto internazionale quindi principi che appartengono al diritto internazionale generale non a quello pattizio e che nasce dai trattati».

In molti casi Stati Uniti, Israele, Russia e altri Paesi giustificano comportamenti contrari al diritto internazionale con il fatto che non hanno sottoscritto determinati trattati. Che strumenti hanno le Nazioni Unite davanti a certi comportamenti che considera illegittimi?

«Questi comportamenti dovrebbero essere censurati dall’opinione pubblica e considerati illegitimi dai governi e dalle classi dirigenti».


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www.unita.it Pubblicato il: 23.10.06 Modificato il: 23.10.06 alle ore 16.20


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